Gli allunghi sono, nella corsa, un gesto tecnico comune nell’ambito del running. Molti sono i runners che li corrono prima della gara, soprattutto se si tratta di gare veloci (dagli 800 ai 10.000m). Raramente vengono utilizzati come una metodologia allenante.
Essendo la nostra materia non una scienza esatta, molti sono gli allenatori (anche autorevoli) che hanno idee abbastanza discordanti sull’utilizzo e sulle modalità di esecuzione di questo gesto atletico. Il sottoscritto è propenso, comunque, a suggerire e consigliare due concetti fondamentali:
Queste tipologie di allunghi vengono di solito utilizzati al termine di allenamenti di solo fondo lento o quando l’atleta lamenta di “avere le gambe particolarmente appesantite”.
La velocità da tenere è in funzione dalle gare che si stanno preparando (se preparo gare tra gli 800 e i 3000m la velocità dovrebbe essere quella del ritmo gara dei 1500. Se preparo gare tipo 5000 e 10.000 m la velocità dovrebbe essere quella del ritmo gara sui 5000m).
La lunghezza potrà variare dai 60 agli 80m per i runners neofiti e principianti sino ad aumentare dai 80 ai 120m per quelli più evoluti e con più anni di attività alle spalle.
Per quanto riguarda la quantità, mediamente ci si dovrebbe attestare tra i 4-5 allunghi, con possibilità di arrivare anche a 10 soprattutto dopo sedute di fondo lento particolarmente lunghe.
In generale possiamo affermare che:
Il recupero fra un allungo è l’altro è un comodo ritorno al passo.
Un suggerimento che serve per svegliare il corpo dopo un fondo lento e, per evitare di fare i classici allunghi alla fine, potrebbe essere quello di compiere l’ultimo chilometro a circa 20″/km in meno con una progressione finale negli ultimi 500 m (praticamente cinque allunghi senza recupero). Per esempio, se si corre il lento a 4’30″/km si possono fare gli ultimi cinquecento metri con le frazioni da 100 m in 26″, 25″, 24″, 22″, 20″ circa.