Giovedì 26 Gennaio 2023, in un incontro previsto dal Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento proposto dalla Biblioteca d’Istituto, gli studenti del Liceo Manin hanno avuto il piacere di conversare nuovamente con Rosa Ventrella.
La scrittrice, che lo scorso anno aveva presentato agli stessi alunni il romanzo Benedetto sia il padre, dal quale è nata una riflessione condivisa sul tema della violenza di genere, quest’anno è tornata come autrice de I bambini di Haretz - romanzo, tratto da una storia vera, che sa essere nello stesso tempo pesante come il piombo e leggero come una piuma. Infanzia, libertà, fratellanza: parole che in bocca sono dolci come il miele. Rosa Ventrella in questo libro ce ne dà una nuova lettura che si delinea in un contesto tragico; la realtà presentata incupisce, angoscia e trascina nel vortice oscuro dei noti orrori della Shoah; nel mentre si dipana la storia di alcuni bambini, agnelli in un mondo di lupi, in una estenuante lotta per la sopravvivenza, che coltivano il seme della speranza, piccole candele nell'oscurità.
Come l'ospite stessa ha ammesso, scrivere di bambini in cerca di salvezza dagli orrori della Shoah è stato un lavoro lungo, che ha richiesto quasi due anni, e arduo, non solo emotivamente: dietro questo progetto troviamo una larga rete di testimonianze di parenti dei sopravvissuti, racconti e informazioni (raccolti con l'aiuto dell'associazione Sciesopoli) a cui l'autrice ha attinto con grande cura, creando un intreccio in cui stanno, in perfetto equilibrio, fatti storici e romanzati.
'I bambini di Haretz' va descritto come un libro intenso, che tocca corde profonde ma sempre nuove anche su un tema tanto discusso: ci si aspetterebbe di aver già sentito tutte le storie sulla Shoah eppure ciascuna, compresa questa, ci arricchisce ed è capace di rinnovare in noi la memoria col solo potere della parola.
I bambini di Haretz è un romanzo dedicato a tutti: a chi è stato travolto dal male del mondo, a chi è sopravvissuto per raccontarlo e a tutti i ragazzi che stanno crescendo e che un giorno, così si spera, porteranno avanti l'onore e l'onere della memoria. «La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace» scriveva Primo Levi, e a malincuore va ammesso che è vero, l'uomo tende a dimenticare e facendo ciò può ripetere gli errori del passato: ognuno di noi, più o meno giovane, ha il compito di tramandare il ricordo, ben consci che preservare la memoria è ciò che ci rende cittadini responsabili, consapevoli, liberi.
Gaia Bentley
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