NOME DELLA CITTA': dal greco μελοποιέω,“fare canzoni/melodia”
Sono giunto a Melopea sovrappensiero, senza sapere realmente come ero arrivato. Credo fosse notte, eppure, appena entrato mi sembrò pieno giorno. Il sole splendeva alto in cielo e illuminava ogni angolo di quello strano luogo.
Era una giornata molto calda ma ogni tanto sentivo una leggera brezza che faceva oscillare i rami degli alberi. L’intero posto era completamente sommerso dalla natura. Dei vari palazzi, dei teatri e di quelle che sembravano esser state piccole botteghe non rimaneva quasi nulla. Tutti i vari edifici candidi erano ormai coperti di verde.
Notai di trovarmi in una città completamente inabitata ma non capivo per quale motivo nessuno era più lì. Melopea emanava una tale tranquillità che non mi capacitavo del perché qualcuno poteva essersi allontanato da quel paradiso terrestre.
Decisi di rimanere qualche giorno per godermi quella serenità che in poche città avevo trovato durante questo mio lungo viaggio. Ho vagato tra quelle vecchie strade, arrivando ad un piccolo lago, lì vidi un cervo. Era il primo animale che incontravo, in seguito ne ho incrociati altri. A quanto pare si trattava dell’unico essere vivente presente al di fuori delle piante.
Nelle mie numerose passeggiate non ho notato molto. Ho trovato qualche liuto e alcuni spartiti sul ciglio della strada, come se qualcuno li avesse appena gettati lì. Ogni volta che li vedevo, iniziavo a cercare per scoprire se non ero solo in quell’immensa città-foresta, e ogni volta capivo di esser l’unico essere umano all’interno di quel luogo.
Avrei dovuto capirlo ma la mia mente non riusciva ad accettare la solitudine. Sono rimasto lì, incantato e terrorizzato da quella città fantasma chiamata Melopea nella quale, seppur vuota, sembrava risuonare una melodia senza fine con un sottofondo monotono che sembrava uno strano richiamo: