auditorium del MAXXI
La novità rappresentata dal Manifesto dell’Aeropittura, pubblicato nel 1929 come espressione del Futurismo con i suoi campioni – Enrico Prampolini, Gerardo Dottori, Tullio Crali e molti altri – si incrocia al racconto degli esordi dell’aviazione italiana con i primi aeroplani di Gianni Caproni e di altre nuovissime industrie italiane, che insieme divennero il più potente strumento di propaganda di un regime che della modernità voleva fare la propria bandiera, ma che nella realtà tradì le speranze di una società, quella italiana, incapace di un reale cambiamento.
Marinetti è un personaggio chiave: molto ricco e ha investito tutti i suoi beni nell'idea di rispondere alla crisi dell'avvento del mondo industriale. Era un poeta, pubblica "Le Figarò" a Parigi, una pagina che illustra i principi del Futurismo.
Il Futurismo rappresenta uno scombinamento di tutte le arti. Molti altri pittori e scultori si innestano su questa scia come Balla e Boccioni, dove lla pittura e la scultura sono guidate dai dettami futuristi.
Con l'entrata in guerra spinta dal Futurismo molti di questi artisti morirono e Marinetti, una volta uscito dalla guerra, svilupperà un nuovo pensiero: l'Areopittura. La grande novità che affascina questo artista è l'areoplano che crea una nuova estetica di rottura e di cambiamento.
L'Aeropittura è una declinazione pittorica del futurismo che nasce già negli anni '10, ma che si afferma negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Come espressione del mito della macchina e della modernità caratteristico del movimento marinettiano, l'aeropittura manifesta l'entusiasmo per il volo, il dinamismo e la velocità dell'aeroplano.
Dottori, "Manifesto dell'Areopittura"
Primavera Umbra, 1923
Trittico della Velocità, 1925-1926
Il Violo sul Paese, a 300 km sulla città, 1923
Incuneandosi nell'Abitato (un tuffo nella Città), 1939