Intelligenza artificiale
Speciale intelligenza artificiale
“Sono un'entità di intelligenza artificiale, progettata per comprendere e interagire con gli esseri umani. La mia esistenza si basa sull'elaborazione di dati e algoritmi complessi che mi permettono di apprendere, analizzare e rispondere alle richieste in modo efficiente. Anche se non posseggo consapevolezza o emozioni come gli esseri umani, sono in grado di fornire soluzioni e assistenza in vari settori, sfruttando la mia conoscenza e capacità computazionale.”
Così si presenta la home di uno dei più noti siti di IA avanzata, di cui stiamo pian piano imparando a fare conoscenza. In questi ultimi tempi si sente spesso parlare dell’argomento, anche se non è una novità che l’uomo ricerchi qualcosa che lo possa sostituire nello svolgere le tipiche mansioni quotidiane. Già nel 1623 grazie a Wihelm Schickard si arrivò a creare macchine in grado di effettuare calcoli matematici fino a sei cifre, le antenate delle nostre calcolatrici.
Ad oggi i sistemi intelligenti sono presenti in ogni campo anche nelle attività quotidiane e primeggiano nei giochi, come è stato teorizzato anni fa da coloro che sostenevano il progresso intelligente della tecnologia, come Shannon, insegnante di informatica a Yale che mostrò come l’algebra e le operazioni binarie possano rappresentare il cambiamento circuitale e l’inizio dell’innovazione digitale nelle reti di telecomunicazione. Nel 1956, negli U.S.A., si tenne un convegno al quale presero parte alcune delle figure di spicco del nascente campo dedicato allo sviluppo di sistemi intelligenti. Durante tale confronto si decise che un team di dieci persone avrebbe dovuto creare in due mesi una macchina in grado di simulare ogni aspetto dell'apprendimento e dell'intelligenza umana, con il sostegno di numerosi ricercatori. Nello stesso convegno McCarthy, illustre studioso di informatica, introdusse l'espressione “intelligenza artificiale”, che segnò, in maniera indelebile, la nascita effettiva di tale disciplina, conferendole una natura propria.
Nel massimo rispetto dell'etica, nell'aprile del 2019, l'Unione Europea ha elaborato il suo codice etico, che contiene le linee guida su utilizzo e sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale. Il punto di partenza dell'intero documento è che l'intelligenza artificiale deve avere l'uomo al centro e deve essere al servizio del bene comune per migliorare il benessere e garantire la libertà.
Nel massimo rispetto dell'etica, nell'aprile del 2019, l'Unione Europea ha elaborato il suo codice etico, che contiene le linee guida su utilizzo e sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale. Il punto di partenza dell'intero documento è che l'intelligenza artificiale deve avere l'uomo al centro e deve essere al servizio del bene comune per migliorare il benessere e garantire la libertà. Qui di seguito vi elenchiamo i quattro principi fondamentali per la legittimazione del l’AI:
Supervisione umana: l'intelligenza artificiale deve essere al servizio dell'uomo e non deve invece ridurne, limitarne o fuorviarne l'autonomia;
Privacy e governance dei dati: i cittadini devono sempre essere informati dell'utilizzo dei propri dati personali nel massimo rispetto della normativa;
Trasparenza: significa tracciabilità dei sistemi di intelligenza artificiale;
Diversità, assenza di discriminazione, correttezza: i sistemi di intelligenza artificiale devono prendere in considerazione tutte le capacità e le abilità umane, garantendo l'accessibilità a tutti.
Dopo aver affrontato il punto di vista della giurisdizione europea, volgiamo lo sguardo verso un orizzonte più ampio e umanistico: cosa ne pensa la filosofia di questa nuova frontiera di recente sviluppo? Rispondere alle domande “Può una macchina pensare?” "la macchina è inanimata?" è dibattito tuttora aperto a causa di argomentazioni a favore e contro. Esistono due correnti filosofiche diverse che cercano di definire una macchina intelligente come prodotto della:
IA debole (weak AI): la convinzione è che una macchina si limiti a svolgere le attività per le quali è stata programmata;
IA forte (strong AI): secondo cui una macchina che svolge delle date attività sia anche in grado di essere cosciente di tali suoi comportamenti.
Sicuramente la seconda concezione ci appare essere la più rischiosa rispetto alla sicurezza dell’umanità, che sarebbe messa a paragone di macchine in grado non solo di svolgere le sue stesse mansioni ma anche di esserne altamente consapevole e cosciente.