Gestalt Disability Therapy e Levinas

Gestalt Disability Therapy rispetta i processi di crescita. Seguendo questa terapia i diversabili rimangono «assolutamente altro». Permangono con il loro potere e la loro strada. Il loro linguaggio, articolato e non, diventa strumento terapeutico. La Psicoterapia della Gestalt si avvale di entrambi i modi di esprimersi. Il linguaggio, così come applicato dalla Gestalt Disability Therapy, preserva e rispetta lo spazio fra terapeuta e diversabile, mettendo in atto la terapia. In altre parole, attiva il processo terapeutico nel suo spontaneo avvenire. Fare terapia al diversabile è per il terapeuta (il «medesimo») una occasione per aggiornare la propria personalità, per individuarsi.

<<Ma dire che l’Altro può restare assolutamente Altro, che entra soltanto nel rapporto del discorso, significa dire la storia stessa – identificazione del medesimo – non può pretendere di totalizzare il Medesimo e l’Altro>>.(12)

Se l’altro rimane assolutamente Altro, la relazione terapeuta-diversabile mantiene la sua trascendenza. La strada per ottenere la maturità è spesso difficile; lo è, soprattutto, mantenere vigile la consapevolezza e serbare una prospettiva trascendente. La trascendenza è indispensabile per ottenere la maturità. Una relazione autentica (contatto pieno) con il diversabile permette una prospettiva trascendente.

Gestalt Disability Therapy è una teoria che ha una sua delicatezza: quella, cioè, di guidare il terapeuta rispettosamente verso il disabile, dove per “rispettosamente” si intende che essa non impone accelerazioni dolorose per il terapeuta e, nel contempo, rispetta l’integrità e la dignità del diversabile. Gestalt Disability Therapy necessita della teoria e del Desiderio metafisico.

<<Non a caso la relazione teorica è stato lo schema preferito dalla relazione metafisica. Il sapere o la teoria significa innanzi tutto una relazione con l’essere tale che l’essere conoscente lascia che l’essere conosciuto si manifesti rispettando la sua alterità e senza segnarlo in nulla con questa relazione di conoscenza>>.(13)

Esiste un rapporto importante fra teoria e desiderio metafisico.

<<In questo senso il Desiderio metafisico sarebbe l’essenza della teoria>>.(14)

Quando conosciamo «il medesimo» and «l’altro» diventiamo più liberi. La conoscenza, ma soltanto quella vera, ci fa liberi. La vera conoscenza lascia che anche gli altri siano liberi.

Il processo della conoscenza si confonde a questo punto con la libertà dell’essere conoscente che non incontra niente che, altro rispetto ad esso, possa limitarlo. Questo modo di privare l’essere conosciuto della sua alterità può attuarsi solo se è intenzionato attraverso un terzo termine – un termine neutro – che a sua volta non è un essere.”

Il contatto pieno con gli altri è un dono, ma allo stesso tempo uno shock. Il concetto pensato “terzo termine” diminuisce lo shock e il dono. <<…In esso finirebbe con l’attuarsi lo choc dell’incontro tra il Medesimo e l’Altro. Questo terzo termine può apparire come concetto pensato>>.(15) <<.....Il terzo termine può chiamarsi sensazione nella quale si confondono qualità oggettiva e affezione soggettiva>>.(16)

Una buona terapia <<…promuove la libertà che [è(?)] l’identificazione del Medesimo, che si lascia alienare dall’Altro>>.(17)

Gestalt Therapy e Gestalt Disability Therapy sostengono l’importanza dell’esperienza, ma è doveroso sottolineare che non è facile fare esperienza e seguire quello che sentiamo.

Levinas Emmanuel, Totalita` e Infinito. Saggio sull'Esteriorita`, Milano, Jaka Book, 1986.

Levinas, Totalità e Infinito.

Giuseppe Rotolo

Editor Patrizia Caruso