Architetto, insegnante, uomo di cultura, promotore di Mirano Fotografia, Pier Paolo Fassetta viene invitato, nel 1969 e nel 1970, a due edizioni della Rassegna Giovani Artisti alla “Galleria San Fedele” di Milano, espone grandi pannelli fotografici che documentano interventi sul territorio ispirati alla Land Art. Frequenta il Corso Superiore di disegno industriale a Venezia dove ha modo di conoscere Italo Zannier e Luigi Veronese. Nel 1974 si laurea in Architettura allo IUAV. Il suo lavoro di ricerca viene apprezzato dal critico Berto Morucchio. Insegna al Liceo Artistico di Venezia come assistente di E. Bacci, collaborando successivamente con gli artisti G. Morandis, A. Pizzinato e A. Anselmi. Guido Sartorelli, nel 1977, lo invita a partecipare alla collettiva “Nuovi Media” alla fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia. Nel 1978, nella mostra personale alla “Galleria Tommaseo” di Trieste e l’anno successivo a Venezia, alla “Galleria del Cavallino” propone un ciclo di foto,”Presenze, vivere una stanza”, scattate nello studio dell’ artista Anselmo Anselmi con il quale stabilisce un intenso rapporto umano e professionale. Sempre nello stesso anno, presentato dalla Galleria del Cavallino, partecipa all’Arte Fiera di Bologna dove espone opere di grandi dimensioni stampate su tela fotografica Tensi.
Tra dicembre 1980 e febbraio 1981, partecipa a “Immagine/Immaginario”, ciclo di mostre promosso e autofinanziato da un gruppo di artisti veneziani, con il coordinamento critico di Carlo Gentili. Personali a Venezia, alla Galleria “ Il Canale”, a Verona, alla galleria “Ponte Rosso”, alla “Plusart” di Gian Carlo Calcagni a Mestre, con Luigi Viola, a Mirano (Ve) presso la galleria “Riviere Spazio d’Arte”. Agli inizi degli anni ottanta, è chiamato a partecipare a mostre promosse dalla fondazione “Bevilacqua La Masa” di Venezia e curate dal critico Toni Toniato.Tra il ‘77 e il ‘78, partecipa ai video Laboratori promossi da Gabriella e Paolo Cardazzo con la realizzazione di quattro video, uno, “Frammenti di uno spazio interiore”, ideato e prodotto in collaborazione con Luigi Viola.
Le “Edizioni del Cavallino”, nel 1980, per la collana “Amatori del libro”, pubblicano una cartella fotografica, “Presenze”, firmate e numerate, in trenta esemplari. Nel 1997, Massimo Donà gli dedica un breve saggio, “Velata Claritas”, riflessione critica sul rapporto tra arte e filosofia. Dopo un periodo dedicato alla progettazione e al design, agli inizi degli anni ‘90, riprende la ricerca artistica nei campi della fotografia e delle video produzioni, utilizzando le nuove tecnologie digitali , con cicli dedicati ai metrò di Berlino 2004 e Londra 2008 presentati dal critico, Fausto Raschiatore. 2007 “Una Generazione Intermedia” (percorsi artistici a Venezia negli anni ’70) a cura di Riccardo Caldura, al centro Culturale Candiani di Mestre. Nel 2009 “Unbound territories” personale, presso la galleria di Christina Winkler Darby, “Art Gallery 9900” Lienz. Sempre del 2009 sono “Attesa” e “Geometrie urbane”, due serie di scatti effettuati nello Kunsthaus di Graz. “Emersioni” è un progetto del 2010 nato dal concetto dello Scarto. Porzioni di nastro di tela di pulizia di una rotativa tipografica riutilizzati in opere polimateriche “Tele Infinite”, fotografati e sovrapposti a volti, immagini tratte da internet. Nel 2011 è invitato, dall’agenzia Photo Ltd di Daniela Trunfio, a partecipare alla terza edizione di ”Photo Vernissage” collettiva al Manege di San Pietroburgo, dove presenta la serie “People”, scatti della metropolitana di New York del 2011. Nel 2013 due progetti: “Juta-Stücke”…”Vesti che richiamano un tempo di lavoro e sfruttamento o di campi ricoperti di neve, recintati da filo spinato, dove una moltitudine di Stücke vaga in attesa di una fine pietosa”…e “Testimoni”. Dal 2015 sperimenta nuove tecniche di stampa. Con “Bagnanti” trasferisce l’immagine ancora umida, stampata su acetato, su una superficie gessosa o vinilica. Il progetto “Scarti” si evolve nel progetto “Cestino”, che comprende la serie “Strappi” dal 2010 al 2018 e “Changing Landscapes” del 2016. …”Nel cestino, serbatoio di frammenti negati, si trovano i resti di foto, fogli strappati, trucioli e mine di di matite colorate. L’azione di riutilizzo di questi materiali apre ad imprevedibili scenari, che creano le condizioni per un personale nomadismo concettuale. L’immagine restituita è dominata dal formarsi del paesaggio, puro disegno dello spazio dell’esperienza, dove la fotografia è il medium con il quale l’effimera apparizione del fenomeno diviene duratura presenza”…. “Humana Pietas” del 2019 è un progetto attuato per la collettiva “Mediterran”alla Pasinger Fabrik di Monaco di Baviera: il Mediterraneo come ponte e divisione tra le culture di ieri e di oggi. Tra il 2019 e il 2020, nasce la serie “Architetture effimere” collage di strisce di sue fotografie ricomposte in immagini di paesaggi mentali. Nell’ultima serie “Senza titolo”, l’artista ritorna al gesto pittorico, china su cartoncino con inserimenti fotografici.
Contattaci all'indirizzo arch.fassetta@libero.it