Villa Trieste a Vaccarino

E' situata nella parte più a nord del Tavello, in località Vaccarino e risale al Cinquecento.

 

Villa Trieste in una foto del 1958. Questo è il lato est che guarda il Brenta

 

Villa Trieste nel 1958 vista dal retro dalla S.S. 47 Valsugana 

 

 

Il Tavello è un’area golenale del fiume Brenta, che per la sua importanza e delicatezza è stato proclamato SIC (Sito di Interesse Comunitario “Grave e Zone Umide del Brenta” n° IT3260018).

È stato inoltre considerato nell’ambito dell’istituzione di un Parco Regionale (art. 33 del P.T.C.R. “Parco Medio Corso del Brenta”),

è inserito negli Ambiti Naturalistici di Interesse Regionale (P.T.R.C. art. 19) e nella “Rete Natura 2000”.

Infine è classificato ZPS (Zona di Protezione Speciale) in diverse Direttive Europee.

Questa villa cinquecentesca venne poi ristrutturata nella forma attuale da Gaetano Savonarola nel 1789.

Il prospetto principale è rivolto al prospicente fiume Brenta a est, quello secondario ad ovest è quello visibile dalla strada statale Padova-Bassano

Le due facciate guardano l'una la strada provinciale e l'altra il fiume Brenta.

La villa e le proprietà di Vaccarino vennero cedute nel 1808 alla famiglia Trieste di Padova,

una aristocratica e facoltosa famiglia padovana ebraica con vari interessi economici, tra i quali, rimarchevole, una filanda a Monselice dove lavoravano circa duemila addetti.

 

I Trieste,affidarono, intorno alla prima metà dell'800, all'architetto Giuseppe Jappelli (lo stesso del Caffé Pedrocchi di Padova) l'ideazione e la realizzazione del Grande Parco Romantico, dove nel periodo estivo hanno luogo rappresentazioni teatrali.

Il Japelli quindi nel decennio 1830-40 progettava un nuovo ingresso, una nuova facciata e il parco, probabilmente sistemato tra il 1835 e il 1842.

 

 

Osservando la vegetazione, solo apparentemente spontanea, le piante creano effetti di luce ed ombre, i giochi del terreno disegnano tratti pianeggianti e collinette.

Un corso d'acqua attraversa sinuosamente tutto il parco per formare poi un laghetto sulla riva del quale vi è una casetta, rappresentante la capanna del cacciatore o del pescatore;

ponticelli di legno conducono ad una riva all'altra del corso d'acqua;

su una montagnola spicca una torretta, che fuge da finto osservatorio astronimico.

 

Al suo interno conserva ancora splendidi affreschi alle pareti opera di attribuite al G. da Pavanello nel 700