Leonardo Sciascia

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« Forse tutta l'Italia va diventando Sicilia... A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno... La linea della palma... Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato... E sale come l'ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l'Italia, ed è già, oltre Roma... »

(Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, 1961)

on. Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia

Luogo nascita

Data nascita

Luogo morte

Data morte

Titolo di studio

Professione

Partito

Legislatura

Gruppo

Collegio

Incarichi parlamentari

Pagina istituzionale

Biografia [modifica]

Leonardo Sciascia nasce l'8 gennaio 1921 a Racalmuto, in provincia di Agrigento (allora chiamata Girgenti), primo di tre fratelli da un impiegato, Pasquale Sciascia, e da una casalinga, Genoveffa Martorelli. La madre proviene da una famiglia di artigiani mentre il padre è impiegato presso una delle miniere di zolfo locali e la storia dello scrittore ha le sue radici nella zolfara dove hanno lavorato il nonno e il padre.

Gli studi: il periodo nisseno [modifica]

A sette anni Sciascia inizia la scuola elementare a Racalmuto e ben presto si dimostra intenso lettore. Si appassiona anche alla storia, alla scrittura e agli strumenti ad essa correlati, come matite, inchiostro...[1]

Nel 1935 si trasferisce con la famiglia a Caltanissetta dove si iscrive all'Istituto Magistrale "IX Maggio" nel quale insegna Vitaliano Brancati, che diventerà il suo modello e che lo guida nella lettura degli autori francesi, mentre l'incontro con un giovane insegnante, Giuseppe Granata (che fu in seguito senatore comunista), gli fa conoscere gli illuministi e la letteratura americana.

Nel capoluogo nisseno trascorrerà gli anni più indimenticabili della sua vita, come lui stesso confessa nella sua autobiografia, fatti delle prime esperienze e delle prime scoperte della vita oltre ad imprimersi la sua formazione culturale.

Richiamato alla visita di leva viene considerato per due volte non idoneo, ma alla terza viene finalmente accettato e assegnato ai servizi sedentari.

Nel 1941 consegue il diploma magistrale e nello stesso anno si impiega al Consorzio Agrario, occupandosi dell'ammasso del grano a Racalmuto, dove rimane fino al 1948. Ebbe così modo di avere un rapporto intenso con la piccola realtà contadina.

Nel 1944 si unisce in matrimonio con Maria Andronico, maestra nella scuola elementare di Racalmuto. Maria Andronico e Sciascia avranno due figlie, di nome Laura e Anna Maria.

Il suicidio del fratello Giuseppe, avvenuto nel 1948, sconvolge Sciascia lasciandogli un profondo segno nell'animo. Nel 1949 inizia ad insegnare nella scuola elementare di Racalmuto.

Le prime opere: poesie e saggi [modifica]

Leonardo Sciascia con lo scrittore Franco Pappalardo La Rosa.

Nel 1950 pubblica le "Favole della dittatura", che Pier Paolo Pasolini nota e recensisce. Il libro comprende ventisette brevi testi poetici, "favole esopiche" classiche, con morali chiare, di cui sono protagonisti animali[2]

Nel 1952, esce la raccolta di poesie La Sicilia, il suo cuore, che viene illustrata con disegni dello scultore catanese Emilio Greco.

Nel 1953 vince il Premio Pirandello, assegnatogli dalla Regione Siciliana per il suo saggio "Pirandello e il pirandellismo".

Inizia nel 1954 a collaborare a riviste antologiche dedicate alla letteratura e agli studi etnologici, assumendo l'incarico di direttore di «Galleria» e de «I quaderni di Galleria» edite dall'omonimo Salvatore Sciascia di Caltanissetta.

Nel 1954 Italo Calvino scrive, riferendosi a un'opera di Sciascia:

« Ti accludo uno scritto d'un maestro elementare di Racalmuto (Agrigento) che mi sembra molto impressionante »

(Lettera di Italo Calvino a Alberto Carocci, 8 ottobre 1954)

Nel 1956 pubblica "Le parrocchie di Regalpetra", una sintesi autobiografica dell'esperienza vissuta come maestro nelle scuole elementari del suo paese. Nello stesso anno viene distaccato in un ufficio scolastico di Caltanissetta. Nel 1961 pubblica "Il giorno della civetta", che racconta la mafia a quell'epoca.

A Roma: I racconti [modifica]

Gli zii di Sicilia [modifica]

Nell'anno scolastico 1957-1958 viene assegnato al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma e in autunno pubblica i tre racconti che vanno sotto il titolo "Gli zii di Sicilia". La breve raccolta si apre con "La zia d'America", un tentativo di dissacrare il mito dello "Zio Sam", visto come dispensatore di doni e libertà.

Il secondo racconto è intitolato "La morte di Stalin", nel quale, ancora una volta, il personaggio è un mito, quello del comunismo che viene incarnato, agli occhi del siciliano Calogero Schirò, da Stalin. Il terzo racconto, "Il quarantotto", è ambientato nel periodo del Risorgimento (precisamente tra il 1848 e il 1860) e tratta del tema dell'unificazione del Regno d'Italia vista attraverso gli occhi di un siciliano. Nel racconto l'autore vuole mettere in evidenza l'indifferenza ed il cinismo della classe dominante affrontando un tema già trattato da Federico De Roberto ne I Viceré (1894) e da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo.

Alla raccolta si aggiunge, nel 1960, un quarto racconto, "L'antimonio", che ebbe favorevole consenso della critica ed al quale Pasolini dedicherà un articolo sulla rivista Officina. In esso si narra la storia di un minatore che, scampato ad uno scoppio di grisou (chiamato dagli zolfatari antimonio), parte come volontario per la guerra d'Abissinia ed, in seguito, per la guerra civile in Spagna.

A Caltanissetta: i romanzi [modifica]

Sciascia rimane a Roma un anno e al suo ritorno si stabilisce con la famiglia a Caltanissetta, assumendo un impiego in un ufficio del Patronato scolastico.

Nel 1961 esce Il giorno della civetta col quale lo scrittore inaugura una nuova stagione del giallo italiano contemporaneo[3]. Al romanzo si ispira il film omonimo del regista Damiano Damiani, uscito nel 1968.

Gli anni sessanta vedranno nascere alcuni dei romanzi più sentiti dallo stesso autore, dedicati alle ricerche storiche sulla cultura siciliana.

Nel 1963 pubblica Il consiglio d'Egitto, ambientato in una Palermo del '700 dove vive e agisce un abile falsario, l'abate Giuseppe Vella, che "inventa" un antico codice arabo che dovrebbe togliere ogni legittimità ai privilegi e ai poteri dei baroni siciliani a favore del Viceré Caracciolo.

Il ritorno al saggio [modifica]

Nel 1964 pubblica il breve saggio o racconto, come dice lo stesso Sciascia nella prefazione alla ristampa del 1967, "Morte dell'Inquisitore", ambientato nel '600, che prende spunto dalla figura dell'eretico siciliano fra' Diego La Matina, vittima del Tribunale dell'Inquisizione, che uccide Juan Lopez De Cisneros, inquisitore nel Regno di Sicilia.

La Compagnia del Teatro Stabile di Catania, diretta da Turi Ferro, mette in scena "Il giorno della civetta", con la riduzione teatrale di Giancarlo Sbragia.

Risale al 1965 il saggio "Feste religiose in Sicilia", che fa da cornice alla presentazione ad una raccolta fotografica ad opera di Ferdinando Scianna, fotografo di Bagheria, dove torna l'accostamento della Sicilia alla Spagna, soprattutto per quanto riguarda il valore e l'importanza, in ambedue le società, della superstizione religiosa e del mito.

La commedia [modifica]

Sempre nel 1965 esce la sua commedia "L'onorevole" che è una impietosa denuncia delle complicità tra governo e mafia.

Il ritorno al romanzo [modifica]

Statua di Sciascia a Racalmuto

Nel 1966 ritorna con un romanzo, A ciascuno il suo, che riprende le modalità del "giallo" già utilizzate ne "Il giorno della civetta".

La vicenda narrata è quella di un professore di liceo, Paolo Laurana, che inizia per curiosità personale le indagini sulla morte del farmacista del paese e dell'amico dottore, ma che si scontra con il silenzio di tutti i paesani, silenzio dovuto alla paura ed alla corruzione. Come commento alla tenacia nelle indagini del professore e alla sua tragica fine, l'explicit del libro si risolve in una frase lapidaria:

« "Era un cretino." disse don Luigi »

Dal romanzo, il regista Elio Petri trae, nel 1967, il film omonimo.

A Palermo [modifica]

Nel 1967 si trasferisce a Palermo per seguire negli studi le figlie e per scrivere. Esce intanto per l'editore Mursia una antologia "Narratori di Sicilia", curata da Sciascia in collaborazione con Salvatore Guglielmino.

Nel 1969 inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera e pubblica "Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A.D.", che racconta, attraverso una rappresentazione teatrale, la controversia per la vendita di una partita di ceci per la quale il vescovado di Lipari non vuole pagare la tassa (siamo all'inizio del '700). Il vescovo aveva scomunicato i gabellieri, ma il re, mediante l'appello per abuso, aveva annullato la scomunica. La storia, apparentemente banale, in realtà denuncia i rapporti tra Stato-guida dell'ex Urss e gli Stati satelliti. Le iniziali A.D. identificano Alexander Dubček, che fu protagonista nel 1968 della Primavera di Praga.

La pensione [modifica]

Nel 1970 Sciascia va in pensione e pubblica la raccolta di saggi "La corda pazza", nella quale l'autore chiarisce la propria idea di "sicilitudine" e dimostra una rara sensibilità artistica espressa per mezzo di sottili capacità saggistiche. Quest'opera riporta, già dal titolo, a Luigi Pirandello che nel suo libro "Berretto a sonagli" sostiene che ognuno di noi ha in testa "come tre corde d'orologio, quella "seria", quella "civile", quella "pazza"".

Sciascia vuole indagare sulla "corda pazza" che, a suo parere, coglie le contraddizioni e le ambiguità ma anche la forza razionalizzante di quella Sicilia che è tanto oggetto dei suoi studi.

Il ritorno al genere poliziesco [modifica]

Il 1971 è l'anno de "Il contesto", con il quale l'autore ritorna al genere poliziesco. La vicenda si svolge intorno all'ispettore Rogas che deve risolvere una complicata vicenda che origina da un errore di giustizia e una serie di omicidi di giudici. Benché il romanzo sia ambientato in un paese immaginario, il lettore riconosce senza sforzo l'Italia contemporanea. Il libro desta molte polemiche, più politiche che estetiche, alle quali Sciascia non vuole partecipare, ritirando così la candidatura del romanzo al premio Campiello.

Dal romanzo venne ispirato il film di Francesco Rosi, uscito nel 1976 ed intitolato Cadaveri eccellenti.

Con gli "Atti relativi alla morte di Raymond Roussel" del 1971, si comprende che in Sciascia la propensione ad includere la denuncia sociale nella narrazione di episodi veri di cronaca nera si fa sempre più forte. Così sarà ne "I pugnalatori" del 1976 e ne "L'affaire Moro" del 1978.

Nel 1973 pubblica "Il mare colore del vino" e scrive la prefazione ad un'edizione della "Storia della colonna infame" di Alessandro Manzoni.

Nel 1974 pubblica la prefazione ad una ristampa dei "Dialoghi" dello scrittore greco Luciano di Samosata dal titolo "Luciano e le fedi".

Esce intanto Todo modo, un libro che parla "di cattolici che fanno politica" e che viene stroncato dalle gerarchie ecclesiastiche. Il racconto, di genere poliziesco, è ambientato in un eremo/albergo dove si effettuano esercizi spirituali. In questo luogo, durante il ritiro annuale di un gruppo di "potenti", tra i quali cardinali, uomini politici e industriali, si verifica una serie di inquietanti delitti.

Anche da questo romanzo verrà tratto un film dallo stesso titolo diretto dal regista Elio Petri nel 1976.

L'impegno politico [modifica]

Leonardo Sciascia

Alle elezioni comunali di Palermo nel giugno 1975 lo scrittore si candida come indipendente nelle liste del PCI; viene eletto con un forte numero di preferenze, ottenendo il secondo posto come numero di preferenze dopo Achille Occhetto, segretario regionale del partito, e davanti ad un altro illustre candidato, Renato Guttuso[4].

Nello stesso anno pubblica "La scomparsa di Majorana", una indagine sulla scomparsa del fisico Ettore Majorana avvenuta negli anni trenta.

Nel 1976 esce una ristampa delle commedie "L'onorevole" e "Recitazione della controversia liparitana" con l'aggiunta de "I mafiosi". Nello stesso anno pubblica l'indagine "I pugnalatori", un libro inchiesta su una vicenda avvenuta a Palermo nel 1862 che vide uccise a pugnalate 13 persone.

All'inizio del 1977 Sciascia si dimette dalla carica di consigliere del PCI. La sua contrarietà al compromesso storico e il rifiuto per certe forme di estremismo lo portano infatti a scontri molto duri con la dirigenza del Partito comunista[5].

L'inchiesta sulla strage di via Fani [modifica]

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Per approfondire, vedi la voce Caso Moro.

Nel giugno del 1979 accetta la proposta dei Radicali[6] e si candida sia al Parlamento europeo sia alla Camera. Eletto in entrambe le sedi istituzionali opta per Montecitorio, dove rimarrà fino al 1983 occupandosi quasi esclusivamente dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia[4].

I contatti con la cultura francese [modifica]

In questi anni aumenta i suoi viaggi a Parigi e si intensificano i contatti con la cultura francese e nel 1978 pubblica "L'affaire Moro" sul sequestro e il processo nella cosiddetta "prigione del popolo" ad Aldo Moro organizzato dalle Brigate Rosse.

Nel 1979 pubblica "Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia", dove è chiaro il riferimento al "Candido" di Voltaire.

Esce in quell'anno "Nero su Nero", una raccolta di commenti ai fatti relativi al decennio precedente, "La Sicilia come metafora", un'intervista di Marcelle Padovani e "Dalle parti degli infedeli", lettere di persecuzione politica inviate negli anni cinquanta dalle alte gerarchie ecclesiastiche al vescovo Patti, con il quale inaugura la collana della casa editrice Sellerio intitolata "La memoria" che festeggia nel 1985 la centesima pubblicazione con le sue "Cronachette".

Nel 1980 pubblica "Il volto sulla maschera" e la traduzione di un'opera di Anatole France, "Il procuratore della Giudea".

Nel 1981 pubblica "Il teatro della memoria" e, in collaborazione con Davide Lajolo, "Conversazioni in una stanza chiusa".

Nel 1982 esce "Kermesse" e "La sentenza memorabile", nel 1983 "Cruciverba", una raccolta di suoi scritti già pubblicati su riviste, giornali e prefazioni a libri.

Pubblica nel 1984 "Stendhal e la Sicilia", un saggio per commemorare la nascita dello scrittore francese.

Gli ultimi anni di vita [modifica]

Ricordo di Sciascia a Racalmuto

In quegli stessi anni gli fu diagnosticato un tumore al midollo osseo. Sempre più spesso fu costretto a lasciare la Sicilia per Milano per curarsi ma egli continua, sia pure con fatica, la sua attività di scrittore.

Nel 1985 pubblica "Cronachette" e "Occhio di capra", una raccolta di modi di dire e proverbi siciliani, e nel 1986 "La strega e il capitano", un saggio per commemorare la nascita di Alessandro Manzoni.

Carichi di tristi motivi autobiografici sono i brevi romanzi gialli "Porte aperte" del 1987, "Il cavaliere e la morte" del 1988 e "Una storia semplice", ispirato al furto della Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi del Caravaggio, che uscirà in libreria il giorno stesso della sua morte.

Nel 1986 Sciascia scrive a Bettino Craxi, comunicandogli di aver votato per il PSI nelle elezioni regionali siciliane di quell'anno ed invitando il leader socialista a favorire il ricambio della classe dirigente siciliana del partito.

Nel 1987 cura una mostra molto suggestiva, all'interno della Mole Antonelliana a Torino, dal titolo "Ignoto a me stesso" (aprile-giugno). Erano esposte quasi 200 rare fotografie scelte da Leonardo Sciascia e concesse in originale da importanti istituzioni di tutto il mondo. Si tratta di ritratti di scrittori famosi, dai primi dagherrotipi ai giorni nostri, da Edgar Allan Poe a Rabindranath Tagore a Gorkij a Jorge Luis Borges. Il catalogo viene stampato da Bompiani e oltre il saggio di Sciascia "Il ritratto fotografico come entelechia" contiene 163 ritratti e altrettante citazioni dei relativi scrittori. La chiave della mostra è forse la citazione di Antoine de Saint-Exupéry:

« Non bisogna imparare a scrivere ma a vedere. Scrivere è una conseguenza »

Pochi mesi prima di morire scrive "Alfabeto pirandelliano", "A futura memoria (se la memoria ha un futuro)", che verrà pubblicato postumo, e "Fatti diversi di storia letteraria e civile" edito da Sellerio.

La morte [modifica]

La tomba di Leonardo Sciascia accanto a quello della moglie, Maria Andronico, presso il cimitero di Racalmuto.

Leonardo Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989 e chiede i funerali in Chiesa[7]. Con lui nella sua bara si volle portare un crocifisso d'argento. Al funerale viene ricordato da numerose parole di stima, fra cui quelle del grande amico Gesualdo Bufalino.

È sepolto nel cimitero di Racalmuto, suo paese natale; sulla lapide bianca una sola frase:

« Ce ne ricorderemo di questo pianeta »

( Epitaffio sulla tomba di Sciascia, la citazione è di Auguste de Villiers de L'Isle-Adam[7][8])

Il senso di una frase simile su una tomba per la verità appare già molto chiaro e ben poco "laico e agnostico". Su un manoscritto, conservato dalla famiglia, Sciascia scrive:

« Ho deciso di farmi scrivere sulla tomba qualcosa di meno personale e di più ameno, e precisamente questa frase di Villiers de l'Isle-Adam: "Ce ne ricorderemo, di questo pianeta". E così partecipo alla scommessa di Pascal e avverto che una certa attenzione questa terra, questa vita, la meritano. »

(Leonardo Sciascia[7][8])

L'attività giornalistica di Sciascia [modifica]

Oltre all'attività letteraria, Sciascia ebbe anche un'intensa esperienza giornalistica, scrivendo per numerosi giornali e riviste italiane.

In particolare Sciascia collaborò sin dal 1955 con il quotidiano palermitano L'Ora - il primo articolo, del 23 febbraio 1955, è dedicato al poeta dialettale catanese Domenico Tempio[9] - scrivendo sulle pagine culturali e tenendovi una rubrica fissa, il Quaderno, tra 1964 e il 1968[10][11].

« L'Ora sarà magari un giornale comunista, ma è certo che mi dà modo d'esprimere quello che penso con una libertà che difficilmente troverei in altri giornali italiani. In quanto al mio essere di sinistra, indubbiamente lo sono: e senza sfumature. »

(Leonardo Sciascia, 3 aprile 1965[10])

Su Il Corriere della Sera la sua collaborazione è alterna: dal 1969 al 1972. Se ne allontana “simbolicamente” il 10 gennaio 1987, giorno della pubblicazione dell’articolo sui professionisti dell’antimafia[11]. Su La Stampa suoi articoli compaiono già dal 1972, ma collabora col quotidiano torinese più assiduamente dopo aver rotto con Il Corriere della Sera[11]. Collabora anche con Malgrado Tutto, piccolo periodico di Racalmuto, a cui Sciascia collabora fin dalla nascita[11].

La polemica sull'antimafia [modifica]

Sul Corriere della Sera il 10 gennaio 1987, Sciascia pubblicò l'articolo "I professionisti dell'antimafia"[12], nel quale stigmatizzava fortemente il comportamento di alcuni magistrati palermitani del pool antimafia, definendoli "eroi della sesta", i quali a suo parere si erano macchiati di carrierismo, utilizzando la sacrosanta battaglia per la rinascita morale della Sicilia come titolo di merito all'interno del sistema correntizio delle promozioni in magistratura.

Dopo la pubblicazione dell'articolo Sciascia fu bersagliato dagli attacchi di molte personalità della cultura e della politica e venne isolato dalle maggiori forze politiche, eccezion fatta per i Radicali ed i Socialisti. L'associazione Coordinamento Antimafia, che dallo scrittore venne definita «una frangia fanatica e stupida», lo tacciò d'essere un quaquaraquà «ai margini della società civile» e Marcelle Padovani, sulle colonne del Nouvel Observateur, accusò Sciascia di avanzare «misere polemiche» a causa del suo «incoercibile esibizionismo».[13]

L'associazione "Amici di Leonardo Sciascia" [modifica]

Fondata il 26 giugno 1993 a Milano, nella sede storica presso la Biblioteca Comunale, Palazzo Sormani, l'associazione degli Amici di Leonardo Sciascia si propone di incoraggiare la lettura e la ricerca in merito al pensiero e all'opera dello scrittore. È attualmente presieduta (2012) dal cardiochirurgo Renato Albiero. L'associazione è priva di scopi di lucro e si autofinanzia con i contributi dei soci e di terzi.

Dal 1995 al 2008 l'attività pubblicistica dell'associazione è stata incentrata su due collane realizzate in collaborazione con l'editore milanese La Vita Felice. La prima è stata intitolata Quaderni Leonardo Sciascia[14], con cadenza annuale e che ha ospitato per la massima parte scritti monografici o di rassegna e atti di convegni su diversi aspetti dell'opera di Sciascia.

La seconda,denominata Porte aperte[15], ha visto l'alternanza di testi di autori particolarmente amati da Sciascia a saggi critici sulla sua opera;

Alle due collane maggiori l'associazione ne ha affiancato sin dal 1995 una terza, fuori commercio, curata da Francesco Izzo e dedicata a celebrare la passione dello scrittore per la grafica d'arte: le cartelle annuali di Omaggio a Sciascia, contenenti un'incisione a tiratura limitata e un breve testo letterario.

Il Premio internazionale biennale Leonardo Sciascia Amateur d'Estampes[16] è stato altresì istituito sin dal 1998 per ricordare la passione di Leonardo Sciascia per l'incisione originale. Dal 1998 è attivo il Leonardo Sciascia Web che offre, tra l'altro, l'opportunità di consultare La memoria di carta, la bibliografia più completa ad oggi realizzata (ed in costante aggiornamento) sulle opere dello scrittore. L'associazione ha inoltre promosso direttamente o in partnership con altri soggetti (Istituto Studi Filosofici, Gabinetto Vieusseux, Cerisdi, Istituto Cervantes, Fondazione Sciascia,Cerisdi etc) seminari di studio e incontri pubblici per avvicinare soprattutto i giovani all'opera di Sciascia.

In occasione del ventennale della scomparsa dello scrittore, l'associazione si è fatta promotrice dell'anno sciasciano (20 novembre 2008 - 20 novembre 2009) che ha visto il sostegno della Regione Toscana per un ciclo di manifestazioni in tutta Italia. Nella circostanza è stata anche pubblicata nella sedicesima cartella della collana "Omaggio a Sciascia", arricchita da otto incisioni originali, una poesia inedita di Leonardo Sciascia dal titolo Due cartoline dal mio paese, rinvenuta da Francesco Izzo tra le carte Pasolini del Gabinetto Vieusseux di Firenze nel 2007.

Il 30 ottobre 2008 è stato lanciato a Firenze un manifesto dal titolo Ce ne ricorderemo di questo maestro per ricordare Leonardo Sciascia. È stato firmato da decine di uomini di cultura in varie parti del mondo: il Nobel 2006 per la letteratura, Orhan Pamuk, il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Salvatore Settis, scrittori come Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Mario Andrea Rigoni, Guido Ceronetti, Yves Bonnefoy e Vincenzo Consolo, filosofi come Fernando Savater e Massimo Piattelli-Palmarini, il senatore e presidente emerito della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, uomini politici come Marco Pannella ed Emanuele Macaluso, l'editore Elvira Sellerio, pittori come Piero Guccione e Bruno Caruso.

Agli inizi del 2010, l'associazione Amici di Sciascia ha siglato un accordo editoriale con la storica casa editrice fiorentina Leo S. Olschki. In questo ambito,a marzo 2011 è uscito il primo volume di una nuova collana di saggistica, Sciascia scrittore europeo, curato da Renato Martinoni (Università di San Gallo, Svizzera), dal titolo "Troppo poco pazzi" e dedicato alla frequentazione dello scrittore con la Svizzera. E' in itinere un progetto di ricerca volto ad illuminare i rapporti di Sciascia con la la ex-Jugolsavia. Parte integrante della collaborazione con Olschki è altresì la nuova importante iniziativa di una rivista internazionale TODOMODO,fondata da Francesco Izzo nel 2011,interamente dedicata all'opera e alla figura di Sciascia. La rivista,di cui è uscito il primo volume a novembre 2011,viene pubblicata una volta all'anno per fare il punto delle ricerche internazionali sullo scrittore,secondo l'approccio dei refereed journals.

Dalla fine 2010, l'associazione Amici di Sciascia ha varato una collaborazione istituzionale con il Cerisdi (Palermo) con la promozione congiunta di una nuova iniziativa denominata Leonardo Sciascia Colloquia,un appuntamento convegnistico annuale nella ricorrenza della scomparsa dello scrittore,ogni 20 novembre. Due gli eventi finora realizzati: il convegno su L'etica del potere per Leonardo Sciascia(Novembre 2010) e il convegno Mezzo secolo con il Giorno della civetta(Novembre 2011). E' in programma un nuovo appuntamento per Novembre 2012 sul tema Il cancello della preghiera volto ad approfondire la dimensione del sacro nell'opera dello scrittore.

Riconoscimenti [modifica]

A Leonardo Sciascia sono intitolati:

Gli è stato anche dedicato un asteroide (12380 Sciascia).

Opere [modifica]

Romanzi [modifica]

Racconti [modifica]

  • Gli zii di Sicilia (1958) - raccolta di tre racconti
  • L'antimonio (1961)
  • Santo Marino. Con 10 riproduzioni (1963) - raccolta di racconti
  • Morte dell'Inquisitore (1964)
  • Racconti siciliani (1966) - raccolta di racconti
  • Atti relativi alla morte di Raymond Roussel (1971) - raccolta di racconti
  • Il mare color del vino (1973) - raccolta di racconti
  • La sentenza memorabile (1982)
  • Cronachette (1985)
  • Per un ritratto dello scrittore da giovane (1985)
  • La strega e il capitano (1986)
  • 1912 più 1 (1987)

Saggi [modifica]

Poesie [modifica]

  • Favole della dittatura (1950)
  • La Sicilia, il suo cuore (1952)
  • Il fiore della poesia romanesca. Belli, Pascarella, Trilussa, Dell'Arco (1952)

Testi teatrali [modifica]

Sceneggiature [modifica]

Articoli giornalistici (parziale) [modifica]

Altro [modifica]

  • Feste religiose in Sicilia, (con fotografie di Ferdinando Scianna), Bari, Leonardo da Vinci, 1965.
  • Luciano e le fedi, (Prefazione ai Dialoghi di Luciano), Torino, Einaudi, 1974.
  • Conversazioni in una stanza chiusa, (con Davide Lajolo), Milano, Sperling&Kupfer, 1981.

Monografie dedicate a Leonardo Sciascia [modifica]

A. Scuderi, "Lo stile dell'ironia. Leonardo Sciascia e la tradizione del romanzo", Lecce, Milella, 2004.

  • G. Lombardo, Il critico collaterale: Leonardo Sciascia e i suoi editori, Collana Porte Aperte. Milano: La Vita Felice, 2008.
  • Giuseppe Traina, La soluzione del cruciverba. Leonardo Sciascia fra esperienza del dolore e resistenza al Potere, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia editore, 1994.
  • Giuseppe Traina, In un destino di verità. Ipotesi su Sciascia, Milano, La Vita Felice, 1999.
  • Giuseppe Traina, Una problematica modernità. Verità pubblica e scrittura a nascondere in Leonardo Sciascia, Acireale-Roma, Bonanno editore, 2009.
  • Aa.Vv. Leonardo Sciascia e la giovane critica (a cura di F. Morello, A. Schembari, G. Traina), Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia editore, 2009: contiene saggi di Agnese Amaduri, Claudia Carmina, Anna Carta, Maria Giuseppina Catalano, Alessandro Cinquegrani, Marcello D'Alessandra, Davide Dalmas, Salvatore Ferlita, Gabriele Fichera, Giuseppe Giglio, Gian Paolo Giudicetti, Mariagiovanna Italia, Fabio Moliterni, Flora Monello, Maria Panetta, Francesco Pontormo, Ivan Pupo, Maria Rizzarelli, Andrea Schembari, Javier Serrano, Samantha Viva.
  • R. Martinoni(curatore) Troppo poco pazzi. Leonardo Sciascia nella libera e laica svizzera, Collana Sciascia scrittore europeo. Firenze: Leo S. Olschki editore, 2011.

Articoli, recensioni, testi su Il giorno della civetta [modifica]

  • M. Prisco, "Il giorno della civetta", in Baretti, n°8, marzo-aprile, 1961
  • D. Giuliana, "Sicilia di Sciascia", in La Fiera Letteraria, 28 maggio 1961
  • P. Milano, "Un carabiniere di sinistra", in L'Espresso, 4 giugno 1961
  • P. Dallamano, "L'ora della civetta", in L'Ora, 8 luglio 1961
  • V. De Martinis, "Il giorno della civetta", in Letture, n°7, luglio 1961.

Cinema [modifica]

Numerosi sono i film tratti da opere di Leonardo Sciascia[20][21]:

Note [modifica]

  1. ^ Leonardo Sciascia. URL consultato il 7 giugno 2011.
  2. ^ Domenico Scarpa, «Le favole politiche di Sciascia», Il Sole-24 ORE, 25 settembre 2011
  3. ^ Massimo Carloni, L’alba del giallo italiano contemporaneo: "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia, in AA.VV., Mélanges offerts à Marie-Hélène Caspar. Littérature italienne contemporaine. Musique, Paris, Nanterre, C.R.I.X., novembre 2005, pp. 479-491
  4. ^ a b L'impegno civile. regalpetra.it. URL consultato il 27-07-2010.
  5. ^ Sciascia e il PCI
  6. ^ Recensione su "L'Indice" di Leonardo Sciascia deputato radicale 1978-1983
  7. ^ a b c Matteo Collura. «Sciascia, svelato l' ultimo enigma». Corriere della Sera, 5 09 2007, p. 41. URL consultato in data 28-07-2010.
  8. ^ a b Matteo Collura, L'isola senza ponte. Uomini e storie di Sicilia, Longanesi, 2007. ISBN 978-88-304-2450-0
  9. ^ Matteo Collura, Il maestro di Regalpetra. Vita di Leonardo Sciascia, Milano, TEA, 1996, p. 142. ISBN 9788878187658
  10. ^ a b Storia de l'Ora. accadeinitalia.it. URL consultato il 14-06-2010.
  11. ^ a b c d Palmira Mancuso. Leonardo Sciascia, uno scrittore in redazione. Ordine dei giornalisti. Consiglio regionale della Lombardia, 07-05-2005. URL consultato il 14-06-2010.
  12. ^ da www.accadeinitalia.it, Trascrizione dell'articolo I professionisti dell'antimafia, dal Corriere della sera, 10 gennaio 1987
  13. ^ Pierluigi Battista, Le scuse dovute a Sciascia, Corriere della Sera, 2 gennaio 2007
  14. ^ Collana Quaderni Leonardo Sciascia. amicisciascia.it. URL consultato il 28-07-2010.
  15. ^ Collana Porte Aperte. amicisciascia.it. URL consultato il 28-07-2010.
  16. ^ Premio Sciascia Amateur d'Estampes. amicisciascia.it. URL consultato il 28-07-2010.
  17. ^ Regalpetra. Parco Letterario Leonardo Sciascia. URL consultato il 27-07-2010.
  18. ^ Inaugurato il “Museo della Mafia” dedicato a Leonardo Sciascia. amicisciascia.it. URL consultato il 27-07-2010.
  19. ^ Istituto Tecnico Commerciale e per il Turismo Leonardo Sciascia Erice - Valderice. URL consultato il 28-07-2010.
  20. ^ Film tratti dai romanzi di Sciascia. fondazioneleonardosciascia.it. URL consultato il 09-03-2011.
  21. ^ Film tratti dai romanzi di Sciascia. regalpetra.it. URL consultato il 27-07-2010.

Bibliografia [modifica]

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Predecessore:

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Successore:

Claudio Magris