01. Presentazione del corso.
Natura della scienza

Presentazione dei contenuti del corso

   Di solito, durante le lezioni di scienze a scuola, gli studenti incontrano la "scienza finale", in cui la conoscenza scientifica viene presentata partendo esattamente dalle conclusioni (cioè da quello che sappiamo oggi, che non è detto sia conclusivo...).

   L'approccio storico cerca di evitare questa falsa immagine della scienza come progressione lineare verso la verità. La storia della scienza può facilitare la comprensione della natura della scienza (vedi dopo), mettendo in evidenza i vincoli culturali e sociali in cui una scienza si è sviluppata, e rivelando il "lato umano" della scienza. 

   Ovviamente, non si tratta di memorizzare eventi, nomi e date quanto piuttosto ragionare sul modo in cui le idee sul nostro pianeta si sono modificate nel tempo, su quali basi, con quali conseguenze. La ricerca didattica, tra l'altro, ha spesso messo in evidenza come le idee del passato siano spesso le idee che "intuitivamente" i bambini e i ragazzi considerano verità scientifiche (e, quando la scuola non fa il suo dovere, anche molti adulti continuano a ritenere tali). Queste concezioni saranno spesso ricordate durante il corso come "misconcetti" o concetti "alternativi" (sottointeso: alternativi alla spiegazione scientifica). Le basi pedagogiche dell'importanza di conoscere i misconcetti che gli studenti possono avere su un determinato argomento sono riconducibili ad un modello costruttivista dell'apprendimento. Ritorneremo su questo argomento in una delle prossime lezioni.

   In questo corso non sarà possibile affrontare la storia della geologia nel suo complesso e nei dettagli - per la vastità dell'argomento in gioco e anche perché chi tiene il corso non è uno storico -  ma saranno effettuate alcune scelte. Si selezioneranno argomenti rilevanti, sui quali gli scienziati hanno scelto talvolta ipotesi erronee, o interpretato erroneamente i dati a disposizione, o semplicemente non avevano sufficienti dati per verificare le loro ipotesi. Alcuni studi indicano che le controversie scientifiche del passato possono essere utilizzate per sviluppare le competenze degli studenti per quanto riguarda l'analisi di un problema e il modo di argomentare, prima di rivolgere l'attenzione a questioni controverse più recenti. Si tratta in ogni caso di argomenti fondanti delle scienze della Terra (il tempo geologico, l'origine delle rocce, la dinamica terrestre....).

   Nella scelta degli argomenti si sono tenute presenti anche le indicazioni ministeriali per le scuole secondarie si primo e secondo grado, che potete trovare - rispettivamente - qui e qui.

La storia della scienza e l'insegnamento

   Nelle Indicazioni Nazionali (primo ciclo di istruzione) si legge:

    La moderna conoscenza scientifica del mondo si è costruita nel tempo, attraverso un metodo di indagine fondato sull’osservazione dei fatti e sulla loro interpretazione, con spiegazioni e modelli sempre suscettibili di revisione e di riformulazione. L’osservazione dei fatti e lo spirito di ricerca dovrebbero caratterizzare anche un efficace insegnamento delle scienze e dovrebbero essere attuati attraverso un coinvolgimento diretto degli alunni incoraggiandoli, senza un ordine temporale rigido e senza forzare alcuna fase, a porre domande sui fenomeni e le cose, a progettare esperimenti/esplorazioni seguendo ipotesi di lavoro e a costruire i loro modelli interpretativi.

Nelle Linee Guida per le scuole secondarie superiori (istituti professionali, tecnici e licei) il riferimento all'aspetto storico dell'insegnamento delle scienze è molto meno evidente. In generale, vengono fatti accenni all'evoluzione del pensiero scientifico da affrontarsi nei corsi di storia (ed eventualmente filosofia). Sul fronte invece degli insegnamenti scientifici si ha:

Per i licei

Per gli Istituti Tecnici, l'aspetto storico è suggerito negli insegnamenti di scienze e della tecnologia, almeno in teoria (tenendo conto che le ore di scienze sono due a settimana e solo nel biennio):

L'assenza di un riferimento all'aspetto storico delle scienze in quasi tutti i licei - a mio parere - impoverisce le progettazioni didattiche dei docenti di scienze e priva gli studenti di un quadro utile per il loro apprendimento.

Sarebbe invece importante che chi si occupa di istruzione scientifica continuasse a ricercare e sviluppare la storia della scienza attraverso metodi interdisciplinari per una migliore comprensione della natura della scienza da parte degli studenti. Come detto sopra, non è un caso che la ricerca didattica abbia più volte evidenziato come le "idee ingenue", le "spiegazioni alternative alla scienza", i cosiddetti "misconcetti" o "conoscenze alternative" dei bambini e dei ragazzi (e a volte degli adulti) assomiglino spesso - e a volte in maniera sorprendente - alle prime interpretazioni che storicamente l'uomo si è dato dei fenomeni naturali. Ne parleremo durante il corso, a proposito della evoluzione del pensiero geologico.

Il metodo scientifico

Soprattutto per chi decide di dedicarsi all'insegnamento (ma in generale per tutti coloro che affrontano studi di tipo scientifico) può essere utile riflettere su come funziona la scienza.

In questo caso, è interessante notare che praticamente tutti i libri scolastici (di qualsiasi ordine di scuola) iniziano a parlare di scienze introducendo il cosiddetto "metodo scientifico", sostanzialmente il metodo introdotto da Galileo. Ma esiste un unico metodo scientifico per tutte le scienze? Una scienza che studia oggetti che evolvono nel tempo (come la geologia, la cosmologia, l'archeologia.....) usa gli stessi metodi della fisica? E in che modo processi come la deduzione e l'induzione vengono utilizzati nel fare scienza?

"Lo schema generale va dalle ipotesi alla teoria, ma nelle applicazioni ai diversi campi di ricerca le diverse componenti e le diverse fasi del processo sono diversamente intrecciate e rilevanti: l’esperimento, i criteri di valutazione dei risultati, il modo di trattare gli errori, i modi di interpretare e di organizzare in formulazioni teoriche, ... sono specifici rispetto agli oggetti di studio." (S. Caravita)

I metodi scientifici

Per fare un esempio che ci riguarda direttamente: gli esperimenti di laboratorio svolgono un ruolo limitato nello sviluppo di molte idee chiave della geologia. I ricercatori di scienze della Terra hanno costruito e sviluppato un approccio che utilizza diversi modi di indagine per affrontare concetti come la tettonica delle placche, il tempo geologico, o i cambiamenti climatici globali. Se ne possono individuare sei (Kastens & Rivet, 2008):

"Geoscientists test hypotheses by comparing modern processes to those found in the rock record; comparing related examples to understand commonalities and differences attributable to process, history, and context; finding multiple converging lines of evidence; and comparing observations to theory-based prediction. They share the perspective that observation and  a spatial and temporal organizational scheme are fundamental to understanding Earth systems and processes. Their interpretations are grounded in a common understanding that Earth represents a long-lived, dynamic, complex system for which a 4.6-billion-year history has been shaped by processes operating at different rates. These methods and approaches have evolved over time because they are particularly well adapted to studying Earth." (Manduca & Kastens, 2012)

Più in generale, è anche interessante riflettere sul fatto che la maggior parte - se non tutti - gli scienziati non lavorano seguendo il "modello di metodo scientifico", che prevede di osservare i fenomeni, raccogliere dati, avanzare una spiegazione (ipotesi), testare l'ipotesi in laboratorio. Prima che venga formulata una ipotesi, anche decenni prima a volte, esiste una fase in cui interviene l'aspetto creativo della scienza, in cui l'immaginazione ha un ruolo fondamentale, e anche la personalità dello scienziato... Come esempio, se vogliamo estremo, di questa diversità, pensiamo al fatto che Niccolò Copernico spostò la Terra dal centro dell'universo e diede inizio a quella che viene chiamata "rivoluzione copernicana" non basandosi sulle osservazioni astronomiche ma perché il modello tolemaico, per dare ragione di tutte le osservazioni e poter prevedere le posizioni reciproche degli astri, era stato costretto a utilizzare orbite non perfettamente circolari. E' stato per avere orbite circolari (e quindi per un motivo scientificamente sbagliato...) che Copernico buttò via un modello usato da oltre 1400 anni e ne inventò uno nuovo.

Il linguaggio

In questo articolo ci sono alcune definizioni di parole come: metodo scientifico, metodo di insegnamento, induzione e metodo induttivo, deduzione, metodo logico-deduttivo, ipotesi, osservazione, inferenza, interpretazione.

Alcune di queste parole hanno significati diversi se utilizzati nel linguaggio comune e nel linguaggio scientifico. Ma anche nel linguaggio scientifico il significato può variare da un ambito scientifico all'altro. Prendiamo per esempio la parola "ipotesi". In matematica, l'ipotesi è la condizione fissata a priori, dalla quale discendono necessariamente alcune conseguenze; date certe ipotesi, si dimostrano certe tesi. Ben diverso è il significato di ipotesi nelle scienze sperimentali, in cui il risultato di un ragionamento deduttivo deve sempre essere confrontato con i "dati" della realtà. Nel linguaggio comune, infine, la parola ipotesi viene spesso usata al posto di "idea non sicura", "possibilità": "sto valutando l'ipotesi di cambiare lavoro"; "nell'ipotesi che tu sia eletto sindaco" ... 

Nella comunicazione (e l'insegnamento è una forma particolarmente complessa di comunicazione) è importante sapere che le parole hanno significati diversi in diversi contesti e anche per diverse persone.

Esempi di parole che, al di fuori dell'ambito scientifico assumono un significato diverso:

(elenco in costruzione, puoi contribuire...)

Implicazioni didattiche

Il brano seguente è tratto dal sito https://evolution.berkeley.edu/, mette in guardia da alcune comuni attività didattiche che possono generare concetti non scientificamente corretti sull'evoluzione:

Slippery slopes in common classroom activities

Evolution is more difficult to observe than, for example, Newtonian physics. Thus, we often conduct activities in the classroom that are intended to be analogous to evolution and to the scientific enterprise. However, some of these activities can lead to misconceptions unless they are carefully planned.

Having students hypothesize (guess) before they know anything

Hypotheses are explanations for natural phenomena that are based on prior experience, scientific background knowledge, preliminary observations, and logic. There are two main ways in which activities misuse the idea of having students form hypotheses. First, they may ask students to formulate a hypothesis without any prior knowledge or experience. This does not reflect the way science actually works and so should be avoided. If you want students to make a guess, that's fine — just be sure to call it a guess, not a hypothesis! Second, many activities ask students to form a hypothesis about what will happen in a particular situation or in a particular experiment. This conflates the idea of a hypothesis with that of an expectation. Hypotheses are explanations. There is nothing explanatory about the prediction that plants that get more water will grow taller or that students wielding tweezer-"beaks" will pick up the most lentils off the carpet — so these are not hypotheses. Rather they are expectations generated by the hypotheses that water is a critical component of plants' growth process and that a small "beak" is most efficient at picking up small food items. Be sure to help students distinguish between ideas that are true explanatory hypotheses and those that are merely what they think is going to happen. You can help students formulated real hypotheses by probing them about why they expect one outcome and not another to occur.

La natura della scienza

Parliamo di "natura della scienza", prendendo spunto dal libro di McComas Nature of Science, disponibile in rete per gli interessati. 

Fra gli aspetti ambigui dei libri scolastici, c'è l'idea che per ogni domanda sul mondo naturale gli scienziati alla fine hanno trovato o troveranno la "risposta corretta". In accordo con questa impostazione, alla fine di ogni capitolo si trovano gli esercizi da completare con la risposta "corretta", cercando quella giusta tra le domande a risposta multipla oppure si trovano rigidi protocolli di laboratorio attraverso i quali si può arrivare alla risposta "giusta".

Nella scienza, la risposta corretta in assoluto non esiste. Ciascuna risposta è corretta fino a prova contraria. Inoltre, la conoscenza scientifica non viene prodotta nel modo stereotipato descritto nei libri scolastici; in parte è il prodotto dell'inferenza umana, dell'immaginazione e della creatività, confermate poi da evidenze empiriche.

Rimandando la teoria alla lettura del libro (per chi fosse interessato), ci concentriamo qui su alcune attività che possono far riflettere su temi come: cosa significa osservare un fenomeno? Cosa hanno di diverso le osservazioni scientifiche rispetto a quanto intendiamo nel linguaggio e nella pratica quotidiana per "osservazione"?

Osservazioni

Osservazioni = Dati

Inferenze = deduzioni logiche a partire dai dati

Previsioni = supposizioni logiche su ciò che accadrà in futuro basate su dati e deduzioni 

Cosa significa "osservare" un fenomeno?

Spesso, tendiamo a considerare l'osservazione un processo "semplice", ma non è così. Per prima cosa, scopriamo che l'osservazione è un processo che dipende fortemente da quello che "vogliamo osservare", o che "sappiamo di dover osservare".

Per esempio, nel video seguente la richiesta è quella di contare il numero di passaggi di palla che fanno i giocatori con la maglia bianca: sapete rispondere correttamente?

L’osservazione non consiste in una registrazione passiva di un fenomeno …… Si tratta invece di un processo attivo col quale l’osservatore controlla le proprie percezioni confrontandole con le proprie aspettative…. Finché le osservazioni non servono a rispondere ad una domanda posta con chiarezza è possibile che i ragazzi non registrino accuratamente quel che vedono”. (Ausubel, Educazione e processi cognitivi, Angeli, Milano, 1987) 

Quando si fanno e si registrano osservazioni senza porsi delle domande, senza avere degli obiettivi definiti e chiari, l’osservazione può risultare inefficace. L'osservazione efficace è focalizzata.

Il processo di osservazione può essere influenzato da idee preconcette che abbiamo, anche senza rendercene conto. Può essere influenzato anche dal modo in cui funziona il nostro cervello. Un esempio molto noto è quello delle illusioni ottiche. Il nostro cervello lavora moltissimo, anche quando non ce ne accorgiamo: ricostruisce parti mancanti, inserisce l'immagine in un contesto noto, confronta parti diverse di una immagine, si basa su tutto quello che è già noto per "dare un senso" all'ignoto, ecc.

In generale, quindi, può essere molto difficile fare osservazioni "oggettive".

Osservazioni e inferenze 

Anche quando pensiamo solo di osservare, tendiamo a interpretare quello che vediamo, costruendo una storia: facciamo quelle che si chiamano "inferenze". Possiamo sperimentare direttamente la differenza tra "osservazione" e "inferenza" con alcune attività pratiche e discussioni.

1. Quello che si propone in questa prima attività è osservare la figura seguente e scrivere cosa è successo sulla base di quello che si vede (osservazione). Una storia tipica, scritta di solito da molti studenti è: "due uccelli si avvicinano l'un l'altro sulla neve, lottano tra loro, quello grande manda via il piccolo e prosegue per la sua strada" o variazioni del genere.

2. Far vedere quindi la figura seguente. Chiedere "Cosa osservate?". Di solito la risposta è "Orme di uccelli (o di qualche altro animale)" oppure "Orme di animali che si avvicinano" ecc.

Scrivere sulla lavagna le risposte formulate dagli studenti

3. Per proseguire con lo scenario degli uccelli, a questo punto si può chiedere: "Potete vedere gli uccelli?" oppure "Come fate a dire che queste sono orme lasciate da uccelli?"

Il fatto che non vediamo gli uccelli rende la risposta "orme di uccelli" una inferenza piuttosto che una osservazione. Una vera osservazione sarebbe: "Due serie di segni neri di forma e dimensione diversa su uno sfondo bianco". E' un caso che la nostra familiarità con le tracce lasciate da certi animali ci faccia dire "orme di uccelli", in realtà potrebbero essere anche altro: due specie diverse di dinosauro, una mamma (o il padre) dinosauro con il suo piccolo. Oppure uccelli di specie diversi, oppure un uccello genitore con un piccolo. Anche il fatto di attribuire le tracce più grandi ad un animale più grosso è una inferenza.

Insomma, le risposte date comunemente non si basano solo sull'osservazione ma fanno largo uso dell'inferenza.

4. Si può chiedere a questo punto: "Perché i due animali si dirigono verso lo stesso punto?". Le risposte possono essere varie: vogliono raggiungere la stessa preda, o l'acqua. Uno può aver attaccato l'altro, oppure seguivano entrambi una traccia ... L'importante è far capire che tutte queste sono inferenze e che sono tutte plausibili. Lo stesso insieme di informazioni o evidenze porta a diverse, ugualmente possibili, risposte alla stessa domanda: "cosa è successo?".

5. Si mostra ora la figura seguente, chiedendo cosa rappresenta. Qualcuno può dire: le due file di segni si avvicinano e si mescolano a caso", che è una possibile osservazione. Qualcuno può dire: "i due uccelli hanno lottato tra di loro", che è una delle tante possibili inferenze.

6. Ora si mostra la figura seguente e si chiede agli studenti cosa osservano. La risposta, a questo punto è: "l'insieme dei segni più grandi continua anche dopo, i segni più piccoli non si vedono più". Si chiede: Quale inferenza puoi trarne? Ancora una volta le possibilità sono molte: un animale può over mangiato l'altro, uno dei due può essere volato via, uno può essere trasportato dall'altro... Sulla base delle osservazioni, tutte queste inferenze sono possibili, nessuna è certa. Nessuno ci assicura, per esempio, che le orme siano state lasciate nello stesso tempo...

7. Si tirano le conclusioni del lavoro: (1) osservazioni e inferenze sono processi diversi e (2) sulla base delle stesse osservazioni è possibile inferire molte risposte ugualmente plausibili.

Le inferenze sono uno dei principali strumenti della scienza: fare inferenze significa trarre conclusioni a partire da poche osservazioni, considerare singoli elementi e ‘costruire una storia’ su di essi

La maggior parte dei detectives usa frequentemente le inferenze; Sherlock Holmes è un esempio di come, sulla base di pochi dati, è possibile (ri)costruire una storia anche molto complessa

Non si ha mai la certezza che le conclusioni tratte dalle inferenze corrispondano alla realtà.

 

Proviamo a riconoscere quali delle seguenti frasi sono frutto di OSSERVAZIONE di un fenomeno naturale e quali invece fanno uso dell'INFERENZA

I clasti sono più grandi di 2 mm, quindi la roccia è un conglomerato

I semi della Bidens frondosa sono lunghi circa 5 mm

I frutti carnosi si sono evoluti per essere appetiti per gusto, forma e colori

Sulla base della loro genesi, le rocce si dividono in magmatiche, metamorfiche, sedimentarie

Tutti i rinoceronti hanno un corno

Il rinoceronte ha due teste

Tutti i cigni sono bianchi

I semi della Bidens frondosa sono fatti in modo da attaccarsi agli animali

(Tradotto da Lederman N., Abd-El-Khalick F. (1998) Avoiding De-Natured Science: Activities that Promote Understandings of the Nature of Science. In: McComas W.F. (eds) The Nature of Science in Science Education. Science & Technology Education Library, vol 5. Springer, Dordrecht. https://doi.org/10.1007/0-306-47215-5_5) 

La controversia sulla causa dell'estinzione di massa dei dinosauri è un caso recente in cui gli scienziati hanno proposto diverse ipotesi per spiegare le stesse osservazioni. La controversia persiste e non è ancora del tutto risolta. (Per un riassunto della controversia vedi, Glen, W. (1990). Cosa ha ucciso i dinosauri? American Scientist, 78, 354-370). Circa 60 milioni di anni fa, verso la fine del Cretaceo (simbolo  K) e l'inizio del periodo terziario (simbolo  T), i dinosauri, che durante il periodo Cretaceo regnavano sulle terre, si sono estinti (se ci sia stata veramente un'estinzione di massa o no, è un'altra domanda interessante. Per un punto di vista sulla questione si veda Raup, D. (1991). Estinzione: Geni cattivi o sfortuna? New York: W Norton & Co., specialmente il capitolo 4: Mass Extinction). Per molti anni, gli scienziati hanno fatto ipotesi sulla probabile causa di quell'estinzione. Nuove e significative prove sono state scoperte nei primi anni '80 e da allora altre prove sono state accumulate da centinaia di scienziati. La prova principale era un'anomala e impensabile concentrazione dell'elemento iridio nel record geologico al confine tra il Cretaceo e il Terziario (indicato come il limite K-T). Inoltre, sono stati studiati campioni di quarzo con tracce di shock da impatto e campioni di  stishovite (un polimorfo del quarzo che si forma a pressioni estremamente elevate) e sono stati prodotti numerosi altri dati sperimentali. Sulla base delle prove accumulate, gli scienziati hanno formulato molte ipotesi per spiegare l'estinzione, due delle quali hanno guadagnato un ampio credito. Le due ipotesi sono state avanzate da due gruppi di scienziati.

Il primo gruppo ha suggerito che un enorme meteorite (10 chilometri di diametro) abbia colpito la Terra alla fine del Cretaceo e portato ad una serie di eventi che causarono l'estinzione (vedi Alvarez, W., & Asaro, F. (1990, ottobre) An extraterrestrial impatto. Scientific American, 78-84). Un altro gruppo sostiene che massicce e violente eruzioni vulcaniche siano responsabili dell'estinzione (vedi Courtillot, V. (1990, ottobre) Un'eruzione vulcanica...Scientific American, 85-92). Ogni gruppo afferma che la propria ipotesi spiega meglio le prove sperimentali. 

La controversia è andata avanti per diversi anni e non è ancora finita. Questo è un caso interessante in cui si parte dalle stesse prove e si raggiungono conclusioni diverse da parte di scienziati che si avvicinano ad un problema da diverse prospettive (o paradigmi). In questo caso, queste due prospettive potrebbero essere indicate, rispettivamente,  come 'catastrofismo' (la convinzione che eventi drastici, su larga scala e improvvisi abbiano modellato la faccia della Terra in periodi di tempo piuttosto brevi), e "uniformitarismo" o "gradualismo" (la convinzione che elementi naturali dello stesso tipo e vigore abbiano gradualmente modellato, e continuino a modellare, la superficie terrestre per lunghi periodi di tempo).

Interpretazione e argomentazione

What is a scientist after all? It is a curious man looking through a keyhole, the keyhole of nature, trying to know what’s going on. (J. Cousteau)

"Uno scienziato", diceva l'oceanografo e esploratore Jacques Cousteau,  "è una persona curiosa che guarda nel buco della serratura". 

Quando guardi dal buco di una serratura, non puoi vedere tutto, ma solo qualcosa. Un esperimento è qualcosa di simile: si vede un aspetto, una parte. Per interpretare il resto, almeno fino a che non sia accessibile anch'esso attraverso "un altro buco della serratura" si possono fare congetture e inferenze,

Si può costruire un "modello" di questa particolare situazione che corrisponde alla ricerca scientifica, abbastanza semplice da realizzare...

Occorrente:

buste con finestrelle di plastica trasparente

varie forme in cartoncino colorato.

Inserire una o più forme in cartoncino dentro le buste e sigillare le buste

Obiettivo: ricostruire forma e dimensioni dei cartoncini basandosi solo su quello che si può vedere dalle finestrelle

Ipotesi, teoria, legge scientifica

Generally speaking, theories are inferred explanations for observable phenomena, whereas laws are statements or descriptions of the relationships among observable phenomena  

A hypothesis, on the other hand, can either serve as a description of the relationship between a set of observable phenomena or as an inferred explanation for those phenomena. As such, a hypothesis, or set of hypotheses, can develop into a theory or a law. 

Generally speaking, though, hypotheses explain relatively limited sets of observations in a certain field of scientific research, while theories often explain relatively huge sets of seemingly unrelated observations in more than one field of investigation (Lederman & Abd-El-Khalick, in McComas, 2002)

Gli autori presentano questa tabella, come esempio della diversità tra teoria scientifica e legge scientifica:

E' un'idea abbastanza comune (confermata anche dalla discussione in aula) che una teoria scientifica sia "qualcosa di cui non si è proprio sicuri", mentre una teoria "provata oltre ogni ragionevole dubbio" diventi una "legge scientifica"...

Invece, molto schematicamente:

legge scientifica = descrizione del fenomeno

teoria scientifica = spiegazione dettagliata di un fenomeno acquisita tramite il metodo scientifico e ripetutamente testata e confermata tramite osservazione e sperimentazione

ipotesi scientifica = proposta di spiegazione; può essere testata


Conclusioni?

Obiettivo dell'insegnamento scientifico: gli studenti devono avere la possibilità di 

Cronologia

02. La Terra nello spazio