I bambini dicono NO alla guerra

E’ passato ormai più di un anno da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina; dal 24 febbraio del 2022 gli scontri tra gli eserciti sono imperterriti. 

Ma oltre a questa guerra ci sono molti altri conflitti nel mondo. 

Abbiamo così deciso di intervistare alcuni bambini di quinta primaria per capire quale sia il loro punto di vista riguardo a questo argomento.

In classe avevano già avuto modo di parlare del conflitto russo-ucraino e della guerra in generale.

Ciò che è emerso è che, seppur piccoli,

anche i bambini hanno una chiara percezione di ciò che accade attorno a loro. Anche se in maniera commisurata alla loro giovane età, ne capiscono le cause e gli effetti e sono pronti a proporre soluzioni all’apparenza chiare e semplici ma che, nella realtà che ci circonda, sappiamo bene che sono difficili se non a volte impossibili da mettere in pratica a causa dell’arrivismo e della falsità di chi spesso ha il potere di prendere le decisioni.


-Cosa pensate della guerra?

Cristian e molti altri hanno detto che non è una cosa giusta perchè muoiono molte persone durante questi conflitti. Alessia dice che ognuno ha il diritto alla vita. Jacopo pensa che sia ingiusta perché non ha senso quando invece si potrebbe vivere in pace.

-Cosa si potrebbe fare per fermare la guerra?

Trovare un accordo comune.

-Se il capo di Stato sa che la guerra porta a conseguenze negative perché dichiara il conflitto a un Paese?

Perché al capo di Stato non importa che molta gente muoia; gli importa solo la vittoria.

-La Russia sta ottenendo ciò che vuole?

No, perché la Russia si vuole espandere ma l’Ucraina non si vuole arrendere perché se lo facesse la Russia attaccherebbe altri territori.

-Quali sono le cause per cui si inizia un conflitto?

I soldi, quindi l’economia; per espandersi, per il gas, per rafforzare il proprio Paese.

-Invece quali sono le conseguenze?

Si toglie l’indipendenza allo Stato attaccato, c’è inquinamento causato dai carri armati, ci saranno più persone malate quindi più malattie e una crescita della povertà. Le città vengono distrutte e con loro anche la cultura di quel popolo.

-Come vivono le persone in un Paese in guerra secondo voi?

Male e poi è difficile sopravvivere, infatti muoiono molte persone per una cosa così inutile.

-Cosa fareste se il nostro Paese entrasse in guerra?

Scapperemo in un altro Paese. 

-Ma è così facile? 

Inizialmente alcuni hanno risposto di sì perchè pensano che ci sarebbero molte persone pronte ad accoglierli; poi, riflettendoci, hanno detto che non è sempre così facile scappare da uno Stato in guerra. Non è facile nemmeno dire per sempre addio alla propria casa, alla propria patria.

Beatrice Mangoni e Camilla Rossi