il 2010: STOP!

Il Consiglio Comunale di Rho non ha ratificato l’Accordo di Programma

per l’area ALFA ROMEO

ORA UN NUOVO ACCORDO E’ DAVVERO POSSIBILE !

Rho, 13 ottobre - In un sussulto di orgoglio politico il Consiglio Comunale di Rho ha deciso di non adeguarsi alle logiche della Regione Lombardia e di non ratificare l’Accordo di Programma per l’area Alfa Romeo. Come è noto il progetto (bocciato nel corso del Consiglio Comunale di Rho di ieri sera, e terminato a tarda notte col voto contrario) prevedeva l’insediamento di un grosso centro commerciale e la trasformazione in area residenziale di una fetta consistente di territorio, nonché l’abbandono della vocazione industriale dell’area.

Interpretando la volontà di molti cittadini, ambientalisti, commercianti e lavoratori che erano scesi in piazza sabato scorso (9 ottobre) in una manifestazione indetta dal “Coordinamento difendiamo il territorio: AREA ALFA un altro accordo è possibile”, i Consiglieri di Rho, contro il parere del proprio Sindaco e con un voto netto (15 contrari e 10 favorevoli) hanno respinto l’idea di svendere il proprio territorio per quattro soldi e qualche nuova strada.

«Il lavoro svolto prima dal Comitato Difendiamo Arese e Legambiente, poi da tutto il Coordinamento AREA ALFA (che comprende fra gli altri, CUB-FLM-Alfa Romeo, SOS Fornace di Rho, l’associazione Filo della Memoria di Lainate e le ACLI di zona)», ha commentato Sara Belluzzo Presidente del Comitato aresino, «ha prodotto un risultato insperato: le 4000 firme raccolte ad Arese e le 1600 di Lainate, più un anno di mobilitazione contro l’Accordo di Programma, hanno contribuito a bloccare un progetto essenzialmente speculativo che nessuno in realtà voleva. Rimane da constatare invece l’atteggiamento miope dei consigli comunali di Lainate e Arese che hanno ratificato l’AdP, inutilmente, contro il vorere e gli interessi dei loro stessi cittadini. Che se ne ricorderanno».

Ora tutto si è azzerato: «Un’occasione da non perdere», aggiunge Gianluigi Forloni di Legambiente, «Dobbiamo tutti lavorare per un’alternativa credibile che parta dai bisogni del territorio: occupazione di qualità, verde compatto e trasporto pubblico. Sul fronte degli insediamenti produttivi, noi pensiamo al settore ambientale, uno dei pochi veramente in espansione: la green economy è la risposta giusta, ovvero favorire lo sviluppo di questo settore industriale con il doppio effetto di creare occupazione e tutelare l'ambiente».

«Non sarà facile», conclude Forloni, «ma tutti a partire dalle istituzioni hanno l’obbligo di provarci seriamente: anche noi daremo il nostro contributo per dare concretezza alle nostre idee: un altro accordo è ora davvero possibile!».