La voce del vento


di Fabio W. Lasciarrea

Un'esperienza sensoriale

Inizialmente il vento non spingeva tanto, ma appena ci siamo allontanati dalla costa la vera esperienza è cominciata. La barca era quasi incontrollabile, la nostra reazione agli eventi doveva essere immediata, dovevamo essere un tutt'uno con la barca, anche perché un piccolo errore ci avrebbe portato alla scuffia (ribaltamento della barca). Io e l'equipaggio eravamo sbalorditi di come un elemento naturale, il vento, avesse la forza di spingere così forte la barca.

Quello che vedevo era spettacolare, le vele erano tutte gonfie, l’acqua quasi ci raggiungeva e la barca si inclinava a destra e a sinistra, facendoci quasi ribaltare, e noi per bilanciarla ci sporgevamo dalla barca, tenuti dalle cinghie (spoiler: dopo ci siamo ribaltati). Il tutto era reso un po’ cupo dal paesaggio, cielo nuvoloso e montagne che circondavano la zona, facendomi provare una sensazione di fuga dalla realtà, dai problemi, dalla vita stessa. Le mie orecchie percepivano il rumore del vento, le nostre frasi di stupore, gli ordini del timoniere: “Pronti alla virata? Cazza la randa. Lasca! Cazzare il fiocco!...”, non mancavano anche le correzioni dagli istruttori, Armando e Jona (colui che ci ha insegnato tutto) che ci seguivano con due gommoni. 

Anche nella letteratura

In questa esperienza mi sono sentito una specie di esploratore, di un mondo che non avevo mai conosciuto, quello della barca a vela. Questo tema ricorre anche nell’opera “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad. Come dice l’autore mi è sembrato di fare un viaggio nel passato, ma non per il paesaggio circostante, ma il modo di viaggiare, ovvero grazie al vento. “Le secche” di cui l’autore parla possono essere associate ai giorni in cui il vento non c’era o era poco. Ormai quando si pensa alla navigazione viene in mente la barca a motore, un gommone, yacht… qui invece il motore (le vele) non era alimentato da benzina, ma da un elemento naturale. Anche nella letteratura antica il vento è stato al centro di alcune opere, come quelle di Omero, in particolare nel viaggio di Ulisse, dove senza il vento la sua barca non si sarebbe mai mossa.