#Oltre il buio

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La nostra esperienza di “Comunicare…in tutti i sensi”


Anche quest’anno il nostro Istituto ha attivato sui differenti ordini di scuola il progetto inclusione “Comunicare…in tutti i sensi” attraverso il quale la Dott.ssa Alessandra Massari, operatrice presso l’Istituto Ciechi di Milano, ha tenuto un laboratorio sul linguaggio Braille, utilizzato dalle persone non vedenti e ipovedenti per poter scrivere e leggere. 

Il nome viene da Louise Braille, di Parigi, che a quattro anni subì una grave lesione all’occhio sinistro per un incidente che lo portò alla cecità. Braille si è ispirato a un codice militare che gli aveva insegnato un ufficiale francese di nome Barbier. Così, in seguito, inventò un linguaggio tattile di puntini in rilievo basati su una griglia di sei punti.  

Per scrivere sono necessari un punteruolo, un foglio di carta apposito e una tavoletta che riporti la griglia di sei puntini. Si procede da destra verso sinistra. Il codice Braille permette di scrivere e leggere non solo parole, ma anche numeri e note musicali. 

Alla sua morte questo codice non era conosciuto; soltanto in seguito venne data importanza alla sua invenzione che divenne di utilità internazionale. Oggi, il codice Braille viene utilizzato per insegnare a leggere e a scrivere ai bambini delle prime classi della scuola primaria, poi viene sostituito dai supporti digitali con i tasti scritti in braille e un adattatore  che ha una forma che ricorda molto la macchina da scrivere.

La dott.ssa Massari ci ha fornito una scheda che riportava l’alfabeto Braille. Ha consegnato a tutti una tavoletta e un foglio di carta. Abbiamo iniziato a scrivere frasi utilizzando l’alfabeto e il punteruolo, formando dei solchi, per comporre le lettere. 

I ragazzi ciechi, ormai adolescenti, dopo aver imparato questa scrittura, utilizzano il pc anche con la sintesi vocale. Il linguaggio Braille consente di scrivere e leggere qualsiasi tipo di testo. Insieme con la dottoressa lavora anche una persona cieca che di professione fa l’informatico e che aiuta i ragazzi a usare il pc o il cellulare. 

Il codice Braille oggi si trova sulle scatole dei medicinali, negli ascensori, sulle ringhiere delle scale e sulle maniglie delle porte, sui telecomandi e, alcune volte, sul manto stradale. Lo scopo è favorire l’autonomia delle persone non vedenti. 

Questo laboratorio ci ha portato a non sottovalutare il senso della vista perchè non è una cosa scontata, in quanto consente di comunicare con l’altro e con l’ambiente. Ci ha fatto capire inoltre come spesso il pregiudizio sulla disabilità “renda ciechi” e tolga la possibilità di 

di confrontarsi e aprirsi a nuovi mondi.


La classe 1^B della scuola secondaria di Gussola