Le abilità rappresentano una condizione dinamica tra risorse e conquiste; si osservano come capacità di applicare le conoscenze apprese per risolvere problemi e portare a termini compiti.
La Convenzione ONU, all’articolo 26, distingue il concetto di “riabilitazione” da quello di “abilitazione”. “Riabilitare” significa recuperare le funzionalità perdute, mentre “abilitare” implica lavorare su desideri, aspirazioni e attività concrete che l’alunno vuole svolgere. L’abilitazione, in quest'ottica, implica l'accesso a un insieme coordinato di attività, che includono sia l’apprendimento di abilità funzionali alla vita quotidiana, sia la fruizione di servizi e strumenti adeguati, in un contesto che promuova il rispetto della dignità e dell’autodeterminazione della persona. La Convenzione richiama esplicitamente la necessità di un approccio inclusivo e partecipativo, che coinvolga gli individui con disabilità in un processo di co-costruzione delle proprie competenze e del proprio benessere, garantendo il diritto a una partecipazione attiva e pienamente soddisfacente alla vita sociale, economica e culturale della collettività.
Accertamento della disabilità in età evolutiva ai fini dell'inclusione scolastica
La procedura prevista per l’accertamento della disabilità in età evolutiva consente di accedere agli interventi educativi, assistenziali e di sostegno previsti dalla legge 104/1992. Questo iter è necessario per l’attribuzione delle risorse allo studente disabile, nelle scuole di ogni ordine e grado, allo scopo di promuovere l'inclusione scolastica degli studenti con disabilità.
Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, gli Stati sono obbligati ad assumere tutte le misure necessarie per garantire alle persone con disabilità, per il principio di uguaglianza, l'accesso all'ambiente fisico, ai trasporti, alle informazioni e alle comunicazioni, comprese le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), e ad altre strutture e servizi accessibili al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Pertanto, nel rispetto del principio del "design universale" o "progettazione universale", risulta prioritario adottare tutti gli adattamenti necessari per garantire che questo diritto sia sempre attuabile. Una scuola per essere accessibile deve garantire agli alunni, e a tutto il personale scolastico, di poter usufruire dei servizi, delle prestazioni e delle opportunità che essa offre. Si tratta di un diritto fondamentale soprattutto per gli alunni con disabilità motoria e/o sensoriale, che troppo spesso vengono penalizzati durante il loro percorso scolastico proprio dalle barriere architettoniche che incontrano (ascensori, bagni, porte, scale, ecc.). Anche le informazioni devono essere presentate in modalità accessibili e attraverso tecnologie adeguate per diversi tipi di disabilità. Per le persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo, ad esempio, è sempre più comune l'uso del linguaggio "facile da leggere" o aumentativo (con l'impiego di immagini), mentre per le persone sorde si utilizzano il linguaggio dei segni e la sottotitolatura, e per le persone non vedenti si impiegano supporti vocali per i sistemi audio e Braille per i sistemi di scrittura.
Accomodamento ragionevole
La Convenzione delle Nazioni Unite, all'articolo 2, definisce il concetto di “accomodamento ragionevole” come “le modifiche e gli adattamenti necessari e appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo, […] per assicurare alle persone con disabilità il godimento e l'esercizio, su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali”. L'accomodamento ragionevole si applica in ambito scolastico, nei luoghi di lavoro, nelle procedure burocratiche e amministrative e in qualsiasi altro contesto. L’art. 5 della stessa Convenzione esorta gli Stati ad adottare i provvedimenti che garantiscano accomodamenti ragionevoli e, la scuola, da parte sua, è tenuta a mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per adeguare la didattica alle esigenze della disabilità. L'accomodamento ragionevole è uno dei principi che guidano il D.L. 66/2017 (modificato 96/2019). Prevede il necessario adattamento di tutte quelle situazioni che potrebbero rappresentare un carico eccessivo e sproporzionato di lavoro per l'alunno in situazione di disabilità, non consentendo l'esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come sancito dall'art.2 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
L’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto dai 193 Paesi membri nel 2015. Essa prevede 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030. Le persone con disabilità sono beneficiarie di tutti gli obiettivi, essendo questi ultimi basati sul rispetto dei diritti umani di tutti gli abitanti del pianeta. In particolare, si pone l’accento su “ridurre le disuguaglianze”, “istruzione di qualità”, “salute e benessere”.
La disabilità rappresenta una delle molteplici condizioni che una persona può vivere nel corso della propria esistenza. Essa può derivare da limitazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in combinazione con barriere di vario tipo, possono impedire una piena ed effettiva partecipazione alla vita sociale. Essa deve essere menzionata solo quando risulta rilevante per la narrazione e, in tal caso, prediligere l’espressione "persona con disabilità" e, a scuola, “alunno con disabilità”, per enfatizzare l’individualità dell’essere umano, considerando la disabilità quale caratteristica secondaria (linguaggio orientato alla persona). Sono, quindi, da evitare espressioni come “diversamente abile - DVA”, “alunno affetto da disabilità”, “alunno con handicap” (Handicap” deve essere sostituito da “disabilità”). La disabilità è una condizione che può essere affrontata e migliorata mediante l'uso di strumenti e dispositivi adeguati. È importante evitare di rappresentare l'alunno con disabilità come una "vittima" o, al contrario, come un "eroe": è semplicemente una persona che vive la propria normalità, con il diritto di essere riconosciuta e rispettata nella sua unicità.
Alunno con disabilità sensoriale
Alunno con disabilità sensoriale è una designazione che indica uno studente che presenta un'alterazione significativa e persistente di uno dei sensi principali, come la vista o l'udito, tale da influenzare in modo sostanziale la sua esperienza educativa e la partecipazione alle attività scolastiche. Questa condizione si manifesta attraverso una limitazione funzionale o percettiva che richiede adattamenti e supporti specifici per garantire l'accesso equo e la piena partecipazione al processo di apprendimento.
Alunno ipoacusico o con sordità
La sordità è un deficit sensoriale invisibile; comincia ad essere riconoscibile solo quando la comunicazione viaggia sul canale vocale. È una disabilità complessa poiché diverse variabili fanno sì che ogni alunno abbia un percorso unico, con esigenze e aspettative proprie. Inoltre, a meno che non vi siano patologie all’organo fonatorio, le persone sorde parlano. Una particolare modulazione della voce è dovuta al fatto che debbano apprendere e riprodurre suoni di una lingua senza poterli sentire, del tutto o parzialmente. Per anni si è commesso l’errore di mettere in competizione e in antitesi la lingua parlata e la lingua dei segni. È fondamentale, al contrario, che al bambino sordo o con ipoacusìa siano rese accessibili tutte le opportunità comunicative funzionali alla sua crescita, educazione e autonomia personale, in una prospettiva che promuova il bilinguismo: la valorizzazione sia della lingua italiana che della lingua dei segni italiana. La LIS costituisce una modalità linguistica di completamento estremamente preziosa quale supporto didattico alla terapia logopedica e all’insegnamento della lingua italiana al bambino con sordità.
Alunno ipovedente/non vedente
Anche in questo caso, è sempre opportuno porre l’accento sulla persona e, dunque, è preferibile utilizzare “alunno non vedente”, piuttosto che “cieco”, oppure “alunno ipovedente” se la perdita della vista è solo parziale.
Alunno con disturbo dello spettro autistico - ASD
Alunno con disturbo dello spettro autistico (dall'inglese Autism Spectrum Disorders, ASD) designa uno studente che presenta un quadro clinico caratterizzato da un insieme di condizioni neuro-psichiatriche, definite come Disturbo dello Spettro Autistico, che influiscono profondamente sulla sua interazione sociale, sulla comunicazione e sui comportamenti. Questa condizione è caratterizzata da una variabilità significativa, che si manifesta in modi distintivi e richiede interventi educativi e terapeutici personalizzati per ottimizzare l’apprendimento e il benessere dell'individuo. Un alunno con disturbo dello spettro autistico è un individuo che manifesta sintomi che comportano:
Difficoltà nell’Interazione sociale: compromissioni significative nella capacità di stabilire e mantenere relazioni sociali, spesso caratterizzate da difficoltà nella comprensione delle norme sociali e nella lettura dei segnali emotivi.
Problemi di comunicazione: deficit nel linguaggio verbale e non verbale, che possono manifestarsi come ritardi nello sviluppo del linguaggio, uso atipico della comunicazione o difficoltà nella comprensione e nell’espressione di contenuti complessi.
Comportamenti ripetitivi e interessi ristretti: presenza di attività, interessi o comportamenti altamente specializzati e stereotipati, che possono includere rituali, routine fisse o una focalizzazione intensa su particolari oggetti o tematiche.
Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (dall'inglese Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) È un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da difficoltà persistenti di attenzione, controllo degli impulsi e autoregolazione. Si manifesta generalmente in età infantile e può persistere anche nell'età adulta. L'ADHD si presenta con diversi gradi di intensità e può avere un impatto significativo sulla vita scolastica, lavorativa e sociale dell’individuo. L’alunno con disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è uno studente che manifesta un quadro clinico caratterizzato da un persistente deficit di attenzione, iperattività e/o impulsività, che compromette significativamente il rendimento accademico e l'inclusione sociale. Questa condizione si manifesta in comportamenti che interferiscono con la capacità di concentrazione, l’organizzazione delle attività e la regolazione dei comportamenti, richiedendo interventi educativi specifici e personalizzati. I principali sintomi dell'ADHD sono:
Disattenzione: difficoltà persistenti nel mantenere l'attenzione su compiti o attività, con frequenti distrazioni e incapacità di concentrazione su dettagli e istruzioni, che compromettono il rendimento scolastico e l’apprendimento.
Iperattività: comportamenti caratterizzati da un’eccessiva attività motoria, come il non riuscire a stare seduti per lunghi periodi, la tendenza a muoversi incessantemente o a parlare in modo sproporzionato, che ostacolano l’adeguato adattamento al contesto scolastico.
Impulsività: difficoltà a frenare risposte impulsive, interrompere o intromettersi nelle conversazioni.
Un alunno con bisogni educativi speciali (BES) è uno studente che manifesta difficoltà nell'apprendimento o nella partecipazione al contesto scolastico, a causa di condizioni individuali specifiche. Queste difficoltà possono derivare non solo da disabilità o disturbi dell'apprendimento, ma anche da una serie di altri fattori, come svantaggi socio-economici, culturali, esigenze educative particolari, o problematiche comportamentali e relazionali. Gli alunni con BES richiedono un'attenzione educativa personalizzata e interventi mirati, al fine di garantire il loro diritto all'istruzione e alla piena partecipazione alla vita scolastica.
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012: fornisce indicazioni per l’inclusione scolastica degli alunni con difficoltà di apprendimento e BES, promuovendo l’adozione di interventi personalizzati e strategie didattiche adeguate. Integrata dalla successiva Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013, che fornisce indicazioni operative per l'attuazione delle misure di inclusione scolastica.
Alunno con disturbo della condotta (DC) è uno studente che manifesta un comportamento persistente e grave, caratterizzato da una violazione dei diritti fondamentali degli altri e delle norme sociali riconosciute, che compromette il suo adattamento scolastico e il benessere sociale. Questo disturbo, riconosciuto e codificato nelle principali classificazioni psichiatriche, si esprime attraverso atti di aggressività, disobbedienza e comportamento antisociale, e richiede interventi educativi e psicologici mirati. Si distingue per:
Comportamenti aggressivi e violenti: manifestazioni di aggressività verso persone e animali, che includono atti di violenza fisica, intimidazione, e molestie, che violano le norme sociali e le regole scolastiche.
Trasgressioni delle norme sociali: comportamenti di disobbedienza alle leggi e alle regole stabilite, come vandalismo, furti, e inganno, che riflettono una mancanza di rispetto per le norme sociali e autoritarie.
Difficoltà di adattamento: problemi significativi nell’integrazione sociale e nella partecipazione accademica, dovuti a comportamenti perturbatori e disorganizzati, che influiscono negativamente sull’ambiente scolastico e sulle relazioni interpersonali.
Frustrazioni minori e conflitti con coetanei e adulti, compromettendo la capacità di stabilire e mantenere relazioni sociali armoniose.
Problemi di autocontrollo: difficoltà nel regolare le proprie reazioni emotive e comportamentali, con una tendenza a rispondere impulsivamente e con atteggiamenti sfidanti, che ostacolano il processo educativo e la partecipazione sociale.
Alunno con Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è uno studente caratterizzato da un pattern persistente e dirompente di comportamenti oppositivi, provocatori e ostili verso figure di autorità, che interferisce significativamente con il suo rendimento scolastico e le relazioni sociali. Si presenta solitamente intorno ai cinque anni, ma può continuare e aggravarsi sino all'adolescenza. Questo disturbo comportamentale si manifesta attraverso rabbia, irritabilità e comportamenti vendicativi oppure oppositivi che persistono in modo continuativo per un periodo di almeno sei mesi. Fattori importanti per la diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio sono la frequenza e l'intensità con cui i sintomi si verificano e la loro presenza in più contesti di vita (es.: casa, scuola, sport,…) o con più persone, che non siano solo fratelli o familiari. Nello specifico, può manifestare:
Comportamenti Oppositivi e Provocatori: un modello di comportamento caratterizzato da disobbedienza, atteggiamenti provocatori e opposizione sistematica verso le figure di autorità, come insegnanti e genitori. Questi comportamenti possono includere resistenza alle richieste, litigi e tentativi di mettere in discussione le regole.
Ira e aggressività: episodi di irritabilità e rabbia che si manifestano attraverso reazioni sproporzionate a frustrazioni minori e conflitti con coetanei e adulti, compromettendo la capacità di stabilire e mantenere relazioni sociali armoniose.
Problemi di autocontrollo: difficoltà nel regolare le proprie reazioni emotive e comportamentali, con una tendenza a rispondere impulsivamente e con atteggiamenti sfidanti, che ostacolano il processo educativo e la partecipazione sociale.
Un alunno con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) è uno studente che manifesta difficoltà persistenti e circoscritte in determinate aree del processo di apprendimento, come la lettura, la scrittura o il calcolo. Tali ostacoli non sono imputabili a deficit cognitivi generali o a una mancanza di opportunità educative, ma incidono significativamente su abilità specifiche. Per garantire il suo successo scolastico e un accesso equo all'istruzione, sono necessari interventi didattici e pedagogici mirati, che rispondano in maniera efficace alle sue esigenze particolari. Un alunno con DSA manifesta generalizzata compromissione delle funzioni esecutive: suggerisce una difficoltà specifica e localizzata, piuttosto che un problema generalizzato nell'apprendimento. Necessità di Interventi adattativi: richiesta di strategie educative personalizzate e di supporti specialistici, come l'uso di strumenti compensativi e misure dispensative, che facilitano l'accesso al curriculum e la gestione delle difficoltà specifiche.
Legge 8 ottobre 2010, n. 170: Normativa italiana che riconosce ufficialmente i disturbi specifici dell'apprendimento e stabilisce i diritti degli studenti con DSA a ricevere adeguate misure compensative e dispensative. Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012: Fornisce indicazioni operative per l'attuazione della Legge 170/2010 e specifica le modalità di identificazione e intervento per gli alunni con DSA.
Alunno con disturbo evolutivo specifico
Un alunno può presentare disturbi evolutivi specifici (DES), un insieme di condizioni cliniche che influenzano lo sviluppo normale delle competenze cognitive, linguistiche e motorie dei bambini, e che non possono essere attribuiti a condizioni mediche generali, a disabilità intellettiva o a svantaggi socioculturali. Questi disturbi emergono durante le fasi evolutive e si manifestano con difficoltà specifiche che interferiscono con l’apprendimento e il funzionamento quotidiano del bambino. I principali disturbi evolutivi specifici includono:
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA):
Dislessia: difficoltà specifiche nella lettura, che si manifestano con problemi di decodifica e comprensione del testo.
Disgrafia: difficoltà nella scrittura, che includono problemi di coordinazione motoria fine e difficoltà nella produzione grafica.
Disortografia o Disturbo della Compitazione: difficoltà nello scrivere correttamente le parole e nell’applicare le regole ortografiche.
Discalculia: difficoltà nel calcolo e nella comprensione dei concetti matematici, che influiscono sulla capacità di eseguire operazioni matematiche e risolvere problemi numerici.
Disturbo del Linguaggio Espressivo: difficoltà nella produzione verbale, che possono riguardare la formazione di frasi corrette e l’uso appropriato del vocabolario.
Disturbo del Linguaggio Ricettivo: difficoltà nella comprensione del linguaggio, che possono comportare problemi nel seguire istruzioni e comprendere il significato delle parole.
Disturbo del Coordinamento Motorio
(nota anche come Disturbo della Coordinazione Motoria o Disprassia): caratterizzato da difficoltà nel coordinare i movimenti corporei, che possono influire sulla motricità fine e grossolana, compromettendo l’esecuzione di attività motorie complesse e quotidiane.
Disturbi del Comportamento e dell’Autocontrollo:
Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD): caratterizzato da difficoltà nell’attenzione, impulsività e iperattività, che possono interferire con l’apprendimento e il comportamento sociale.
Disturbi del Comportamento:
Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) e Disturbo della Condotta: caratterizzati da comportamenti oppositivi, provocatori e antisociali che possono influenzare negativamente le relazioni sociali e il funzionamento scolastico.
Disturbi dell'Interazione e della Comunicazione:
Disturbo dello Spettro Autistico (ASD): riguarda una vasta gamma di sintomi che influenzano le capacità di comunicazione, interazione sociale e comportamento. Sebbene non sia sempre considerato un disturbo evolutivo specifico, è spesso incluso nella discussione su disturbi che influenzano l’apprendimento e lo sviluppo.
Alunno con sindrome di Down
Un alunno con sindrome di Down è uno studente che presenta una condizione genetica caratterizzata dalla presenza di una trisomia sul cromosoma 21, che comporta un insieme specifico di tratti somatici, comportamentali e intellettivi. Questa sindrome, anche nota come Trisomia 21, si manifesta attraverso una complessa combinazione di peculiarità fisiche e differenze a livello cognitivo, che possono influenzare variamente le capacità di apprendimento e sviluppo. L'alunno con sindrome di Down, pur esprimendo un ritmo evolutivo tipicamente più lento e un livello cognitivo che può variare ampiamente, possiede una straordinaria capacità di apprendere e adattarsi se adeguatamente stimolato. Può trarre particolare beneficio da un ambiente educativo che valorizza l'inclusione e adotta approcci didattici su misura, rispettosi della sua individualità e del suo potenziale, nel quale può coltivare competenze sociali, relazionali e cognitive in armonia con i suoi tempi. Nella vita scolastica, la presenza di un alunno con sindrome di Down offre alla comunità educativa un'opportunità di arricchimento umano e formativo, stimolando processi di crescita, empatia e coesione sociale.
Nell'ambito dell'ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) dell'OMS, il termine "ambiente" fa riferimento a tutti quei fattori esterni che influenzano, positivamente o negativamente, il funzionamento e la disabilità di un individuo. L'ambiente è definito come l'insieme delle caratteristiche fisiche, sociali e attitudinali del contesto in cui una persona vive e interagisce. Nello specifico, l'ICF distingue tra fattori ambientali che possono facilitare o ostacolare le attività di una persona. Questi fattori comprendono:
Prodotti e tecnologia: oggetti e strumenti di uso quotidiano, tecnologie per la mobilità, dispositivi di comunicazione, ecc.
Ambiente naturale e cambiamenti ambientali: elementi come clima, condizioni atmosferiche, e caratteristiche naturali che influenzano l’individuo.
Supporto e relazioni: coinvolgimento di famiglie, amici, comunità, professionisti della salute e altre reti di supporto sociale.
Atteggiamenti: valori, opinioni e aspettative della società o del gruppo sociale nei confronti della disabilità.
Servizi, sistemi e politiche: normative, servizi pubblici e strutture organizzative che regolano e influenzano le attività della vita quotidiana. L'ICF enfatizza come l'ambiente possa essere un facilitatore o una barriera, influenzando profondamente il livello di partecipazione di una persona alla vita sociale e la possibilità di svolgere attività quotidiane.
Ambiente di apprendimento
L'ambiente di apprendimento è il luogo fisico o virtuale, ma anche lo spazio mentale e culturale, organizzativo, emotivo e affettivo. Indica l’insieme di situazioni e di attività strutturate che coinvolgono insegnanti e allievi sulla base di scopi e interessi comuni. Viene predisposto "intenzionalmente" dall'insegnante ed è uno "spazio d'azione" creato per stimolare e sostenere la costruzione di conoscenze, abilità, motivazioni, atteggiamenti.
L’apprendimento è il processo di acquisizione di modificazioni stabili del comportamento, con lo sviluppo di capacità, abilità, conoscenze, valori. È generato dalla pratica o altre forme di esperienza, come ad esempio l’osservazione, lo studio, il ragionamento. Si sviluppa in interazione con l’ambiente e ha come scopo il miglior adattamento al contesto.
Assegnazione delle risorse
Processo costituito da diverse fasi (consegna della documentazione dell’alunno da parte della famiglia, acquisizione della documentazione da parte della scuola, richiesta di risorse da parte della scuola ai diversi Enti coinvolti) al termine del quale l’Ufficio scolastico e/o il Comune rispondono al bisogno registrato e comunicato dalla scuola attraverso lo stanziamento di cattedre di sostegno o monte orario di educatori professionali.
L'insieme di tutte le figure di supporto e di assistenza all'educazione degli alunni con disabilità. In questa categoria si includono le figure necessarie per l'autonomia di base (spostamenti, igiene personale, mensa), per la comunicazione di alunni non udenti e/o non vedenti e gli educatori comunali che sostengono le relazioni sociali.
L'insieme delle azioni, degli interventi metodologici e didattici quotidiani che i docenti predispongono ed attuano all'interno delle proprie classi. Possono essere attività individuali, in piccolo o grande gruppo, laboratoriali. Devono essere pensate e sviluppate al fine di consentire a tutti e a ciascuno di raggiungere gli obiettivi prefissati, secondo i diversi stili di apprendimento e le proprie possibilità.
L’ausilio è un supporto, un aiuto, che consente di compiere un'azione che altrimenti non sarebbe possibile. Gli ausili sono dei facilitatori speciali per le persone con disabilità in quanto ne favoriscono il funzionamento. Nell’ICF l'ausilio rappresenta la possibilità di favorire il processo di apprendimento nella sua complessità, permettendo che una competenza possa essere espressa nella sua compiutezza.
L'autodeterminazione rappresenta l'insieme delle predisposizioni, competenze e opportunità che consentono all'individuo di fungere da agente primario nella propria esistenza, esercitando la libertà di scegliere e decidere riguardo alle proprie azioni, senza subire indebite influenze o interferenze esterne. In termini più elaborati, essa si configura come la facoltà di operare scelte e prendere decisioni liberamente, in conformità con le proprie inclinazioni e desideri personali. Tuttavia, tale diritto, che è intrinsecamente riconosciuto come fondamentale, viene frequentemente negato alle persone con disabilità, in particolare a quelle con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, a causa di pregiudizi persistenti e ingiustificati. Pertanto, pur essendo l'autodeterminazione un diritto essenziale e inalienabile, essa deve essere garantita nella misura massima possibile, secondo le circostanze specifiche. Qualora sia necessario, si possono fornire i supporti adeguati nel processo decisionale, evitando tuttavia di sostituirsi completamente alla persona con disabilità. Nella scuola secondaria di secondo grado, la partecipazione degli studenti con disabilità al GLO va sicuramente considerata in quest’ottica.
L'autonomia è la capacità di agire e prendere decisioni senza dover dipendere da qualcun altro, la capacità di comprendere i propri bisogni e le proprie necessità e di perseguirli attraverso competenze e capacità. Il concetto di autonomia include quello di auto-regolazione, di conoscenza di se stessi, delle proprie abilità e dei propri limiti. E' fondamentale nella costruzione del progetto di vita. L'autonomia può essere considerata dal punto di vista personale, sociale e istituzionale. Le persone con disabilità possono incontrare diverse sfide che impediscono loro di essere completamente autonome. L’autonomia rappresenta la realizzazione più tangibile dello sviluppo umano poiché consente l’opportunità di raggiungere i propri obiettivi. Tale bisogno, per le persone con disabilità, richiede una costante consapevolezza delle proprie capacità e limitazioni. Acquisire autonomia significa diventare protagonisti della propria vita.
L’autorappresentanza, strettamente legata alla autodeterminazione, riguarda il diritto delle persone con disabilità, fin da studenti, di esprimere in prima persona il proprio pensiero, le proprie opinioni e aspettative, impegnandosi anche affinché tale diritto venga rispettato. La persona può senz’altro avvalersi di ogni facilitatore e sostegno per potersi esprimere al meglio e va evitato che un altro soggetto si sostituisca integralmente nelle decisioni e limiti la sua libertà di espressione.