Santa Colomba

Nella ricostruzione storica Presina rischia di rimanere stritolata tra l'antichissima Pieve di Carturo e quella, assai più blasonata, di Piazzola.

Invece, se si fa riferimento a Santa Colomba, oggi piccolo oratorio appena restaurato, ne risulta luogo di antichi insediamenti.

 

 

Per entrare nel merito della storia, è innanzitutto opportuna una precisazione per tentare, se possibile, di capire l'origine del nome della località Santa Colomba.

Anticipo find'ora che non ci sono notizie certe e che ogni ipotesi  si basa su deduzioni logiche senza però risolvere tutti i dubbi. 

Nell'annuario dei santi compaiono due Santa Colomba. 

Il 17 settembre Santa Colomba da Cordova, vergine martirizzata dai mori nell'anno 834, il 31 dicembre Santa Colomba, vergine, martire verso gli anni 270-275, patrona di Rimini.

A questa Santa, si collega anche Paolo Camerini, nel suo Libro "Piazzola" del 1925, pag.38, quando riferendosi alla citazione "Santa Colomba conforme all'affetto, semplice Vergine e Martire imperiante Aureliano in diocesi Vicentina..." estratta dall'opera "Descrittione di Padoa, e suo territorio con l'inventario Ecclesiastico…"  di Andrea Cittadella (1572-1637 c.).

Queste Sante appaiono però entrambe troppo lontane nel tempo ma soprattutto senza nessun legame con persone, col territorio, con luoghi specifici , per poter essere significativamente ricordate nel culto della nostra zona, salvo forse la coincidenza del 31 dicembre per la Santa di Rimini, in cui pure ricorre la festività di San Silvestro, compatrono di Piazzola, la cui presenza ha però significato ed origini assai diverse.

Nel calendario troviamo però anche il nome di un santo molto simile alle due sante precedenti: San Colombano.

San Columba, nella appropriata dizione latina-medioevale, lo indicano costantemente e senza nessuna incertezza autorevoli scrittori di storia vicentina quali Mons. Giovanni Mantese e Mons. Ermenegildo Reato, e i loro riferimenti sono rivolti proprio alla nostra località e al nostro luogo di culto.

Una ipotesi aggiuntiva è quindi di considerare la dizione Santa Colomba come la trasposizione della citazione latina del nome San Colombano (San Columba = Santa Colomba), con buona pace di Paolo Camerini che potrebbe essere stato fuorviato dallo scritto anonimo accettato tacitamente.

L'opera del monachesimo fin dal suo nascere, nel V secolo, nell'epoca di estremo disordine e anarchia susseguente al disfacimento dell'impero romano d'occidente, si afferma e si ramifica fino ad essere uno dei pochi punti di riferimento per la vita di interi popoli. Le regole monastiche impongono l'obbligo della preghiera, della meditazione e del lavoro, fino a disciplinare le attività industriali ed economiche dei conventi e dei borghi da essi abitati. Il lavoro agricolo era l'attività manuale preminente e si svolgeva nelle terre donate ai conventi e successivamente alla bonifica di immense estensioni di terreni selvatici e inselvatichiti.

Le prime bonifiche Benedettine cominciarono a prendere forma nel territorio vicentino attorno alla seconda metà del X secolo, come riferisce E.Reato: quando "all'indomani delle scorrerie degli Ungheri (899-955) e della ricostruzione del monastero di S.Felice avvenuta grazie soprattutto alla generosità del vescovo Rodolfo. Paludi e Boschi che circondavano la Città (Vicenza) furono il primo campo di lavoro dei Benedettini, i quali, con l'aiuto della popolazione rurale, bonificarono egregiamente vaste estensioni di territorio incolto creando nuove condizioni di vita. In un secondo momento essi si rivolsero al territorio seguendo le principali vie di accesso alla città: sulla Postumia orientale da Ospedaletto al Brenta, passando per Bolzano, Pozzoleone, S.Pietro in Gu' e ripiegando sulla riva destra del fiume (Sec. X-XIII) fino a Tremignon, lungo l'antichisima via dei Veneti"; 

ed individuando, per quella grande epoca di civilizzazione, anche i luoghi di bonifica e di culto fondati lungo il corso del Brenta:

Carmignano --> S. Pietro in Brenta

Fontaniva --> S.Lucia

Carturo --> S.Paolo

Presina --> S. Columba

Piazzola --> S.Silvestro

Tremignon --> S. Giorgio

E' dunque a San Colombano che potrebbe con maggiore probabilità riferirsi il luogo di culto in questione.

San Colombano di Luxeuill e Bobbio fu un monaco appartenente alla grande famiglia dei Benedettini, autore egli stesso di una nuova regola monastica e fondatore delle celebre abbazia di Bobbio. Morì a 72 anni nel 615.

Si ritiene però opportuno prendere in considerazione anche l'omonimo S.Colombano di Gand (morto nel 959 :festa il 15 febbraio) e l'altro monaco irlandese S.Columba (o Colomba: 521-597, festa il 9 giugno): a tal fine potrà essere utile rilevare che nel 1905 la contrà di S.Colomba celebrava la ricorrenza del 3 giugno, coincidente quell'anno con la Solennità del Corpud Domini (Cittadella, Tavola delle cose contenute nell'opera,s.v.) ma singolarmente vicina al tradizionale "dies natalis" dell'evangelizzazione delle Ebridi e regolatore del monachesimo scozzese. 

In entrambi i casi, sarebbe interessante individuare i canali e filoni devozionali che possono aver determinato la diffusione del titolo "colombano" da quelle terre lontane fino a questo lembo del territorio padovano vicentino: in questo, la presenza della Brenta come naturale via di penetrazione dall'Europa centro-settentrionale verso roma, dovrebbe aver svolto un ruolo determinante.

Il territorio occupato dall'attuale Vicariato di Piazzola un tempo era quindi occupato dalle due antiche Pievi di Tremignon e Carturo.

In "Rationes Decimarum" (1297-1303), documento vaticano sugli obblighi delle chiese, per avere la definizione dell'esatta distribuzione territoriale, troviamo sottomesse alla Pieve di Santa Maria di Carturo, le chiese di S.Bartolome di Carturo inferiore (ora Presina), S.Colomba di Carturo, S.Margherita di Carturo e il monastero di S. Paolo di Carturo.

G.Mantese in "Memorie Storiche della Chiesa Vicentina" cit.3bis, riporta che la chiesa di S.Colomba funelevata in seguito a rango parrocchiale con un sacerdote titolare, dotata di cimitero  e di proprio fonte battesimale. Questo ci induce a supporre l'esistenza di una comunità ben formata, autonoma, che ben si identifica e si riunisce attorno al proprio luogo di culto.

Circa un secolo dopo, il territorio di S.Colomba, come del resto quello della vicina Piazzola, era diventato "possessione" dei da Carrara negli anni 1314-1318 quando furono confiscati ai Belludi. Il possesso venne successivamente confermato ai carraresi nel 1320 dall'imperatore Ferdinando d'Asburgo.

Dunque a Jacopo da Carrara vengono ceduti a Presina circa 900 campi suddivisi in diciotto parti mentre cinquantasette campi divisi in tre parti sono situati a S.Colomba. Nel XIII e XIV secolo quindi, Santa Colomba è una comunità integra e presente nel territorio ed ancora distinta dalla Comunità di Presina.

Non sono però rimastre tracce o segni di quella primitiva comunità, che probabilmente sorgeva lungo o poco lontano dalle rive del Brenta, con tutti i problemi che le esondazioni stagionali potevano creare. Peraltro non si leggono ancora tra le righe quei segni di declino che sono già invece ben presenti nel XVI secolo quando, ed è ancora P.Camerini (pag.38) a riportare diligentemente quanto in precedenza commentava Andrea Gloria, sulle risultanze delle "Visitationum" del 1521 ad opera del Vescovo di Vicenza; in esse risultavano "dipendenti da essa (Presina) glo Oratori di S.Urbano e di S.Colomba", in cui il parroco aveva l'obbligo di officiarvi solamente la terza domencia di ogni mese, ammettendo con ciò implicitamente l'avvenuta perdita di importanza del luogo di culto ed evidenziando altresì l'avvio di quel lento processo di accorpamento con il territorio di Presina.

Nelle note a piè di pagine inoltre il Camerini cita il non meglio identificato documento riferito alla visita suddetta (1521), nel quale è già affermata la versione del luogo di culto votato alla Santa Colomba, vergine e Martire del III secolo. In questo resoconto viene descritta la qualità  e la dimensione della chiesa che è:

- "soleggiata" ovvero munita di un pavimento in pietra o in mattoni, oppure che all'esterno dell'edificio vi fosse, sul fronte o sui lati, una piazzetta con fondo dei medesimi materiali: "il selese"

-"tavellata", riferita alla complessità costruttiva: un tetto la cui travatura sosteneva le tavelle

-"lunghezza 24 larghezza 16" ovvero le dimensioni del fabbricato con unità di misura il piede lineare veneto, 1 piede = 0,358 metri e quindi 8,5 x 5,7 metri

- "con un altare e campana"

Non sappiamo con esattezza dove fosse il sito di questa chiesa. Il Sito di S.Colomba compare, seppur con scarsissima precisione topografia e descrittiva, già nelle più antiche rappresentazioni cartografiche del territorio padovano  di Annibale Maggi (1449 e quella attribuita a Francesco Squarcione (1460) poi ripresa a stampa nella "Historia di Padova, sacra e profana" di Sertorio Orsato, 1678 tavola tra p.114 e 115). 

Santa Colomba appare nella mappa del Veneto nella Gallerie delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani realizzata tra il 1572 e il 1585.

Villa di S.Colomba nella carta del Mercatore "Veronae Vicentiae et Patavii" pubblicata una prima volta nel 1589 e poi riproposta nel 1634.

Un'altra segnalazione cartografica viene riportata nel libro "le Mappe dell'Archivio Contarini-Camerini di Piazzola sul Brenta" del 1994, pag.12

Approssimativamente la posizione di quella chiesa potrebbe collocarsi poco lontano dal corso del Brenta, a sud della chiesa e abitato di Presina, ad est della strada Marostegana, a nord di Piazzola.

Nella visita pastorale del 1623 i visitatori annotano una consistente diminuzione del valore delle entrate. Più tardi, nell'approfondire le cause, raccolgono una serie di testimonianze rilasciate dai massari proposti al beneficio parrocchiale e così apprendiamo che la diminuzione fu causata da una inondazione del Brenta che provocò l'avulsione di parecchio terreno coltivato e soggetto a esa. zione. L'inondazione, devastante, causò la perdita di circa 30 campi e gran parte del terreno perso si trovava in Borgo Zopello (?) e Santa Colomba - Busta 195/XXXI - Presina. Staro delle Chiese fascicolo: inventario e notizie.

Quanto il Brenta fosse "attivo" e causasse preoccupazione lo rileva una lettera di qualche anno dopo, nel 1633, del Vicario Foraneo di Piazzola, Mons. Agostino Umano. Nella lettera, diretta al vescovo di Vicenza, il prelato afferma che la chiesa ormai prossima al Brenta a causa delle alluvioni stava andando in rovina e quindi per non essere distrutta del tutto è stata "disfatta" a cura e spese del comune di Santa colomba; le pietre furono trasportate al sicuro in un campo "di ragione" della stessa chiesa, in una posizione più sicura nei pressi della strada comunale (via comune), in un posto "molto comodo a tutti", lontano circa un quarto di miglio dalla chiesa parrocchiale di Presina. La missiva si concludeva con la richiesta di poter riedificare l'edificio nel campo predetto.

Non è possibile identificare con certezza il luogo di questa chiesa ricostruita e purtroppo non è spiegato di quale via comune si tratti e non si possiedono ulteriori elementi per identificarla. Si potrebbe azzardare una posizione lungo l'attuale Via della Vittoria qualche centinaio di metri più a nord del sito attuale.

L'anno successivo (1634) l'arciprete Umano comunicava al Vescovo che la chiesa era stata "riedificata et in forma più laudabile e più nobile ridotta,a gloria di Dio, nella Benedizione et S.ti Colomba et Urbano" e pertanto anome del protettore P.Antonio Cortuso, ne chiedeva la benedizione e la licenza a celebrare nuovamente messa. Alla chiesa era stato ammesso anche un nuovo cimitero. Non vi erano altre indicazioni circa le dimensioni, l'aggiunta o la diminuzione di materiali; se ciò fosse avvenuto, l'arciprete scrupoloso e preciso per sua natura, certamente ne avrebbe riferito al vescovo, come infatti non manca di fare per la qualità del lavoro. Vi è quindi da presumere che sia stato riutilizzato lo stesso materiale e mantenute le dimensioni originali.

Nella "visita" del 1771 nella chiesa di S.Colomba si continua a celebrare messa una volta al mese (seconda domenica). La chiesa è ancora patronato dei nobili padovani Cortuso, i quali provvedono alla sua manutenzione. Nella relazione è riportato tra l'altro che gli stessi Cortuso a S.Colomba sono anche proprietari di una casa e di tre campi.

L'edificio odierno risale al 1806 e fu edificato da Margherita Cortuso, che ne mantenne le preziose opere d'arte.

Non sappiamo quali fossero le ragioni che indussero i patroni a ricostruire la chiesa. Forse la fatiscenza, qualche cedimento strutturale, o forse qualche inondazione della Brenta che ne aveva ancora compromesso la stabilità. 

E' ancora visibile la lapide commemorativa.

 

 

I lavori del nuovo oratorio ebbero termine il 12 agosto del 1807. 

All'interno fu riposizionata la pietra tombale dei Cortusi, già citata dal Salomonio del 1696 :"Hic Jacet corpus Iacobi Cortusii"

Non è stato reperito (fino ad oggi) l'atto che consente di stabilire con esattezza il passaggio delle proprietà a Presina, o meglio S. Colomba, dei Marchetti-Cortusi alla proprietà Camerini che avvenne nella seconda metà dell'800.

La "casa di villeggiatura" dei Cortusi subì ulteriori rimaneggiamenti, probabilmente agli inizi del 900: fu trasformata in casa rurale secondo lo stile delle "case Camerini". Sulla facciata tuttavia rimangono evidenti le forometrie dell'impianto sei-settecentesco. Anche l'oratorio fu rimesso in ordine e forse fu in questa occasione che Paolo Camerini ritrovò e mise al sicuro "due bellissimi pezzi artistici". 

Purtroppo non si conosce l'attuale ubicazione di queste due opere d'arte rinvenute nella chiesa: una"Madonna col Bambino", opera in marmo della scuola di Donatello e un'altorilievo in pietra raffigurante S.Bartolomeo con S.Pietro e S.Paolo risalente al seco. XIV.

Si sa che per un certo periodo furono conservati nelle gallerie della Villa. A metà degli anni cinquanta, quando la villa venne ceduta, le opere rimasero di proprietà dei Camerini.

Ancora oggi la festa di Santa Colomba si onora nell'oratorio omonimo di Presina ogni anno nel giorno TRE del mese di SETTEMBRE.

 

Ecco S.Colomba, unica località di Piazzola, indicata nella mappa del Veneto nella Gallerie delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani realizzata tra il 1572 e il 1585

 

Molte delle informazioni sopra riportate fanno riferimento all'articolo "Memorie Storiche sulla Chiesa di Santa Colomba a Piazzola sul Brenta" di Ivo Callegari in ALTA PADOVANA del Dicembre 2006