Procedendo da Milazzo in direzione Palermo, prima di arrivare a Patti, si incontra un luogo meraviglioso: Tindari.
Attualmente questo luogo è rinomato per il Santuario dedicato ad una Madonna nera, che si narra sia stata ritrovata nella spiaggia sottostante al promontorio. E così è stato anche per me sino a una decina di anni fa, quando all'improvviso, ho realizzato che questo è uno dei più affascinanti insediamenti greci, fondato nel 396 a. C. come avamposto dei greci in opposizione agli insediamenti in mano ai Cartaginesi. Prende il nome da Tindaro, re di Sparta.
Allontanandosi un po' dal Santuario, in direzione Ovest, si incontra il sito archeologico di cui il teatro è, a mio avviso, il pezzo più pregiato. Rivolto a Nord, si affaccia verso il mare con un panorama composto dalla campagna con gli uliveti, il blu del mare e l'azzurro del cielo.
Quasimodo ha dedicato una poesia a questo luogo, intitolata "Il vento a Tindari":
Tindari serena torna
soave amico mi desta
che mi sporga dal cielo
da una rupe e io fingo timore
a chi non sa del vento
che m’ha cercato l’anima
e in effetti, come ho letto sul libro "La Sicilia dei Greci": "a Tindari il vento ti ruba il fiato".
Sarà pura suggestione, ma in questo luogo mi sembra di sentire ancora le declamazioni degli attori che interpretavano le commedie e le tragedie.
Questo sito archeologico è un chiaro esempio dell'eccezionale bravura degli ecisti greci nell'individuare luoghi mozzafiato in cui creare i loro insediamenti.
Tindari - 2023
Stucco, smalto e acrilico su masonite - 50x70 cm.
Foto dall'esposizione