Locandina realizzata dalla prof.ssa Rosa Cassi
Mercoledì 24 novembre si è tenuto, in aderenza al progetto PCTO Biblioteca organizzato dal Liceo Manin, l’incontro sul tema “Editoria e Amazon” con Riccardo Ruggeri, editore nonché autore del cosiddetto “libro incipit”.
All’inizio della conversazione, Ruggeri ha posto immediatamente l’attenzione alla storia della sua vita, che si nota subito essere stata piuttosto movimentata: egli cominciò come operaio, lavorò per una serie di aziende in crisi, poi passò al mondo dell’imprenditoria e solo in età matura divenne editore. Tutto ciò gli ha garantito una vasta esperienza in aggiunta a un’enorme saggezza, la quale gli ha permesso di notare che il mondo stava profondamente mutando.
Oggigiorno, in effetti, la soglia di attenzione delle persone è calata moltissimo: risulta noiosa e stancante ogni attività che occupi più dei fatidici 30 minuti. Se questo si può affermare del sesso – come ha constatato Ruggeri -, ancor più varrà per la lettura: di un racconto si leggono attentamente soltanto l’introduzione e, forse, la conclusione, che contengono il sunto della trama, ma la parte centrale viene ignorata, trascurata, “snobbata” (come si dice oggi). Lo stesso dicasi per i quotidiani, che ormai nessuno compra più regolarmente perché non ha voglia di leggere ogni giorno pagine e pagine che trattano dei medesimi argomenti (mai un cambiamento epocale è avvenuto in 24 ore).
Pertanto, dal momento che l’editoria deve adeguarsi ai bisogni del consumatore, Ruggeri ha istituito il giornale settimanale “Zafferano”, che tratta tematiche comuni in maniera molto semplice: in questo modo, il lettore potrà trovare novità importanti a distanza di sette giorni e non sarà costretto a ricavare le informazioni essenziali da un testo infarcito di espansioni e “decorazioni”. Sulla stessa scia, tenta di provvedere anche all’incapacità della gente di reggere un libro lungo e noioso, e lo fa mediante la stesura del libro incipit. Quest’ultimo rispecchia esattamente la linea di pensiero di Ruggeri in merito alle difficoltà attuali di lettura: si tratta infatti di un racconto sfogliabile in soli 30 minuti, così da non far stancare i potenziali compratori; inoltre, visto che le persone tendono a interessarsi unicamente al sommario iniziale e non al contenuto completo, l’autore ha concepito questo libro in modo che corrispondesse alla sola introduzione. Ivi si parla di argomenti molto vicini a noi, ma con uno stile molto schematico e scarnificato (vi è grande prevalenza di sequenze dialogiche e narrative a ritmo veloce ma assoluta assenza di frasi riflessive o descrittive); ciò nonostante, sono presenti svariati messaggi morali da estrapolare e numerosi riferimenti storici e filosofici, a testimonianza dell’alto livello di studio, progettazione e rielaborazione che codesto libro ha richiesto.
Per attirare l’attenzione, tuttavia, non basta ridurre il numero di parole all’essenziale, ma bisogna concentrarsi sulla prima impressione (chiodo fisso nel mondo dell’economia) che il piccolo volume farà sulla gente, in altre parole l’impaginazione. Ruggeri ha in tal senso espresso la convinzione che solo l’autore di un libro possa occuparsi della sua pubblicazione, giacché il messaggio non si veicola soltanto attraverso le parole in sé, ma anche mediante la struttura delle pagine nel loro insieme. Ruggeri ha dunque sacrificato le regole dell’editoria tradizionale, che sostanzialmente si basa sull’unico criterio di condensare il più possibile per risparmiare carta, in favore dell’utilizzo frequente di paragrafi brevissimi e di pagine bianche: la mente umana, infatti, si dimostra subito seccata se in due facciate sono concentrate mille parole, ma è subito più rilassata se incontra un foglio contenente poche righe o addirittura una sola frase. La struttura del romanzo viene dunque assimilata a quella del fumetto, perché attrae maggiormente (come ha sottolineato il relatore in risposta a un intervento di Michele Ginevra, direttore del centro fumettistico Andrea Pazienza). Ovviamente, si tratta di fare un gioco d’azzardo in tema sia di soldi sia di tempo, e il professor Fabio Antoldi, detentore di una cattedra universitaria di Economia, ha ribadito la gigantesca importanza del chrònos in ambito monetario. Si tratterebbe però, in linea di massima, di un investimento favorevole, in quanto, se da un lato occorreranno più carta e più ore per stampare una copia, dall’altro questo tipo di impaginazione invoglierà un maggior numero di lettori ad acquistarlo. È inutile negarlo: stiamo entrando in una nuova era, dominata dalla digitalizzazione e dalla fretta; non sarà quindi più ammissibile che una persona si soffermi a lungo su un libro e assapori il piacere di sfogliarlo, anche se è corto (lo ha sperimentato il giornalista Roberto Fiorentini, che ha scritto un libro di sole 150 pagine ma con scarso successo). Dovremo pertanto adeguarci ai tempi che corrono. Eppure, io ritengo che, nonostante nel mondo economico e editoriale sia necessario tenere conto del favore popolare, non si debba dimenticare completamente l’idea di lasciarci appassionare da un libro, di sostare sulle parole più significative e penetrarne gli innumerevoli livelli di significato. Fortunatamente, esistono ancora minuscoli focolai di ribellione al consumismo che schiaccia e opprime i lettori accaniti. Un esempio? Il corso della biblioteca stesso e le numerose adesioni che ha riportato: Cristina Coppola, giornalista di Cremona Uno, ha voluto concludere l’incontro facendo notare che la presenza di più di 100 ragazzi alla conferenza è una prova inequivocabile del fatto che alcuni giovani, tanto spesso designati come “la generazione digitale”, desiderano tuttora mantenersi attaccati al vecchio, antiquato e superato stile di lettura, il quale, pur essendo più complicato da affrontare, dà però molte più soddisfazioni.
Daniele Ripari, 4C LIC