Idoneità, abilità che un soggetto ha di fare qualche cosa, di svolgere una funzione, di riuscire nella realizzazione di un compito. Definizione ICF: il qualificatore "Capacità" focalizza l'attenzione sulle limitazioni, che sono caratteristiche inerenti o intriseche alle persone stesse.
È un documento con valore legale, rilasciato da soggetti autorizzati per legge, che attesta la presenza di un disturbo e il diritto da parte della persona interessata a richiedere determinate misure previste dalla normativa vigente. Nel caso della Legge 104/1992 o della Legge 170/2010, la certificazione viene rilasciata dal SSN (tramite le commissioni delle ASL). Per ovviare a difficoltà dovute ai lunghi tempi di attesa per il rilascio delle certificazioni, la C.M. 8/2013 stabilisce che “Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda – nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure previste dalla legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze riconducibili al disturbo”.
I sistemi riguardanti la classificazione delle malattie (il DSM-5 e l’ICD-10), per ogni disturbo prevedono un codice alfanumerico composto da una lettera e una serie di numeri (es.: F 70.9 per il ritardo mentale lieve). Questi codici sono particolarmente utili in fase di registrazione nei documenti diagnostici.
Il termine "comorbidità" designa la presenza simultanea di due o più patologie o condizioni cliniche in un medesimo individuo, le quali possono interagire tra loro in maniera tale da influenzare reciprocamente il decorso, la diagnosi e il trattamento. Questa coesistenza di disturbi non implica necessariamente una relazione causale tra le condizioni presenti, ma spesso determina una complessità clinica che richiede un approccio terapeutico integrato e multidisciplinare. Per esempio un disturbo ansioso può insorgere in un bambino con ADHD.
La competenza è la capacità di una persona di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali in situazioni di vita e in contesti diversi.
La comunicazione inclusiva rappresenta un paradigma comunicativo che mira ad abbracciare e rispettare la pluralità delle identità individuali, evitando ogni forma di discriminazione e favorendo la partecipazione paritaria di tutti i soggetti, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali o socio-culturali. Essa non si limita a un semplice adeguamento del linguaggio, ma costituisce un approccio metodologico e valoriale volto a riflettere una società equa, in cui le diversità di genere, etnia, disabilità, orientamento sessuale e condizione socio-economica siano rappresentate e riconosciute con dignità e rispetto. Questo tipo di comunicazione si avvale di strategie linguistiche, visive e strutturali che impediscono la formazione di stereotipi e pregiudizi, valorizzando invece le peculiarità di ciascuna persona. Sul piano linguistico, ad esempio, la comunicazione inclusiva adotta termini neutri o esplicitamente rispettosi delle identità di genere e delle diversità culturali. Sul versante visivo e grafico, essa si concretizza attraverso l’uso di immagini, simboli e rappresentazioni che raffigurano gruppi variegati e plurali, garantendo visibilità a coloro che storicamente sono stati marginalizzati o resi invisibili. In ultima analisi, la comunicazione inclusiva si configura non solo come uno strumento linguistico e iconografico, ma anche come un elemento etico, volto a edificare una società più giusta e partecipativa. Questo approccio richiede consapevolezza e responsabilità da parte di chi comunica, invitando a riflettere criticamente sul proprio linguaggio e sulle proprie rappresentazioni, al fine di promuovere un ambiente comunicativo che sia realmente aperto e rispettoso di ogni singola persona.
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità
Il 13 dicembre 2006, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Essa non enuncia nuovi diritti, ma declina i diritti umani propri di ogni persona tenendo conto della condizione di disabilità in cui alcune persone possono venirsi a trovare. Gli Stati sottoscriventi sono chiamati ad un impegno concreto nell’esigibilità di tali diritti. Con la Convenzione si passa dall’idea tradizionale che vede le persone con disabilità portatrici di bisogni, a quella secondo cui esse hanno gli stessi diritti e gli stessi bisogni delle altre persone. Lo Stato italiano ha ratificato la Convenzione con la Legge n°18 del 2009.
Corresponsabilità educativa
Alleanza che si instaura tra scuola e famiglia. Sinergia volta a costruire un percorso condiviso che metta al centro l’alunno, condividendo strategie, strumenti, obiettivi e progettualità.