NOME BOTANICO: Myrtus communis L.
NOME DIALETTALE: Murtèdda, Murtella,
Cicciuli r’ murtella (bacche)
FAMIGLIA: Mirtaceae
INGLESE: Myrtle
Etimologia e diffusione: dal greco myrtos = unguento odoroso, balsamo.
Specie arbustiva, tipica della macchia mediterranea in consociazione ad altre specie, caratterizzata da una elevata variabilità tra i biotipi presenti allo stato spontaneo. Il mirto si estende in tutte le regioni calde dell’Asia occidentale, dell’Africa settentrionale e dell’Europa meridionale. In Italia è presente allo stato spontaneo nel centro-sud ed è uno dei principali componenti della macchia mediterranea.
Caratteri botanici e biologici: arbusto sempreverde, odoroso, cespuglioso, alto 2-3 m, con numerose ramificazioni a portamento prevalentemente assurgente, con foglie opposte ovali-acute o strette-allungate, coriacee, lucide; fiori profumati, ascellari, solitari o fascicolati, bianchi o sfumati di rosa, calice persistente a cinque sepali, corolla a cinque petali e numerosi stami. Il frutto è una bacca rotonda, ovale o piriforme, nero-bluastra o bianca-verdastra, con numerosi semi di piccole dimensioni. La fioritura ha inizio in giugno e si protrae fino ai primi giorni di agosto. La maturazione è tardiva in novembre-dicembre.
Organi della pianta utilizzati, principi attivi, proprietà: le foglie e le cime fiorite sono raccolte per ottenere l’essenza attraverso distillazione in corrente di vapore. L’olio essenziale ha proprietà stimolanti, astringenti, antisettiche e antibatteriche, ed è consigliato nelle affezioni delle vie respiratorie come fluidificante ed espettorante e del sistema genito-urinario come decongestione prostatico ed antisettico.
Le bacche hanno azione carminativa e astringente.
Il mirto è utilizzato anche come specie ornamentale per l’abbondante fioritura ed il verde intenso della chioma, per la formazione di siepi e per il consolidamento dei versanti.
Uso alimentare: il mirto si presta a numerose utilizzazioni: è impiegato nel settore agro-alimentare come aromatizzante (rametti), mentre le bacche e le foglie vengono impiegate nel settore liquoristico.
Sicuramente l'impiego più famoso delle bacche di questa pianta profumatissima rimane il celebre liquore che porta il nome stesso della pianta, abitualmente associato alla tradizione sarda.
Uso tintorio: si utilizzano le foglie e le bacche mature. I pigmenti prevalenti sono rispettivamente flavonoidi e tannini. Per l’elevata presenza di tannini le foglie del mirto venivano utilizzate come conciante per la lavorazione delle pelli nel territorio cilentano e amalfitano.
Usi tradizionali: nel Cilento ancora oggi le foglie di mirto vengono usate per aromatizzare la mozzarella, la famosa "mozzarella nella mortella". Infusi di foglie sono usati per detergere la pelle e come rinforzante del cuoio capelluto.
Curiosità: il nome mirto, o mortella, è legato al nome di Venere, dea dell’amore in molte leggende della mitologia. Il mirto è anche legato al mito di Myrsine, una ninfa di straordinaria bellezza, amata dalla dea Minerva. Myrsine, molto abile nei giochi sportivi, era odiata dai perdenti tanto da essere uccisa da uno di loro. Per il gran dolore Minerva la trasformò in un arbusto profumato.
I greci e i romani usavano il mirto come simbolo di purezza, di amore, di bellezza e di fertilità e decoravano la testa delle loro candide spose con una corona di mirto. Per questo motivo il mirto è considerato il simbolo di protezione per gli amanti. I fiori di mirto sono usati come base per la preparazione dell’Acqua degli angeli.