NOME BOTANICO: Salvia officinalis L.
FAMIGLIA: Lamiaceae (Labiatae)
NOME DIALETTALE: Sarvia
INGLESE: Sage
Etimologia e diffusione: dal latino salvia, derivato di salvus «salvo», per le proprietà benefiche della pianta.
Il genere Salvia si considera originario dell’area mediterranea da dove si è diffuso in tutto il pianeta, interessando sia le aree di pianura che di montagna fino a 1500 m s.l.m. Sono conosciute oltre 500 specie di salvia, delle quali almeno una ventina sono presenti in Italia.
Caratteri botanici e biologici: la salvia officinale è un suffrutice cespuglioso sempreverde, caratterizzato da stasi vegetativa invernale la cui durata è direttamente correlata con la rigidità del clima. È alta 50-60 cm, interamente pubescente per la presenza di peli ghiandolari. I fusti sono ramificati quadrangolari e con apparato radicale fascicolato. Ha foglie lunghe 7-8 cm, opposte, lanceolate, rugose. I fiori tubolari di colore bianco-violaceo o rosa, sono raggruppati in verticilli in numero da 5 a 10. Il frutto è un tetrachenio, di forma quasi sferica.
Organi della pianta utilizzati, principi attivi, proprietà: si utilizzano le foglie ma anche le altre porzioni erbacee della pianta che trovano impiego nella cosmesi e nella farmaceutica sotto forma di infuso come eupeptico e nel trattamento delle irritazioni del cavo orale, oltre che in fitoterapia per le sue proprietà spasmolitiche, antisettiche ed antinfiammatorie.
I principi attivi contenuti nell’olio di salvia sono oltre una trentina ma i più rappresentati sono α e β tujone, canfora, cineolo, borneolo, eucaliptolo, colina, asparagina, cariofillene ed altri.
Uso alimentare: il suo uso è diffuso in tutta Europa, trova impiego nell’industria liquoristica, agroalimentare per l’aromatizzazione di salse, salumi, carni, pesci, formaggi e vivande; nel Cilento una ricetta particolare consiste nel friggerne le foglie.
Usi tradizionali: la salvia veniva utilizzata come cicatrizzante su ferite e piaghe difficili da rimarginare. L’infuso viene utilizzato per fare sciacqui e gargarismi per le irritazioni delle gengive.
Curiosità: gli antichi utilizzavano la salvia per l'igiene orale. Strofinando le foglie sui denti garantivano pulizia e risaltavano il bianco naturale dei denti.
La salvia era una delle piante più utilizzate dalla Scuola Medica Salernitana come risulta evidente dal versetto del Regimen Sanitatis:
“Perché muore l’uomo a cui cresce la salvia nell’orto?
Contro la forza della morte non c’è medicina negli orti.
La salvia rafforza i nervi, toglie il tremore delle
mani e per suo intervento la febbre alta se ne va.
La salvia, il castoreo, la lavandula, la primula odorosa,
il nasturzio e l’atanasia risanano le membra paralizzate.
Oh, salvia salvatrice, armonizzatrice della natura!”