Tra onde e montagne

di Manuela Rattrovo

C’erano le montagne, con le loro distese verdeggianti, i paesini e le stradine a fare da cornice all’enorme distesa pianeggiante del lago. Circondati da quell’immensità blu c'eravamo noi, l’equipaggio di una barca a vela. Guardandoci intorno, oltre ai verdeggianti pendii e alla leggermente increspata superficie del lago, potevamo vedere, non molto lontano da noi, le altre due barche a vela con i rispettivi equipaggi e i due gommoni che ci accompagnavano. Alzando lo sguardo al cielo potevamo osservare l’azzurro del cielo limpido sopra le nostre teste, ma saltavano subito all’occhio le nuvole portatrici di pioggia che spuntavano da dietro le verdeggianti cime. La temperatura era gradevole, non l’eccessivo caldo tipico dell’estate che stava volgendo al termine, ma neppure il freddo che sarebbe sicuramente spuntato da lì a qualche settimana. Il vento che quel pomeriggio gonfiava le nostre vele, però, ci faceva percepire come freddissima ogni goccia dell’acqua che bagnava la nostra pelle. Mischiato al rumore delle onde che sbattevano contro lo scafo, a tratti piacevole, a tratti fastidioso, e del vento che fischiava nelle orecchie, si percepivano le voci degli istruttori che cercavano di farsi sentire, certe volte invano, dagli inesperti equipaggi che tentavano di gestire le derive.