WP3 - RECUPERO DI MICRO-BACINI E ALLESTIMENTO DI VASCHE FUORI SUOLO PER LA RACCOLTA DI ACQUE PIOVANE
Le aree collinari sono caratterizzate da sistemi complessi nei quali accanto a colture arboree come l’olivo, il fico, il castagno da frutto e la vite, si trovano seminativi più o meno estesi che occupano aree più pianeggianti e idonee per la coltivazione di piante orticole, spesso rappresentate da produzioni tipiche e varietà tradizionali. Tali coltivazioni possono essere opportunamente valorizzate con idonee tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale e/o biologiche per produzioni di pregio, soprattutto in aree ad alta vocazione paesaggistica e turistica. In tali contesti, la disponibilità di una quantità di acqua anche ridotta rappresenta un importante elemento di stabilizzazione della produttività e qualità delle produzioni. Il recupero delle vasche di raccolta delle acque piovane e l’istallazione di vasche fuori suolo contribuisce ad attenuare gli eventi in modo da ridurre ruscellamento ed erosione e avere a disposizione acqua per irrigazioni di soccorso da destinare alle colture orticole.
Presso il centro aziendale della Cooperativa Nuovo Cilento sono stati posizionati 8 contenitori in serie da 1000 L ciascuno per la raccolta delle acque piovane dai tetti della struttura (Foto 1).
Foto 1. Sistema di raccolta delle acque piovane presso le strutture della Cooperativa
Durante il periodo compreso tra febbraio e giugno 2020 è stato così possibile recuperare circa 5500 litri di acqua che è stata utilizzata per l’irrigazione degli orti destinati alla produzione degli ortaggi che vengono consumati all’interno della struttura di ristorazione della stessa Cooperativa (Foto 2), mediante impianto di microirrigazione.
Foto 2. Orti irrigati con le acque piovane recuperate presso la Cooperativa
Durante la successiva stagione autunno-vernina (2020-2021) è stato mantenuto il sistema di raccolta dell’acqua ed è stato possibile riempire tutti gli 8 serbatoi istallati.
Per migliorare la qualità dell’acqua raccolta, all’inizio della stagione autunnale, è stato montato un filtro autocostruito per la filtrazione acqua piovana (Foto 3). Il filtro è stato applicato direttamente sulla pluviale (diametro 80 mm). La realizzazione del filtro in modo autonomo, acquistando soltanto i materiali, ha permesso una notevole riduzione dei costi rispetto agli equivalenti disponibili sul mercato e quindi una facile trasferibilità dell’intervento presso le aziende della cooperativa o altre aziende esterne. Il costo totale di 55 € può essere ulteriormente ridotto agendo sulla scelta dei materiali utilizzati. La costruzione e montaggio del filtro ha rappresentato un momento di formazione e trasferimento dell’innovazione per i soci della cooperativa.
Foto 3. Filtro autocostruito per la filtrazione dell’acqua piovana
L’acqua piovana raccolta dai tetti di copertura del centro aziendale della Cooperativa nel secondo anno di attività è, anche nel secondo anno, in corso di utilizzazione per l’irrigazione degli orti della Cooperativa.
E’ stato inoltre avviato il censimento delle vasche di raccolta di acque sorgive e piovane esistenti sul territorio per valutare le potenzialità di utilizzazione. Nel Mar Mediterraneo, invero, già 3000 anni fa erano conosciute le tecniche corrette per l’accumulo e la distribuzione dell’acqua.
In Italia, fino alla metà del Novecento, la pratica della raccolta della pioggia era diffusa in tutto il Sud del paese, come dimostrano i recenti studi sulle tecniche tradizionali per l’accumulo di acque meteoriche ma, alla fine degli anni ’70, dopo la realizzazione del sistema acquedottistico nazionale, le antiche cisterne sono state abbandonate e con loro il sapere che ne permetteva l’uso.
Le opere d’arte e architettura legate all’uso dell’acqua sono riconosciute tra le più rilevanti categorie di beni culturali. Esse attraversano la storia antica, medievale e moderna delle comunità urbane e rurali e si esprimono su scale dimensionali differenti, pertanto si rilevano: fonti campestri, acquedotti e linee di adduzione idrica nel territorio, sistemi di irrigazione, fontane pubbliche nei centri abitati, lavatoi, abbeveratoi e opere funzionali alla gestione tecnica della risorsa. I microbacini, inoltre, ricoprono il ruolo di habitat di diversi organismi sia animali, come tritoni ed anfibi, sia di vegetali (Foto 4).
Foto 4 Microbacini di raccolta e specie di tritone in una vasca
Non tutti i manufatti individuati sono attualmente funzionanti in quanto alcuni di essi richiedono interventi di manutenzione e ripristino. L’acqua raccolta dai manufatti funzionanti viene utilizzata ancora oggi, come nel passato, quale fonte principale per l’irrigazione agricola. Mediante il software Google Earth è stato possibile geolocalizzare i manufatti attraverso i dati di latitudine, longitudine e altitudine; ciò ha permesso di realizzare una mappa dove sono riportate le microarchitetture individuate (Foto 5).
Foto 5. Mappa delle microarchitetture censite nelle vicinanze dell’azienda “Pier delle Vigne”
Come esempio, si riporta la rappresentazione grafica di uno dei manufatti attualmente maggiormente utilizzato nell’azienda (Foto 6); si tratta di una peschiera contraddistinta dalla presenza di “tupiun”, una forma particolare di terrazzamento, legata alla coltivazione della vite, che caratterizza il paesaggio agricolo. Il termine “tupiun” identifica il pergolato che sostiene i tralci della vite ma anche l’appezzamento dove sono impiantate le pergole. I pergolati sono formati da travicelli e pertiche, disposti perpendicolarmente tra loro per formare una scacchiera, sostenuta da pilastrini in pietra e calce a forma di tronco di cono con un diametro alla base di circa 60 cm e una lastra di pietra di forma circolare alla sommità̀, che si elevano a partire dai muri di sostegno in pietra a secco. Gli impianti a pergola sono strutturati con precisi rapporti dimensionali e i pilastrini sono distribuiti con interassi ricorrenti, regolarità̀ che conferisce al paesaggio agrario una connotazione speciale. La portata misurata è risultata pari a 0.78 l/min.
Foto 6. Rappresentazione grafica in 3D della Peschiera presso l’azienda Pier delle vigne
I risultati ottenuti nel WP3 si possono riassumere in:
ricognizione di n.14 microbacini, geolocalizzati, descritti, caratterizzati per la portata e rappresentati in 3D
n.3 aziende coinvolte nel recupero di micro-bacini
n.8 cisterne mobili, messe a disposizione per il progetto presso la Cooperativa Nuovo Cilento, per il recupero dell’acqua di pioggia dalle grondaie.
5500 litri di acqua recuperata nel periodo di fine inverno – primavera 2020
8000 litri di acqua recuperata nel periodo autunno-vernino 2020-21
n.1 filtro autocostruito montato sulla pluviale di raccolta dell’acqua
n. 4 orti irrigati con irrigazioni di soccorso derivanti dai sistemi di raccolta e recupero dell’acqua piovana per ciascuna annata (2020 e 2021)