Virgilio, Eneide, III - Polidoro
v. 41
[...]Iam parce sepulto [...]
[...] Risparmia un cadavere [...]
v. 45
[...] Nam Polydorus ego [...]
[...] Io sono Polidoro [...]
v. 49
[...] Hunc Polydorum auri quondam cum pondere magno [...]
[...] Lui, Polidoro, un giorno con grande quantità d’oro [...]
v. 54-55
[...] Polydorum obtruncat, et auro
vi potitur. [...]
[...] Uccide Polidoro, e s’appropria con violenza dell’oro [...]
v. 55-57
[...] Quid non mortalia pectora cogis,
auri sacra fames! [...]
[...] A cosa non spingi i cuori mortali fame esecranda dell'oro [...]
v.62
[...] Ergo instauramus Polydoro funus [...]
[...] Dunque prepariamo le esequie a Polidoro [...]
INSTAURARE
“Instaurare” è un termine usato per sacrifici e altre solennità, in questo caso è un indicativo, presente, attivo, prima persona plurale.
OBTRUNCAT
"Obtruncat" significa propriamente “tagliare la testa”. Questo verbo compare più volte all’interno dell’Eneide: nel libro II al verso 663 (Natum ante ora patris, patrem qui obtruncat ad aras.), nel libro III al verso 332 (Excipit incautum patriasque obtruncat ad aras), nel libro VIII al verso 491 (Obtruncant socios, ignem ad fastigia iactant).
PARCE SEPULTO
"Parce" significa "risparmiami" o "sepolto con parsimonia", che nessuno percepisce mentre è vivo. Sepulto significa morto o sdraiato, come "sepolto nel sonno e nel vino" anche "Enea occupa l'ingresso della guardia sepolta"; poiché non si può dire che sia stato sepolto, infatti in questo caso la sepoltura non è stata debitamente fatta, ma la terra è stata accidentalmente schiacciata.
POLYDORUS
Il termine deriva dal nome greco Πολύδωρος (Polydoros), è composto dai termini πολυς (polys, "molto") e δωρον (doron, "dono"), quindi il suo significato può essere interpretato come "che ha ricevuto molti doni" o "che fa molti doni". Il nome di Polidoro compare per la prima volta al verso 45 del III libro, quando chiede ad Enea di risparmiare la sua vita.
QUID NON MORTALIA PECTORIA COGIS
A quale abominio non spinge gli uomini il desiderio di detestare l'oro. L'uso di "cogere" con due accusativi non è raro. Inoltre c’è un curioso fraintendimento delle parole di Virgilio in Dante (Purg. 22. 40), "Perché non reggi tu, O sacra fame dell'oro, l' appetito de' mortali?" "perché, o sacro amore dell'oro, non moderi il nostro appetito?" è un elogio della parsimonia.
QUONDAM
La storia è raccontata naturalmente per informazione di Didone; ma, stando lì, intende evidentemente esprimere ciò che passò per la mente di Enea in quel momento. C'è però una difficoltà nel determinare se Enea stia riflettendo su una storia che già conosceva, o riceva una nuova comunicazione, senza dubbio dallo stesso Polidoro.