NOME DELLA CITTA’: dallo scandinavo Eirikr e significa "eterna dominatrice”
Erika è una piccola città di montagna, non troppo lontano dalle periferie, che fa la sua apparizione sulla provinciale, con un cimitero e poi, una,due,tre villette e via dicendo. Fino ad arrivare al centro storico della città.
Alto e vertiginoso, con case distrutte ed altre disabitate. Un centro storico vuoto, tuttavia dotato di un Comune, le poste,e un piccolo bar. Si direbbe che in quella città non vi sia nulla.
Le case che sono lì, sembrano essere sempre state lì.
Facendo un giro per la città, si possono trovare solamente gatti piangenti che saltano da un giardino all’altro, alla ricerca di qualcosa da mangiare e cani che vagabondano, che camminano in continuazione in giro. Si possono ammirare i camini fumanti e sentire i cani abbaiare la sera.
L’immagine delle strade costantemente vuote rende la città morta.
Vi sono solamente due momenti della giornata in cui si possono incontrare le poche persone che abitano il posto in strada: all’alba in fermata, per aspettare il bus che li porti al lavoro, e al tramonto, di rientro.
Una città costituita da persone mosse dal dovere, che non esprimono nulla, se non l’eterna Dea dominatrice della noia e della ripetizione che Erika è di nome e di fatto.