La cocaina è la principale alcaloide contenuto nelle foglie della coca. È dotato di forte azione stupefacente (senso di euforia, di benessere fisico). Chimicamente è una metil benzoilecgonina, di formula C17H21NO4, che si presenta in cristalli prismatici incolori o in forma di polvere cristallina bianca, di sapore amaro, solubile in alcol, etere, cloroformio e meno in acqua. La cocaina, o il suo cloridrato, in passato usati come anestetici locali, specialmente in oculistica e in odontoiatria, sono oggi sostituiti da prodotti sintetici meno tossici. Già in piccole dosi determina una sensazione illusoria di benessere fisico, euforia, eccitazione corticale e spinale.

effetti nella cocaina nello sport

Era usata per secoli dagli indigeni del Sud America per incrementare la forza, vigore e resistenza fisica. Nel 1884 Freud provò su di sé gli effetti della cocaina cloridrato per via nasale. La cocaina rilascia catecolamine, che aumentano la glicogenolisi e la produzione di lattato con conseguente affaticamento precoce. Induce vasocostrizione muscolare, riducendo l’apporto di ossigeno, il metabolismo ossidativo, forza e tempi di reazione e stimolando la degradazione del glicogeno. La cocaina può avere un effetto diretto sulla degradazione del glicogeno muscolare. Inizialmente le evidenze sperimentali suggerirono che il secondo meccanismo fosse improbabile, dal momento che la riduzione del flusso coronarico indotto dalla cocaina non si associava ad un aumento della degradazione del glicogeno nel miocardio; ma nel 1994 Braiden e coll dimostrarono che la cocaina aumentava di 3 volte l’accumulo di lattato durante l’esercizio nei ratti.