Non solo 

25 novembre

Non solo 25 novembre

Un minuto di RUMORE per accendere i cuori e le menti  della gente

“Ciao! 

Nella newsletter di oggi parliamo dell’episodio di femminicidio ai danni di Giulia Tramontano…”


Si apriva così la newsletter di Parole o-stili dello scorso 5 giugno e, ancora una volta, la storia si ripete con lo stesso identico copione.  

Ancora un’altra donna, ancora un altro femminicidio: Giulia Cecchettin.


Dal primo gennaio al 12 novembre, secondo i dati del Servizio Analisi Criminale della Polizia di Stato, sono 102 le donne uccise in Italia nel 2023 e 53 le vittime per mano del proprio partner o ex.

Prima di sapere quello che viene fatto nelle scuole per rendere i ragazzi consapevoli di ciò che sta accadendo ormai troppo frequentemente, scopriamo il significato di “Femminicidio” e di “parità di genere” per capire meglio cosa c’entrano con la scuola e cosa sanno davvero gli alunni di questi argomenti.


Femminicidio 

"Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte".

Devoto-Oli 2009


Parità di genere

” la garanzia costituzionale della possibilità di partecipare alla vita economica, politica e sociale senza alcun ostacolo connesso a sesso, etnia, lingua, religione, ideologia politica, al censo e al ceto di appartenenza”


Al contrario di come si possa pensare, proprio nelle scuole è importante parlare di questi argomenti. In questo modo, fin da giovani, gli alunni possono essere sensibilizzati ed essere in grado di comprendere in pieno quale possa essere la soluzione e il pensiero migliore per il loro futuro.

Sicuramente ogni professore ci fa riflettere su questi argomenti a modo proprio, con film, con attività o con lezioni particolari.


Abbiamo ragionato su come anche il mondo attuale e la storia siano ancora influenzati dalla prevalenza maschile. Ad esempio sui libri vengono raccontate le gesta di più personaggi maschili rispetto a quelli femminili; nel mondo attuale le persone che vengono più viste in TV, con più successo visibile, sono gli uomini (come calciatori, scrittori, ecc…) 


Abbiamo affrontato il tema degli insulti, notando che la prevalenza è di genere femminile: nel vocabolario italiano gli insulti o parolacce per le femmine sono parecchie; al contrario quelle maschili quasi nulle o perlopiù legate al genere maschile solo a livello grammaticale perchè in realtà prendono come colpevole la madre.


Abbiamo scritto quick write sull’importanza del rispetto e dell’uguaglianza tra uomini e donne.

Venerdì 24 novembre, in vista delle Giornata contro la violenza sulle donne, le/gli alunn* della secondaria di Cingia hanno portato delle scarpe rosse e i ragazzi sono stati invitati a scrivere dei bigliettini con frasi gentili rivolte alle donne. 

Se a Giulia, martedì 21 novembre, noi ragazzi abbiamo dedicato un minuto di silenzio, in questa giornata così speciale le è stato dedicato UN MINUTO DI RUMORE (v.d. video) come la sorella, Elena Cecchettin, aveva chiesto dopo la sua morte:

 «"Per lei e tutte le altre vittime non resteremo in silenzio, ma distruggeremo tutto».


Questo minuto è stato simbolo di protesta per non far finta di nulla: far rumore in modo che tutti capiscano la gravità della cosa e che qualcosa si accenda nei cuori e nelle menti della gente.


 

Rachele Stercoli, Matilde Fazzi 

3A e 2B secondaria di primo grado di Cingia De Botti

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Le nostre riflessioni


Perchè porre fine ai sogni di così tante donne?


I femminicidi sono un caso delicato di cui parlare, quindi cercheremo di esprimere i nostri pensieri in maniera discreta. 

Di questo argomento si dovrebbe sempre parlare, ma quando un nuovo episodio di femminicidio accade, il dibattito si accende. 


In questi ultimi giorni, infatti, è stata tolta la vita ad una ragazza di nome Giulia Cecchettin. In classe abbiamo discusso riguardo questo fatto, soprattutto  cercando di capire le nostre emozioni alla notizia di una morte così violenta, per mano di un uomo. La sensazione generale è di sgomento e ci si chiede “perchè?”.  Sono state espresse emozioni di disgusto, di rabbia e di compassione. A Giulia sono stati interrotti i sogni. 


Riflettendo, abbiamo discusso del fatto che la violenza ha tante forme e capire quale ne sia l’origine è davvero difficile per noi. Accanto alla violenza fisica, che non sempre si riesce a fermare in tempo, come nel caso di Giulia, ne esiste una più subdola, quella verbale. Stupide battute e parole come “donna schiava zitta e lava”, ”taci te donna”, ”vammi a fare un panino” sono spesso pronunciate senza una reale volontà di offendere, ma sono comunque sono sminuenti della figura della donna.  Queste frasi si trasformano lentamente in atteggiamenti di superiorità nei confronti della donna che la società, quasi, normalizza. 

Sono atteggiamenti sinonimo di limite alla libertà e ai sogni. Giulia stava per laurearsi: qualcuno che diceva di amarla ha deciso che non lo avrebbe fatto. Con che diritto? 


L’amore é libertà, ma è anche consapevolezza e rispetto del fatto che l’altra persona è unica e ha sogni e progetti da realizzare. Sulle parole possiamo ancora agire, prima che diventino comportamenti. 


Ylenia Tatulli e Melissa Ressi, classe 2^B, 

secondaria di primo grado di Gussola

Prevenzione e Coraggio


Era il 1999 quando l'Organizzazione delle Nazioni Unite ufficializzò il 25 novembre come giornata contro la violenza sulle donne, in ricordo delle tre sorelle attiviste domenicane Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, uccise il 25 novembre del 1960 per volere del presidente Trujillo. 

Una di loro aveva rifiutato pubblicamente le avances del dittatore ed aveva tentato di portare avanti la sua lotta politica contro un sistema opprimente e scorretto nei confronti dei più deboli. 


Noi, tre studentesse di undici anni, nel 2023 ci chiediamo se davvero istituire una giornata contro la violenza sulle donne abbia avuto gli effetti desiderati. 


Il 25 novembre, e quest'anno più che mai, è il giorno in cui si tirano le somme delle violenze subite dalle donne durante gli ultimi undici mesi. Leggiamo sui giornali che sono 105 le donne uccise da Gennaio 2023, ma non crediamo che questo sia anche il numero delle violenze o, meglio, non in un anno: sono 88 al giorno - stando alle denunce - le  donne vittime di violenza nel nostro Paese. Una ogni quindici minuti, e forse questi dati non sono ancora sufficienti. 

Nella nostra società la subordinazione della donna all'uomo si vede in ogni dove: nella Chiesa dei preti solo uomini, nella Politica dove le donne sembrano solo un escamotage, negli ospedali dei primari quasi sempre uomini, nella ristorazione dei grandi chef stellati, nelle più alte cariche della scuola e delle aziende. 


La violenza sulle donne è anche nei discorsi, nelle risate a battute sessiste, nelle frasi stereotipate, nelle pubblicità e nei film che alimentano ancora l'idea che la donna sia intellettualmente inferiore rispetto all'uomo, anche se le donne prendono voti più alti degli uomini a scuola e si laureano in percentuale maggiore sia in Italia che all'estero. Sentiamo dire frasi come "l'uomo è fatto così", "l'uomo è uomo", "la donna deve lavare i piatti", "la donna deve prendersi cura di casa, figli e marito"," le donne non sanno guidare", "la donna diventa brutta quando invecchia ma l'uomo migliora" e attenzione, non sono solo gli uomini a dire queste frasi, anche le donne hanno finito per crederci! 


Cosa dobbiamo fare quindi? Forse non è sufficiente istituire la giornata contro la violenza sulle donne quasi come se volessimo scusarci con loro solo in quel giorno ed essere perdonati per le nostre scorrettezze. Due parole: Prevenzione e Coraggio. Si deve immediatamente agire non appena vediamo che qualcosa non va: a scuola con un compagno di classe, in un rapporto di coppia qualsiasi o con gli amici. Bisogna avere il coraggio di reagire ed iniziare ad educare la società alla pace e al rispetto. 

E per voi lettrici donne, oggi ci piace ricordare il monito di Luciana Littizzetto: "Un uomo che ci picchia non ci ama, o perlomeno ci ama male".


Miriam Calabrò

Francesca Bedogni

Viola De Bortoli