12b. Indizi, prove, inferenze:
il testo di Wegener 

In un dato momento la terra può aver avuto un solo aspetto. Su ciò non si hanno notizie dirette. Noi ci troviamo dinanzi ad essa come il giudice dinanzi all'accusato che si rifiuta di dare spiegazioni e abbiamo il compito di stabilire la verità in base ad indizi. Tutte le prove che possiamo addurre hanno il carattere fallace degli indizi.

Come giudicheremmo il giudice che emette il suo giudizio fondandosi solamente su una parte degli indizi a sua disposizione ?

Alfred Wegener, L'Origine dei Continenti e degli Oceani, edizione italiana 1962, p. 

Cap. 3 Argomenti tratti dalla geodesia

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Cap. 4 Argomenti tratti dalla geofisica

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Cap. 5 Argomenti tratti dalla geologia

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Cap. 6 Argomenti tratti dalla paleontologia e dalla biologia

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Cap. 7 Argomenti tratti dalla paleoclimatologia

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Sintesi del capitolo a cura di M. Volpi

Cosa è la paleoclimatologia:

“Settore della climatologia basato sull’evidenza che molti sistemi naturali sono dipendenti dal clima e agiscono come trasduttori, convertendo il segnale climatico in una registrazione più o meno permanente.”  (Enciclopedia Treccani)

Obiettivo di Wegener:

“Fino a qual punto i climi delle epoche passate ci offrono un criterio per giudicare dell’esattezza dell’ipotesi della deriva dei continenti, e in che misura possiamo servirci di queste prove.”

Il metodo utilizzato da Wegener:

"Per formarsi un giudizio esatto occorrono due cose:"

CONOSCENZA DEL PRESENTE

“la conoscenza del sistema climatico attuale e della sua azione sul mondo organico e su quello inorganico


CONOSCENZA DEL PASSATO

“la conoscenza delle prove climatiche fossili, nonché una loro esatta interpretazione”


La conoscenza del sistema climatico attuale...

La carta di Köppen

... e della sua azione sul mondo organico  ...

Alcuni esempi:

Zone a clima moderato: presenza di anelli annuali nelle piante legnose

Zone boscose: arrampicatori

Zone a clima tropicale o subtropicale: rettili di grandi dimensioni

Zone piovose: erbivori

Zone continentali, steppe: animali da corsa

... e su quello inorganico

Zone fredde (inlandsis = calotte glaciali)

morene, forme di accumulo di sedimenti costituiti dai detriti rocciosi trasportati da un ghiacciaio, e tilliti, rocce sedimentarie, da depositi morenici

Zone piovose: 

carboni (strati di torba fossile), formatesi dall’accumulo di acqua dolce in un bacino chiuso. La flora inclusa o adiacente permette di dedurne la temperatura di formazione, mentre lo spessore permette di dedurne l’origine tropicale o a latitudini medie.

Zone secche: 

sale, gesso ed altre evaporiti si formano per evaporazione dell’acqua di mare in zone sommerse (trasgressione) e poi emerse in zone di clima secco

Zone oceaniche: 

depositi marini calcarei, si formano nelle acque calde dei tropici e delle regioni subtropicali dove l’acqua è satura di carbonato che precipita


“la conoscenza delle prove climatiche fossili, nonché una loro esatta interpretazione”

“La straordinaria quantità di fatti, che si possono in qual modo utilizzare come dati sul clima fossile, rivelano che nella maggior parte delle regioni del globo vi era un clima diverso da quello d’oggi.”


Lo Spitzberg: da subtropicale a polare

Attualmente lo Spitzberg si trova nella regione dell'inlandsis; ma nella prima parte del Terziario (quando l'Europa si trovava nella zona equatoriale delle piogge) vi erano là boschi con una quantità di piante superiore a quella che si ha oggi nell'Europa centrale […] 

È evidente che in quelle epoche lontane lo Spitzberg aveva un clima presso a poco uguale a quello che ha attualmente la Francia, cioè la temperatura media doveva essere di circa 20° più elevata di quella d'oggi. E se risaliamo più indietro, troviamo indizi di una temperatura ancora più elevata; […] 

E anche nel Carbonifero troviamo allo Spitzberg dei grossi depositi di gesso, che attestano un clima secco, e una flora che ha anch'essa carattere subtropicale.”


Il Sud-Africa: da polare a subtropicale!

Il Sud-Africa, sullo stesso meridiano dello Spitzberg, nello stesso arco di tempo subì un cambiamento climatico altrettanto forte ma opposto: da polare a subtropicale. Come si interpreta questo cambiamento opposto dei climi?

Migrazione dei poli?

“Questi fatti completamente accertati non si possono spiegare in altro modo che con lo spostamento dei poli […]. È d’altra parte innegabile che tutti i tentativi precedenti […] hanno sempre condotto a delle affermazioni assurde e grottesche.”


Deriva dei continenti?

“Se si pone invece come base la teoria della deriva dei continenti e si introducono quindi le prove climatiche fossili in una carta del periodo climatico in questione (il carbonifero) […] tutti i dati climatici si dispongono in modo naturale nel quadro delle zone climatiche a noi familiare per il presente […].”


Clima nel Carbonifero

Inlandsis: tracce di epoca glaciale

Le tracce dell’epoca glaciale del permocarbonifero (359-251 Ma) sono molto lontane le une dalle altre, e si trovano sparse su quasi la metà dell’intera superficie terrestre

Interpretazione dei dati paleoclimatici

L’inlandsis: intorno all’Africa del Sud su un’area di circa 30°C. Il polo nord si trovava nell’oceano Pacifico, non ha lasciato tracce.

La grande fascia di carbon fossile: indice di clima piovoso equatoriale (prove: flora e spessore). Inoltre dista 90°C dal centro di inlandsis, indice di fascia equatoriale

I giacimenti salini nella zona del Sahara: zona di siccità del sud (tratteggiata)

Le scogliere calcaree in Europa Occidentale e nel Nord America Orientale, nelle Alpi e in Sicilia: indice della presenza di banchi corallini di acque calde marine

“La migrazione dei poli e gli spostamenti dei continenti formano qui completandosi reciprocamente il principio direttivo seguendo il quale il groviglio dei fatti […] viene ordinandosi.”


“Per noi oggi il problema non sussiste più in questo, se cioè le masse continentali si siano spostate o meno perchè un dubbio a tal proposito non è possibile, ma piuttosto se esse si sono spostate nel modo che la teoria esige”