L’alcool è una delle droghe più sottovalutata al mondo, soprattutto a causa della sua accettazione a livello socio-culturale da parte di molti Paesi. Per questo e altri motivi, tale bevanda viene consumata dal 64.5% della popolazione italiana. Anche se la logica suggerisce che l’intensa attività fisica e il coinvolgimento in uno sport motiverebbe gli atleti all’astinenza dall’uso di sostanze alcoliche, la maggioranza degli studi svolti indica che non è così. Rimane infatti attiva una credenza secondo cui l’assunzione di bevande alcoliche durante gli allenamenti abituali aumenterebbe la prestazione atletica. Rientra nella categoria delle droghe depressive, in quanto riduce l’attività del sistema nervoso centrale, agendo dunque come un sedativo. Assunto a basse dosi, però, esso risulta essere uno stimolante, in quanto agisce sopprimendo la normale inibizione corticale, ed è per questo motivo che viene anche comunemente definito “lubrificante sociale”. Nel cervello opera a livello di corteccia frontale, agendo in direzione della perdita di senso critico e giudizio, e a livello di cervelletto, causando alterazioni motorie e di cellule dell’ippocampo, responsabili della perdita di memoria.