Gestalt Therapy

Descriverò come applichiamo la Psicoterapia della Gestalt nel trattamento dei diversamente abili. Abbiamo messo a punto un modello innovativo, in linea con i trattamenti piu’ efficaci applicati negli Stati Uniti, che utilizza la relazione come atto terapeutico. Nella trattazione seguente, al fine di descrivere il nostro lavoro, richiamerò ampiamente i concetti espressi nel libro di Emmanuel Levinas “Totalità ed Infinito”, che considero uno dei libri piu’ importanti del XX secolo.

Noi descriviamo quello che sentiamo quando siamo vicini ai diversabili. Non dirigiamo tutti i diversabili nella stessa via. Invece, noi, cerchiamo il significato della nostra vita. Questo è il nostro modello. Il contatto è il nostro strumento. Noi non insegniamo, ma stiamo insieme.

Levinas dice ( Levinas è morto qualche anno fa, ma io preferisco parlare al presente perchè lo sento vicino). << La vera vita è assente. Ma noi siamo al mondo>>.(18)

Il nostro modello (Gestalt Disability Therapy) <<sorge e mantiene questa>> (19) ' idea. Quando noi siamo vicino i diversabili sentiamo che “la vera vita è assente”. Noi cerchiamo, insieme, (diversabile e terapeuta) la vera vita. Per noi questo è terapia. Gestalt Disability Therapy <<è rivolta all’<<altrove>>, e all’<<altrimenti>> e all’<<altro>>. Nella forma più generale sotto la quale si è presentata la storia del pensiero, essa appare infatti come un movimento che parte da un mondo che ci è familiare quali che siano le terre ancora sconosciute che lo circondano o che nasconde – da una casa <<nostra>> e nella quale abitiamo, e va verso una casa <<non nostra>> ed estranea, verso un laggiù>>.(20)

Per noi (Gestalt Disability Therapy) questo è un buon modo per rispettare i diversabili. I diversabili con questo sostegno possono trovare il loro vero SE’.

<<Il termine di questo movimento –L’altrove o l’altro è detto altro in senso eminente>>.(21)

I diversabili per noi sono altro. Noi rispettiamo i diversabili non li forziamo verso un modo di essere. Noi aspettiamo i loro tempi, noi vediamo le loro regole. Aspettiamo che loro diventino consapevoli. Aspettiamo che i diversabili trovino la loro via.

<<Nessun viaggio, nessun cambiamento di clima e di sfondo sarebbe in grado di soddisfare il desiderio che vi tende>>.(22)

Quando noi facciamo terapia con i diversabili (gli altri) noi non li possiamo usare.

<<L<<Altro>> metafisicamente desiderato non è <<altro>> come il pane che mangio, come il paese che abito, come il paesaggio che contemplo, come, a volte, io stesso posso apparire ai miei occhi: questo <<io>> questo <<altro>> . Con questa realtà posso <<nutrirmi>> e, in larghissima misura, soddisfarmi, come se mi fossero semplicemente mancate. E per questo motivo la loro alterità si riassorbe nella mia identità di pensante o di possidente. Il desiderio metafisico tende verso una cosa totalmente altra, verso l’assolutamente altro>>.(23)

Il desiderio metafisico del terapista è molto importante. Il terapista segue semplicemente il suo desiderio metafisico, allora la terapia accade. La terapia accade tra lui e il diversabile, senza intenzionalità. La strada nuova accade, nessuno sceglie la strada.

<<L’analisi abituale del desiderio non potrebbe spiegare” i nuovi percorsi. Possiamo chiamare questi nuovi percorsi, <<via verso la libertà>>(24) Quando parlo di libertà intendo, libertà per il diversabile ed il terapista, allo stesso momento. Se cerco me stesso, la libertà accade. La libertà è benessere e guarigione.


Levinas Emmanuel, Totalita` e Infinito. Saggio sull'Esteriorita`, Milano, Jaka Book, 1986.

Levinas, Totalità e Infinito.


Giuseppe Rotolo

Editor Patrizia Caruso