I cantieri intorno a noi e la città del futuro

Post date: Apr 11, 2012 8:51:51 AM

A breve terminerà la ristrutturazione di un vicino supermercato (0), finalmente! Aveva le dimensioni giuste ma alcuni pensano ancora che “più grande è meglio è”. Finora la nostra economia si è basata sull’espansione e non ci accorgiamo della situazione che abbiamo raggiunto. Limitiamoci a considerare il territorio dove viviamo, ma non limitiamo la visuale ed cerchiamo di individuare i cambiamenti appena fatti, in corso e possibili nel futuro. Pensiamo poi la nostra città tra qualche anno, non tanti, una decina. Ammesso che vi sia il sostegno economico, tutto quanto il terreno non protetto probabilmente sarà urbanizzato. Le costruzioni più datate avranno più verde a disposizione, il loro giardino, mentre quelle più recenti ricorderanno la vicina metropoli, con una stretta aiuola a separarle dalla strada, quando va bene. Quelle che erano aree di gioco per bimbi vicino a boschi e campi potremo chiamarle “giardinetti”, un lusso che né il centro né la periferia della metropoli avrà. In compenso saremo obbligati ad usare l’auto per andare a lavorare o a trovare un conoscente, del resto le strade sono e saranno pensate solo per le auto. Espansione: il problema è parcheggiare l’auto, evitare le code disponendosi in strade labirintiche che allungano il tragitto verso la meta, non ridurre la necessità del suo uso tramite una efficiente rete di trasporto pubblico e l’uso sicuro di biciclette.

Non esattamente quello che finora è stato lo stile di Arese nell’immaginario collettivo. Pochi anno fa gli amici della metropoli in visita si chiedevano se fosse una località di villeggiatura.

Alcune varianti al PRG pesano già con grandi cubature (1) o erodendo il pregevole Parco delle Groane (2). Un grande progetto a sud (3) mischia la zona industriale con quella residenziale; il cantiere finirà tra dieci anni; chissà se i tecnici che l’hanno avviato e saranno in pensione andranno a vedere gli scavi per passare il tempo, commentando tra loro. Quale sarà la valutazione degli immobili esistenti, risalenti alle tecnologie del secolo scorso, messi in concorrenza con le nuove strutture a risparmio energetico solo gli esperti immobiliaristi possono ipotizzarlo.

Ad est la variante della exSS233 si avvicina al centro abitato(4), ritagliandosi lo spazio nel Parco delle Groane, parco che in futuro potremo considerare il nostro Central Park, ma già oggi meno compatto, ricavato com’è da brandelli residui lasciati liberi 25 anni fa.

A ovest la nostra città potrà far mostra di sé agli automobilisti in coda lungo l’autostrada; i cantieri per la quinta corsia sono già aperti (5), noi le finestre dobbiamo tenerle chiuse specie se soffia vento da ponente.

Grandi opere poco lontano aumenteranno la densità di abitanti; il progetto di Cascina Merlata (6)con i suoi 6500 abitanti è già avviato e quello che arriverà dopo l’Expo2015 (7)è un mistero, di quelli classici però, si sa già come andrà a finire.

Intanto infrastrutture sorgono nelle zone meno centrali: il parcheggio per autoarticolati (8), una grande sede per nota azienda (9), un posto dove sfamarsi senza neanche alzarsi dal sedile dell’auto (10).

Consideriamo quindi quel grande spazio che la storia ha lasciato tra Arese, Lainate, Rho e Garbagnate. È stato la causa della espansione residenziale di Arese, ma ora è soffocato dall’idea ingombrante che possa esso stesso diventare una residenza (11), togliendo ossigeno alle imprese che troverebbero invece il collegamento autostradale e la vicinanza alla metropoli. Il tutto reso possibile da un’anestesia data da una struttura di vendita fuori misura (12), di quelle che diventano meta dei visitatori lontani, di altre regioni, di altre nazioni; Fox Town, Vicolungo arrendetevi! Ma basterebbero i cittadini della metropoli che volessero fare un giro “fuori porta” a saturare le nostre strade, anche se ne creassimo per altri trenta chilometri. Non sono le strade a ridurre la quantità di veicoli in circolazione, anzi, è l’esatto opposto. D’altronde la struttura di vendita e le sue residenze annesse non sono un investimento rischioso; basta acquistare terreno industriale e aspettare che gli amministratori pubblici vedano quanto bella diventerebbe la città se quel terreno fosse trasformato a destinazione residenziale e commerciale. Ma se la città fosse già bella? Se invece i cittadini volessero sentirsi più sicuri per il futuro con un distretto produttivo ad alta specializzazione, magari focalizzato su un mercato inesauribile, quello delle energie rinnovabili? Lo spazio a disposizione è talmente vasto da poter ospitare un reticolo di centinaia di imprese oppure un grande progetto. Deve però essere lasciato libero dai vincoli che una gestione pubblica ha sempre preteso in questa sede. Talvolta le soluzioni a problemi locali possono arrivare da molto lontano; l’unione europea ha attivato programmi per il recupero delle aree dismesse. Non sono sogni, sono pianificazioni possibili; gli atenei milanesi sono ampiamente in grado di fornire le capacità tecniche per affrontare questa impresa.

Invece eccoci a dover affannarci dietro a un progetto che tutto ad un tratto è di urgenza, proposto da soggetti che del territorio non hanno recepito le esigenze né le proposte tantomeno le mediazioni. Da più di due anni è noto che le opzioni obbligate che venivano proposte non sono gradite, ciononostante abbiamo oggi una proposta progettuale senza futuro, con meno compensazioni e affatto chiara.

In questi giorni il commissario di Arese ha approvato e proposto alla firma del futuro sindaco l’attuale progetto senza che sia stato chiarito in cosa consista il progetto. L’ultimo documento fa riferimento ad una struttura che parzialmente risiede sul territorio di Rho e dove ora si è insediata AreseAutomotive (13), società di servizi automobilistici. Si può ritenere che la struttura venga disposta sui terreni (14) di Arese e Lainate. Non è chiaro quali siano le quote di edificabilità nelle zone residenziali, se un valore classico speculativo 0,8 mq per mc o un classico “aresino” 0,15. A fianco di questa zona incombe il PGT di Garbagnate che già indica la possibile configurazione costruttiva nel vicino progetto PE11 (15) ad alta cubatura o il PE18 (16) di fianco al un complesso con 80 residenze vuote. Sempre in Garbagnate ha già ottenuto la licenza commerciale il centro PE4 di 29000 mq (17) sulla cui sede sono stati avviati lavori. A ovest della centrale termica la ditta Rotamfer (18) è stata bloccata dalla magistratura per gestione non corretta dei rifiuti: visto che il pozzo privato (19) è in zona è opportuno verificare il livello di inquinamento delle acque, già soggette in passato ad incidenti per inquinamento chimico. Tutta la zona è ancora in corso di bonifica; sicuramente occorre verificare che l’amianto sia stato smaltito effettivamente e correttamente.

Non è possibile comprendere come si voglia proteggere il parco del Lura (20) mantenendo lo stesso in argini di cemento a causa della pista per corse(21). La stessa pista per corse genererà inquinamento acustico a qualche metro dallo stesso parco, che non sarà certamente fruibile dalla popolazione. La zona residenziale era inizialmente a cinquanta metri sottovento (vento prevalente) dalla centrale termica (22); di quest’ultima non è definito il combustibile da usare per il suo funzionamento.

Contrastando in modo stridente con quanto scritto sul documento in merito alla unitarietà e coerenza di progetto e di funzioni è stato abbandonato al suo destino il museo dell’Alfa Romeo (23). Potrà rimanere nel suo ruolo distintivo per la città? Oggi, non è dato saperlo né progettarne un positivo futuro.

Resta infine da ragionare sulla viabilità di supporto: la quinta corsia dell’autostrada e la traslazione del casello (24) da ovest ad est ne rendono superflua la messa in opera. Aprire un tragitto (25) a fianco dell’autostrada non fa altro che permettere l’ingresso in città di traffico di transito in direzione nord-sud alimentato dalla futura variante Varesina nord (26). E se vogliamo vederci bene facilita la costruzione in lotti di terreno agricolo , (27) Sansovino e (28) Finbrico, comprati per l’occasione, potendo arrivare all’altezza di 6 piani. Ai nostri vicini della frazione di Terrazzano serve solamente una strada (29) di accesso alle loro case, non un’arteria ad alto scorrimento comprensiva di cavalcavia autostradale con vista

Invece di investire a fondo perduto in nuovo asfalto, è sensato iniziare ora a creare la rete di mobilità a zero emissioni che permetterà agli abitanti della futura metropoli estesa di muoversi senza lasciare ingombranti impronte nell’aria. Se affidarsi ai mezzi su rotaia, più sicuri rapidi ed efficienti o seguire progetti innovativi come il veicolo ibrido Autotram, , è una decisione difficile ma che esclude facilmente il classico bus a combustibile fossile. Il progetto esiste, potrebbe essere messo in produzione per tutte le congestionate aree urbane d’Italia; a qualcuno viene in mente dove poterlo costruire?

Non dobbiamo infatti dimenticare l’onnipresente inquinamento atmosferico, nell’ultimo anno oltre i picchi invernali dovuti all’inversione termica il pm10 ha passato la soglia anche in mesi primaverili ed estivi. Situazione che provoca anche infrazioni alle norme europee. Per questo Regione Lombardia ha appena varato un piano regionale per la qualità dell’aria (PRIA).