Tra la fine del XVI secolo, e anche il secolo successivo la repubblica di Venezia e il papa non avevano buoni rapporti. A Venezia la correzione del consiglio dei X aveva prodotto un cambiamento all’interno del patriziato portando al potere una fazione detta “Dei giovani”. I Giovani pur confermando la loro religiosità si dimostravano ribelli ad accettare il compito della Chiesa, quindi Roma accusa Venezia di ospitare eretici. Accadde poi nel 1605 che vennero convocati due ecclesiastici del consiglio dei X colpevoli di reati comuni. Intanto muore Papa Clemente VIII e viene eletto Papa Paolo V che essendo un giurista intransigente il 10 dicembre 1605 emana due Brevi dove dice che l’arresto dei due ecclesiastici era nullo, tutto ciò con minaccia di scomunica. Nel 1606 viene eletto il Doge Leonardo Donà capo del partito dei “Giovani”. Dopo di che viene eletto (dal consiglio dei X) Paolo Sarpi che starà al fianco del Papa. La disputa fra chiesa e Venezia esplode con l’interdetto del 17 aprile 1606 proclamato a causa del tentativo di Venezia di ridimensionare il potere dello stato della chiesa. Il senato risponde proibendo a chiunque di obbedire alla Chiesa, chi lo farà sarà espulso dalla repubblica. A causa dell’interdetto Venezia rischia grosso perché il governo Marciano sa di poter contare sull’attaccamento ai veneziani ma non sa come la prenderanno i cittadini, e qui la nobiltà si schiera con il governo e il clero non osa sfidare il Senato. Il 14 giugno 1606 i Padri vennero espulsi da tutti i domini della Serenissima, questo esilio durò mezzo secolo.
In questa immagine è rappresentato il Doge della Serenissima, Leonardo Donà. Che ha combattuto contro Papa Paolo V. Questo dipinto è stato creato nel 1650. (Immagine Doge Leonardo Donà)
In questa immagine è rappresentato il Papa Paolo V. Questo Papa ha combattuto religiosamente contro il Doge Leonardo Donà. (Immagine di Paolo V)
Soffermiamoci sugli inizi della crisi, dell’interdetto. Finché il governo e la nobiltà erano contro, i contadi ne rimasero fuori perciò tutta l’attenzione dei rettori andò sul clero. Il clero si trova di fronte alla scelta tra l’obbedienza ai loro superiori o alle misure repressive dello stato. Il clero sceglie lo Stato( Il governo Marciano). Dopo un bel po' di succedersi di vari provvedimenti da parte del governo Marciano si pensa che questo operi su due piani: sul piano diplomatico nel ristretto ambito delle corti, e sul piano “pubblico”.
A questo punto ci poniamo un'altra domanda: fino a che punto il Senato poteva spingersi contro la Chiesa? Io credo che tutti gli eventi di cui abbiamo parlato fino ad adesso abbiano origine nel 1598 a Ferrara con il taglio di Porto Viro e il braccio di ferro con Paolo V. Visto che l’occupazione a Ferrara condusse a rischi, fu condotta ad uno spiegamento di mezzi. Così il cardinal nipote Pietro andò ad occupare con le forze militari la città, intanto il Papa Clemente VII si recò anche lui a Ferrara da maggio a novembre, questa presenza del papa al confine della repubblica era per scopi laici non religiosi. Allora ci chiediamo: quanto peso avrebbe avuto un precedente nel determinare, un po' di anni dopo, il comportamento del governo veneto? Da qui scoppiò tra la Serenissima (Non clero) e lo Stato una vertenza che finì nel 21 aprile 1607. Per fortuna a fine di questa vertenza la Repubblica poté continuare a vantarsi delle opere di Paolo Sarpi (Il braccio destro di Paolo V) come la sua statua a Santa Fosca forse l’unico ritratto in cui si spiega l’antico genio.
Giorgia R., Vittoria I. S., Ginevra M., 2D (a.s. 23/24), Francesco Miotto (PCTO, a.s. 23-24)