CENERIDE

Le città Sommerse

GIOVANNI SECONDO 5^E 17/18; TOMMASO CICCARONE

NOME DELLA CITTA’: “dalla cenere” (si chiama così perché si pensa che l’origine della città sia collocabile nelle profondità di uno dei crateri di kerotoia)

Ho appreso che con passare il tempo in acqua si ricostituisce il rapporto con l’altro, perché costringe ad una comunicazione silenziosa

Giunsi a Ceneride scivolando dai sotterranei in cui mi ero imbattuto percorrendo l’arcipelago emotivo e complicato di Kerotoia. E’stata una sorpresa scoprire che alle porte di questa città sommersa, nella grande grotta rifornita di ossigeno da areatori e condotte d’aria, vi fossero distributori automatici di bocchettoni d’ossigeno e tute termoprotettive da utilizzare entrando nella città.

Se, o grande Khan, ti stai chiedendo come funzioni la vita in quella che può assomigliare alla sua normale quotidianità, cerco di farti immaginare anche in questo caso una varietà di facce e spazi non tutti sommersi d’acqua. Le piazze e le strade sono sottomarine e bisogna necessariamente procurarsi gli strumenti distribuiti all’ingresso della grotta.

Non ci sono veicoli di nessun genere e puoi vedere solo persone muoversi cullate dalle correnti sottomarine trasportate dalla lentezza e assenza di gravità. Ho appreso che con passare il tempo in acqua si ricostituisce il rapporto con l’altro, perché costringe ad una comunicazione silenziosa, come spesso succede fra me e te galleggiando nel fumo delle nostre pipe: vivere la città in queste condizioni può far scaturire pensieri e sensazioni che da soli non sarebbero nati, ma senza l'intrusione di menti esterne nella nostra.

Il movimento in acqua è rallentato: le città sommerse sono un modo per riscoprire la lentezza che il progresso ci ha tolto.

Tuttavia le abitazioni sono incapsulate in campane di vetro trasparente in termoequilibrio con l’ambiente esterno: case, uffici, bar, teatri, arene e circhi ospitano la serenità scandita da un tempo lento, solenne e non sprecato dall’alienazione frenetica della nostra vita di superficie. Questo è il motivo per cui a Ceneride non c’è una popolazione numerosa: la carta di cittadinanza ha come requisito l’assenza di ansia e competitività, certificata da test psicoattitudinali somministrati dall’Ufficio Anagrafe subacqueo. Molti hanno provato a rifugiarsi qui dalla superficie alle solenni profondità di questo paradiso silenzioso ma sono impazziti all’idea di potersi prendere cura della propria anima in tempi lenti e troppo tranquilli. Da viaggiatore ho rischiato io stesso di essere contagiato da questa alterazione del tempo interiore e abissale, patologia che ha condotto molti abitanti a trasferirsi e fondare una città-Quarantena da cui non sono mai più usciti: Klepsidrea è questa città dai tempi relativi.