Rischi non modificabili

Come in tutte le malattie multifattoriali, il rischio di sviluppare osteoporosi è determinato da fattori modificabili e non modificabili. In quest'ultima categoria rientrano: (1)

1. l’età;

2. il sesso femminile;

3. la menopausa;

4. la familiarità;

5. l'etnia .


L'età

È stato calcolato che nelle donne di età superiore ai 45 anni l’osteoporosi è causa di un maggior numero di ricoveri ospedalieri rispetto ad altre malattie. In Italia l’osteoporosi colpisce una donna su quattro oltre i 40 anni (contro il 17% degli uomini di pari età), il 33% delle donne che hanno tra i 60 e i 70 anni e ben il 66% di quelle al di sopra degli 80 anni. In Italia, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi e questi numeri sono in continua crescita.(2)

La menopausa

La forza delle nostre ossa si fonda sull’equilibrio di due processi: la formazione ossea e il riassorbimento. In generale, sia per l’uomo sia per la donna, dopo i 45 anni, questo equilibrio si sbilancia a favore del riassorbimento, per cui le ossa diventano più sottili e più fragili. Nella donna, con il sopraggiungere della menopausa, questo sbilanciamento diventa ancora più accentuato: in questa fase della vita, con il calo degli estrogeni che agisce sull'assorbimento di calcio, la densità delle ossa e la composizione dei tessuti molli cominciano a cambiare: la prima diminuendo notevolmente, la seconda perdendo sempre più le sue proprietà elastiche.

Gli estrogeni :

  1. promuovono il riassorbimento del calcio a livello renale;

  2. favoriscono la conversione della vitamina D;

  3. incrementa la sintesi di calcitonina.

Una loro carenza stimola l'aumento dell'attività degli osteoclasti (cellule deputate al riassorbimento del tessuto osseo) . (3)

È possibile prevenire l’osteoporosi in menopausa?

La prevenzione, in questo caso, è l’arma migliore. Gli studi hanno evidenziato che alcuni cambiamenti dello stile di vita, come praticare una regolare attività fisica, un’alimentazione attenta e un’integrazione nutrizionale, aiutano a prevenire l’osteoporosi e a contrastare, nel migliore dei modi, altri sintomi legati alla menopausa.

In particolare, una costante attività fisica associata a una dieta mirata, permetterà di rafforzare l’apparato muscolare e sopperire in parte alla maggiore fragilità ossea.

Importantissima poi, è l’esposizione alla luce solare per favorire la sintesi della vitamina D. (4)


La familiarità e l'etnia

La genetica e l’ereditarietà giocano un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’osteoporosi e nella suscettibilità alle fratture. Chi ha avuto genitori o parenti con fratture da fragilità ha un rischio più alto di sviluppare osteoporosi e fratture per motivi genetici, costituzionali e ambientali.

I popoli di pelle chiara hanno una massa ossea ridotta rispetto a quelli con la pelle scura, aumentando nei primi la probabilità di contrarre l'osteoporosi. (6)

Nei soggetti con tale rischio si consiglia di effettuare l'esame densitometrico (MOC-DEXAY).

La dose di radiazioni utilizzate è bassissima, minore di quella utlizzata per una normale radiografia. Solo questo esame permette di fare con precisione la diagnosi di osteopenia o osteoporosi.

Diabete

Il diabete è una patologia del metabolismo, ovvero il processo di digestione e assimilazione degli zuccheri. Ogni volta che si assumono zuccheri anche sotto forma di amidi, come pane e pasta, il pancreas produce una sostanza, l’insulina, che serve per metabolizzarli. Per diversi motivi, spesso di origine ereditaria, il pancreas può avere delle difficoltà nel funzionamento, si crea allora un eccesso di zuccheri nel sangue e di conseguenza nelle urine. L’insulina ha un’influenza positiva sull'osso poiché ne riduce il riassorbimento, ma in un soggetto insulino-resistente (incapacità dell'insulina di svolgere la sua funzione in modo regolare) può provocare una serie di alterazioni metaboliche che hanno effetti negativi sull'osso, fino a conseguenze gravi come l’osteoporosi. Quindi gli individui affetti da diabete sono più esposti all'osteoporosi proprio a causa dell’eccesso di zuccheri nel sangue; si può anche dire che l’insorgere di iperglicemia porti, a lungo andare, a una diminuzione della massa ossea.(5)


DIABETE DI TIPO 1

Nei pazienti con diabete di tipo 1, che in genere insorge nell'infanzia, nell'adolescenza o in età adulta in soggetti con predisposizione genetica, ad essere alterata è soprattutto la capacità dell’osso di formare nuovo tessuto osseo.


DIABETE DI TIPO 2

Al contrario, in chi soffre di diabete di tipo 2, che si manifesta in soggetti adulti o anziani, si rileva il fenomeno opposto: la massa ossea è aumentata, ma è compromessa la qualità dell’osso.Per tenere sotto controllo l’indebolimento e il deterioramento della massa ossea si consiglia di aumentare l’apporto di calcio nella dieta, i diabetici devono far attenzione a scegliere e dosare gli alimenti contenenti calcio in base al loro indice glicemico. L’eccesso di glucosio in circolo presente nel diabete va in parte a legarsi alle proteine delle fibre collagene (glicosilazione: legame tra uno zucchero, come il glucosio e una proteina, come il collagene) formando una sorta di “melassa” che altera la qualità del tessuto osseo. In questo modo l’osso, pur essendo più denso, risulta più fragile e soggetto a fratture.



BIBLIOGRAFIA:

  1. Fonte Menopausa , 10.1097/GME.0b013e31824ac071

  2. https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=2350&area=Salute+donna&menu=prevenzione

  3. https://www.ossaloquuntur.com/2016/03/gli-effetti-dellabuso-di-alcol-sulle.html

  4. https://pubs.niaaa.nih.gov/publications/arh26-4/292-298.htm

  5. https://www.gvmnet.it/press-news/news-dalle-strutture/diabete-e-osteoporosi-esiste-una-relazione#:~:text=Quindi%2C%20gli%20individui%20affetti%20da,una%20diminuzione%20della%20massa%20ossea.