Il 18 settembre la Repubblica concesse a Giovanni da Spira il 1° privilegio quinquennale, e da allora a Venezia si produssero fino ai primi del 1500 oltre quattromila edizioni. Il commercio si modificò grazie all’espansione della tipografia, inoltre, negli ultimi 10 anni del Quattrocento, le bancarelle e le botteghe mostravano il prodotto tipografico ai passanti da Rinaldo a San Marco.
Ma perché proprio a Venezia? A causa di alcune particolari caratteristiche:
- attivissimo commercio
- carta in abbondanza
- ricca tradizione di arti figurative
Successivamente gli stampatori divennero così numerosi da provocare la saturazione.
Dal 1490 circa a Venezia avvenne una decadenza della stampa, ma comparve Aldo Manuzio che affrontò la situazione, realizzando un miracolo imprenditoriale. Dopo avere studiato a Ferrara, Manuzio iniziò a lavorare a Venezia dove stampò moltissimi libri scritti in latino e greco. Divenne famoso per la creazione dei caratteri aldini, cioè lettere scritte con un corsivo molto elegante che erano molto simili ai manoscritti greci. Fu lui a inventare la numerazione delle pagine, sia sul recto sia sul verso. Il maggior aiuto che Manuzio ha procurato all'odierna scrittura fu la definitiva sistemazione della punteggiatura: i segni di punteggiatura nella loro forma attuale. Al contrario, il ”punto mobile”, che serviva a chiudere le frasi interne al periodo. Per lo più Manuzio è considerato inventore del carattere corsivo, che aveva pensato come riproduzione della scrittura cavalleresca.
La diffusione della lingua e della cultura greca era la priorità in confronto al profitto economico nell’operato di Manuzio.
La sua preoccupazione era tenere alta la qualità delle edizioni e non di essere accessibile a più persone. La sua prima stampa risale al 1494 e I suoi libri erano elogiati da svariata gente, i suoi prodotti erano contraddistinti da una marca tipografica che rappresentava un’ancora e un delfino: la prima stava a significare la solidità e la seconda la rapidità.
Le edizioni prodotte in greco, latino e italico da Manuzio superano le 130. Il suo catalogo enciclopedico comprendeva tanti personaggi tra cui Omero, Virgilio e Alighieri. Un vero capolavoro dell'arte tipografica fu l’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna. Fu proprio Mantegna ad abbellire questa opera che veniva chiamata la più bella di tutti i tempi. Manuzio conobbe la stampa fin dal momento in cui Pannartz la introdusse in italia prima a Subiaco e poi a Roma. A Roma apprese i primi rudimenti. Per Manuzio l’attività tipografica non si distacca da quella umanistica, anzi essa ne era il complemento e si inseriva bene nel nuovo contesto sociale e culturale e in quello del Rinascimento veneziano. Sappiamo che Aldo, prima di stampare il suo primo libro, lavorò all’organizzazione della sua azienda. Indubbiamente, preparativi e rapporti andavano al di là dell'organizzazione stessa della società tipografica, considerando anche l’evoluzione della stampa ebbe, specialmente per quanto riguarda l’origine del celeberrimo carattere aldino, poi cancelleresco e poi ancora corsivo che Erasmo e i letterati cinquecenteschi lodarono in più occasioni, e il formato in ottavo, più leggero e di minori dimensioni in confronto al manoscritto.
Alfabeto del corsivo inventato da Aldo Manuzio.
(fonti usate: libri, link)
Martina Scapin, Filippo Finotti, Francesco Zanotti, 2A (a.s. 23/24), Francesco Miotto (PCTO, a.s. 23-24)