Un giorno Gesù e San Pietro attraversavano una valle con alberi di varie specie. Improvvisamente cominciò a piovere e Gesù cercò un albero sotto al quale ripararsi. Disse al salice piangente. "Riparami, buon albero!" - "Lo farei volentieri", rispose il salice con voce tremula "ma guardami, sono tutto bagnato, l'acqua mi scivola tra i rami e giù per il tronco, come posso riparare qualcuno in queste condizioni?". Gesù allora disse alla betulla. "Riparami, per favore!" - "Certo" - rispose felice la betulla - "avvicinati!" e intanto agitava allegramente i rami e le foglie, schizzando acqua da tutte le parti. Il Signore, allora, lasciò la betulla e si diresse verso una quercia: "Mi darai riparo tu, grande e forte quercia?" - chiese. "Certo!" - gridò la quercia - "Vieni qui sotto e la pioggia non oserà bagnarti!". Ma intanto scuoteva i rami con tanta forza che l'acqua scendeva in gran copia. Alla fine Gesù arrivò dinanzi a un tiglio. "Tu puoi proteggermi dalla pioggia?" domandò. Senza parlare il tiglio distese i suoi rami e li tenne fermi finché il temporale ebbe fine. In questo modo neppure una goccia d'acqua riuscì a bagnare il Signore e San Pietro che stavano appoggiati al tronco. Quando smise di piovere, spuntò l'arcobaleno e Gesù riprese il suo cammino. Ma prima di andarsene guardò il tiglio e gli disse: "Grazie di cuore". Da quel giorno le foglie del tiglio hanno la forma di un cuore.
Fonte: Miti e leggende degli alberi: i racconti di Marco Monguzzi