TERMINE/LOCUZIONI DA EVITARE
Affetto da/ colpito da/ vittima di/ soffre di
È opportuno evitare l’utilizzo di tali locuzioni poiché pongono l’accento sulla malattia e sulla sofferenza. Nel tempo, tali definizioni hanno contribuito a generare sentimenti di pietismo o commiserazione nei confronti delle persone con disabilità. Nel caso in cui fosse necessario porre l’accento sull’origine della disabilità dal punto di vista della diagnosi, è preferibile utilizzare un linguaggio neutro, ad esempio “persona con sindrome di Down”, “persona con distrofia muscolare….
Costretto su una sedia a rotelle/ ridotto su una sedia a rotelle
È opportuno evitare espressioni del genere, poiché, anche queste, trasmettono a priori un’idea di sofferenza e l’accento sulla malattia. La carrozzina è, a tutti gli effetti, un “facilitatore”; quindi, è preferibile dire “persona con disabilità motoria in carrozzina” o “persona che si muove in carrozzina”.
Diversamente abile/diversabile
Questa locuzione è nata negli anni ’90 come alternativa a “handicappato” o “disabile”, ritenendola più adeguata. Tuttavia, oggi non appare più in linea con il nuovo approccio alla disabilità, che la considera una condizione umana normale, in quanto ciascuna persona è diversa dall’altra.
Tali aggettivi non devono più essere utilizzati per descrivere la condizione di disabilità di una persona, poiché pongono l’accento sulla malattia in chiave negativa. Nel caso in cui fosse necessario specificare che la disabilità di uno studente è particolarmente significativa, va utilizzata l’espressione “persona con necessità di sostegno intensivo”; come evidenziato dall’art. 19 D.Lgs. 62/2024, le attività di sostegno e di sostegno intensivo sono finalizzate alla realizzazione del progetto di vita della persona e alla promozione del diritto a una vita indipendente. Allo stesso modo, le locuzioni “con connotazione di gravità” e “in situazione di gravità”, sono sostituite da “con necessità di sostegno elevato o molto elevato” (come da disposizione dell’art. 4 co. 1 D.Lgs. 62/2024).
Handicappato/portatore di handicap
Tali formulazioni sono presenti in alcune fonti normative, dunque, citando specifiche disposizioni di legge è ancora necessario utilizzare questi termini. Per tutti gli altri casi, si sostituiscono con “persona con disabilità”.
Anche in questo caso, si dovrebbe evitare di utilizzare tali aggettivi per definire una “persona con disabilità”, limitandone l’uso quando occorre evidenziare la presenza di una condizione prevista dalla legge che può dar luogo a riconoscimento di alcuni benefici, anche economici.