Vivere la barca a vela


di Matteo de Liguoro

Scoprire i segreti della barca a vela ed allo stesso tempo viverla con i miei amici e compagni di classe è stata un'esperienza indimenticabile. 


La prima uscita è stata emozionante, anche se me l’aspettavo diversa: dopo aver messo le barche in acqua e dopo essere salito sulla barca con il mio equipaggio, formato in tutto da quattro persone, abbiamo iniziato a navigare. Purtroppo il vento non era molto forte e quindi la navigazione procedeva lenta e tranquilla, abbiamo navigato per un po’ di tempo avanti e indietro tra le due sponde del lago e poi siamo tornati a riva, abbiamo messo le barche a posto e le abbiamo disarmate. 

Finita la cena siamo usciti a prendere un gelato, ma purtroppo la gelateria era chiusa e siamo tornati indietro sotto la pioggia. Quando abbiamo sentito le prime gocce ci siamo ricordati che nel pomeriggio avevamo steso i vestiti bagnati e quindi ci siamo subito messo a correre per rientrare per togliere i vestiti bagnati dallo stendino. Dopo la corsetta fuori programma siamo andati tutti nella camera dei maschi per giocare a carte. Mentre andavamo verso la camera mi è venuto in mente di chiedere a Giona, il nostro istruttore, di giocare, così l’ho fatto, lui ha accettato e allora abbiamo giocato tutti assieme a ‘lupo’, un gioco che oramai fa parte della breve tradizione di gite della 2LTE. 

Il giorno seguente abbiamo fatto lezione e poi siamo usciti in barca, ma anche questa volta il vento ci ha delusi, ma per fortuna l’attività no, infatti quella mattina abbiamo fatto un’attività che mi è rimasta impressa positivamente: scuffiare. Questa attività consiste nello sbilanciare volontariamente la barca fino a farla ribaltare, e poi rimetterla al suo posto utilizzando il principio delle leve. 

La terza e ultima uscita in barca credo mi resterà impressa per tutta la mia vita: la sensazione che si prova ad andare così forte, quella che si prova ad essere a pochissimo dal ribaltarsi e poi invece non succede, le emozioni che provi timonando quella barca, quelle che provi sporgendoti per mettere una mano nell’acqua o per ‘pucciare’ la testa, navigare con la testa bagnata, con il vento che ti soffia addosso e ti fa venire i brividi, ma in quel momento provi così tante emozioni che non ti accorgi di quello che sta attorno. Poi ad un certo punto senti una voce e torni alla realtà, ma poco tempo dopo sei di nuovo in quello stato di pura gioia, ti senti come una persona che torna a camminare dopo tanto tempo, ti senti finalmente libero da tutto ciò che ti ha sempre tenuto imprigionato, perché quando navighi ci sei solo tu, il tuo equipaggio e la nave, non c’è nessuno che ti giudica, c’è solo il vero te che si gode la libertà assoluta della navigazione. 

Mi sembrava di essere il protagonista del libro “Cuore di tenebra”, quando dice “... fino a credere di essere preda d’un sortilegio e tagliati fuori da tutto ciò che un tempo si era conosciuto…”, ti sembra di essere veramente in un altro mondo, un’altra dimensione. In quel momento senti il freddo del timone sulle mani, il vento addosso, il sapore di lago in bocca, senti il rumore del vento che sbatte sulle vele, il suono della barca che vola sull’acqua, vedi tutto andare a rallentatore ma allo stesso tempo tutto velocissimo, ti giri a destra e sinistra, vedi i tuoi amici sulle altre barche, altri sui gommoni e subito dopo guardi dove stai andando, poi ti distrai ancora e vedi i tuoi amici ribaltarsi, allora ti metti a ridere, ti giri verso i tuoi compagni e ridete tutti assieme, e non pensate a nulla, questa per me è la vera felicità

Il giorno abbiamo deciso di andare a fare un giro a Gravedona, la quale dista una mezz’oretta a piedi da dove alloggiavamo, per prendere un gelato, molto buono, e per visitare due chiese, quella di San Vincenzo e quella di Santa Maria del Tiglio. Questa passeggiata mi ha permesso di scoprire molte curiosità, per esempio dei mosaici ed un sotterraneo molto bello nella chiesa di Santa Maria del Tiglio, poi ho scoperto una pista di atletica molto bella, il che mi ha stupito in quanto non pensavo che in queste zone ci fossero piste, e infine ho particolarmente apprezzato il lungolago, che assomigliava quasi a quello di Sesto Calende, dove ci siamo fermati per prendere un gelato. 

Infine siamo tornati ai nostri alloggi, dove abbiamo preso i bagagli e ci siamo imbarcati in un viaggio ricco di musica, cantanti stonati e divertimento.