In un’aula (virtuale) gremita, venerdì 16 Aprile gli studenti del Liceo “Manin” hanno incontrato il Professor Amedeo Santosuosso, Docente di Diritto, Scienza e Nuove Tecnologie presso l’Università di Pavia e presso lo IUSS, Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, e la Dott.ssa Sara Azzini, Avvocato del Foro di Cremona e coautrice, insieme col Prof. Santosuosso, del saggio “La giusta distanza. Le nostre libertà dopo Covid-19”.
La conferenza si è aperta con il benvenuto della Dirigente Scolastica del Liceo, MariaGrazia Nolli, che fin dall’inizio ha creduto nel ciclo di incontri con gli autori come opportunità di arricchimento culturale e apertura al dibattito ed all’approfondimento critico per gli studenti, e con la presentazione dei due ospiti da parte della Professoressa Ilaria Spotti, docente di Lettere referente del Progetto PCTO Biblioteca. È stata la Professoressa Barbara Zagni, docente di Filosofia a introdurre invece ilsaggio “La giusta distanza. Le nostre libertà dopo Covid-19”, scritto a quattro mani in SAD (Scrittura A Distanza - come ha raccontato scherzando il Prof. Santosuosso) e pubblicato lo scorso autunno: “Questo testo entra a far parte di quei titoli utili per una riflessione critica durante le ore di Educazione Civica”, ha spiegato la Prof.ssa Zagni, che ha donato il libro all’Istituto lo scorso Novembre nell’ambito dell’iniziativa “Io leggo perché”.
La parola è passata poi alla dott.ssa Azzini, che ha sintetizzato i contenuti fondanti del saggio, quali l’approccio storico, giuridico e il ruolo delle nuove tecnologie come l’App. Immuni, che potrebbe essere utilizzata peraltro come passaporto vaccinale; l’autrice ha poi ricordato come viviamo oggi in una realtà sospesa e ha definito i possibili game-changer di questo momento eccezionale che ci è dato di vivere: fattori come lo smart working ed il binomio vaccini-cure.
Il Prof. Santosuosso ha condotto infine il dibattito con la forza e le competenze di chi, senza troppi tecnicismi, riesce a narrare problematiche relative al Diritto ad un pubblico giovane e neofita: alla domanda “Perché il diritto?” il docente ci ha riportato una “storiella”, citando il filosofo americano J. Searle che, entrando in un bar a Parigi, dopo aver ordinato una birra, la beve, lascia i soldi sul tavolo e se ne va. A dispetto dell’apparente banalità della situazione descritta, la narrazione si rivela molto più complessa: il cameriere magari non è il proprietario della birra che ha servito, ma è un dipendente del proprietario del locale, dunque esiste un contratto di lavoro che lo lega al locale e la birra, prima di essere comprata e consumata dall’avventore, apparteneva al proprietario del locale, che a sua volta l’aveva pagata, o forse non ancora. Inoltre, il proprietario del locale ha una licenza rilasciata dalle pubbliche autorità; Searle, cittadino americano, ha titolo ad essere nel bar perché ha un valido passaporto USA ed è entrato legalmente in Francia. Contratti di lavoro, di compravendita, licenze, passaporti... Quello che Santosuosso, insieme a Searle, ci dice, con disarmante efficacia, è che noi siamo immersi in una rete di relazioni “umane”, sociali e giuridiche, che sono tanto importanti ed ineludibili, quanto non percepibili a prima vista. E utili: il Diritto, con tutte le sue regole, ci permette di vivere in una società ordinata e organizzata. “Il Diritto - afferma il Prof. Santosuosso - è un modo per stare insieme”!
Assumendo questa prospettiva nella vicenda Covid -19, i Diritti fondamentali costituiscono un sottosistema che viene influenzato da qualsiasi iniziativa politica, sociale, sanitaria che venga presa dalle pubbliche autorità. Il punto è che i nostri diritti, le nostre libertà, prima del Covid tanto scontate e poco percepite, sono diventate le vere protagoniste di questa pandemia, proprio nel momento in cui sono state limitate. In questa situazione i fattori di cambiamento che nel saggio vengono esaminati, ovvero il modo di lavorare, di vivere nella città, associati ai vaccini, sono gli ingredienti che potrebbero avvicinarci alla normalità, come ci hanno suggerito i due autori, ricordandoci che le vaccinazioni sono necessarie, non solo perché, come suggerisce il filosofo J. S. Mill, la libertà di ognuno si estende fino al punto in cui comincia ad arrecare danno agli altri, ma anche per “tornare a vivere”. Di fronte ai tentennamenti di qualche studente, il Professore afferma “Supereremo la pandemia, abbiamo la testa più dura di qualsiasi vaccino, ci porteremo dietro anche il dolore, ma rifioriremo”.
Dopo aver gettato una luce nuova ed un nuovo ottimismo sul futuro sono iniziate le domande degli studenti sulle restrizioni, su eventuali errori da parte dei governi dal punto di vista legislativo, sul patentino vaccinale (oggetto di discussione nella Commissione UNESCO di cui fa parte il Professor Santosuosso) e sul rapporto Stato-Regioni nella gestione della pandemia. Le risposte sono state competenti, oneste, consegnate ai nostri studenti con grande passione e con una leggerezza quasi “salvifica”: la simpatia che hanno sprigionato i due autori ha condotto gli alunni a superare la timidezza, ad aprire un confronto dialettico da cui è emerso da parte dei ragazzi, e in modo categorico, un parere negativo sulla DAD a fronte delle stimolanti provocazioni dei due esperti, che hanno invece evidenziato il valore delle nuove tecnologie e la consapevolezza che la DAD è stata una risorsa e che entrerà a far parte del nostro futuro come un’opportunità.
I sorrisi comparivano sui volti dei partecipanti dopo ogni risposta, quando il Professor Santosuosso invocava una “next question, please”. Il confronto sarebbe continuato a lungo con una platea attenta ed entusiasta, quindi i nostri ospiti, con grande disponibilità, hanno promesso di “chiudere” il percorso il prossimo anno scolastico, speriamo in presenza. Quale conclusione migliore di questo arrivederci culturale?