Perchè il vintage è sostenibile?

Scritto da Martina Leorato

Negli ultimi anni il ritorno allo stile dei decenni passati ha portato lo shopping in negozi vintage a essere una pratica molto diffusa. Se prima bastava che le catene di fast-fashion proponessero capi ispirati ad esempio agli anni ‘90 o 2000, ora è preferibile acquistare direttamente da chi vende gli abiti che venivano utilizzati proprio durante quegl’anni. Questo fenomeno è stato amplificato dalla nascita e diffusione di applicazioni come Vinted o Wallapop, incentrate proprio sulla vendita di tali capi. Un altro aspetto che ha sicuramente influito sulla crescita di acquisti di questo tipo è il fatto che anche molti influencer hanno cominciato a promuovere il vintage, soprattutto su TikTok. Una ragazza in particolare porta contenuti di questo tipo: Matilde Sofia Falorni o @aifositam, è diventata conosciuta proprio per i suoi video in cui abbina vestiti di seconda mano arrivando ad outfit coloratissimi e stravaganti. C’è bisogno però di distinguere il termine “vintage” da “second-hand". Parlando di vintage facciamo riferimento ai vestiti che hanno più di 20 anni, invece per secondhand intendiamo agli abiti che sono stati venduti dopo essere già stati indossati. 

Scegliere di fare shopping tramite queste pratiche non vuol dire per forza comprare vestiti rovinati o danneggiati, spesso infatti i capi messi in vendita sono perfetti, soprattutto se parliamo di vintage piuttosto che di seconda mano. Ma nello specifico, sapete perché comprare vintage è sostenibile? Questi sono i 3 motivi principali: 

Riassumendo, acquistare capi vintage è un ottimo modo se si vuole seguire le tendenze pur essendo sostenibili. Come abbiamo visto ci sono più aspetti positivi nell’acquistare abiti vintage, tenete quindi sempre in mente questa alternativa, e se comincerete a scegliere questo tipo di shopping, farete di sicuro un favore al pianeta.