Nome della città: Innedda (Termine sardo per indicare qualcosa che si trova lontano, femminile).
Innedda è la quinta delle cinque città più alte del mondo, la quinta perché è l’ultima che può essere vista e raggiunta dopo essere stati nelle quattro precedenti, ma allo stesso tempo la prima perché è la più alta e la più bella. Se solo ci si riuscisse, ma è impossibile, la si potrebbe scorgere oltre le nuvole e le nebbie alzando gli occhi dalla città di Winona.
La città e gli abitanti esistono, ma se qualcuno dovesse riuscire a raggiungere Innedda senza passare per le precedenti Innedube, Asuba, Asutta e Approbe (in ordine), non riuscirebbe a vedere nulla: strutture, strade, case e cittadini risulterebbero invisibili; l’unica cosa che uno straniero può vedere a Inedda è la città da cui proviene, gli basterà affacciarsi dal dirupo a nord della città.
I residenti di questo posto non sono nati qui, il loro passato appartiene ad altri luoghi, si trovano qui per coltivare le proprie passioni, sono arrivati dopo lunghi viaggi dove hanno provato qualsiasi tipo di esperienza, per questo, loro, riescono a vedere tutto e tutti.
La città non è coerente, come gli abitanti, puoi trovarci tutto. Ogni cittadino è in grado di costruire la proiezione delle proprie passioni ed è incaricato di costruire una struttura di utilità comune: ogni costruzione è diversa dall’altra, ognuna equivale ad un tassello che dà vita ad un edificio finale perfetto nella incoerenza, Innedda; la vita di ogni persona assume la stessa funzione a livello sociale.
I cittadini, in accordo comune, hanno spostato delle nuvole a nord della città per coprire la visuale regalata dal dirupo anche per evitare che, presi dalla vertigine, si precipiti nella città che solo da quel punto può essere scorta, ed è la città più terribile che possa mai essere avvistata dagli abitanti di Innedda. Sotto incombe l'abisso di cemento e grigiore di Pearl: mi resi conto che avevo compiuto un viaggio in altezza da quando sono riemerso da Kerotoia e Ceneride, dopo essere stato sbattuto tra flutti e tempeste e attraversato deserti. Ero sul punto di partenza perchè ero tornato indietro anche se più ricco di prima.
La quotidianità della città può essere paragonata ad un “dammi il cinque” tra il Papa e Bob Marley nel camminare per strada. A Innedda sono proibite le automobili, unica eccezione alla regola di accogliere anche il proibito nella vita, desideri e azioni dei cittadini. L’esistenza della città è basata sulla collaborazione.