Se a prima vista può sembrare che la problematica sia di sbilanciamento sull’altro, di eccessiva ansia o attenzione all’altro, ad un approfondimento clinico-processuale, si evidenzia invece, una processualità nella quale non c’è posto per interessarsi a conoscere la dimensione dell’altro. Così, il senso di colpa sovente segnala fenomenologicamente il mancato contatto, laddove la vera colpa è avere perso l’occasione di incontrare il non Sé, di nutrirsi e nutrire, di cambiare.