Palazzo Negrelli e Viale Contarini

Viale Contarini con Palazzo Negrelli sulla destra in una cartolina del 22 giugno 1916

Il grande edificio denominato “Negrelli” fu eretto ad opera dell’Amministrazione comunale negli ultimissimi anni dell’ottocento per dotare il capoluogo, allora in rapida espansione, di una moderna e grande scuola elementare, e rappresenta senz’altro l’opera pubblica più impegnativa (anche sotto l’aspetto economico) e importante realizzata in quel periodo.

Anche se di iniziativa pubblica fu senz’altro uno dei primi edifici realizzati all’interno e in conformità al Piano Camerini, ed anzi con la sua presenza e le sue linee è uno degli edifici che caratterizzano il centro, e soprattutto la piazza, del capoluogo.

Lo stabile è ricordato per la prima volta in una cartolina celebrativa del 1904 nella quale vengono raffigurate le trasformazioni subite dal centro, ove nella legenda viene indicato come “Fabbricato scolastico (Scuole elementari inferiori o superiori N. 10)”, Dove, accanto all’indicazione di “fabbricato scolastico” quel numero 10 sta ad indicare la presenza di ben dieci aule nelle quali si svolge l’attività didattica.

Ricordiamo che ancora sul principiare del XX secolo l’obbligo all’istruzione era solo per il primo triennio dei cinque anni previsti per le scuole elementari. Dal 1904 (Legge Orlando) l’obbligo venne esteso fino al dodicesimo anno di età. Le scuole elementari vennero divise in due cicli triennali (inferiore con le classi I, II e III; e superiore comprendenti le classi IV, V e VI).

Da un prospetto redatto dall’Amministrazione Comunale nel 1908, al quale fece capo fino al pagamento degli stipendi ai maestri,apprendiamo che gli insegnanti in servizio nel Comune erano quindici, compresa la maestra, signorina Virginia Antonelli, ricordata ancora in tempi recenti come insegnate esemplare, già promossa direttrice didattica per la sua dedizione e le sua capacità lavorative. Sempre dal medesimo prospetto troviamo che la popolazione legale del Comune di Piazzola sul Brenta, rilevata al censimento del 1901 era di 7024 abitanti, mentre la popolazione scolastica ne rappresentava il 17% ovvero circa 1.200 alunni (nel prospetto non è riportato il dato).

Agli insegnanti erano affidate le quindici classi del Comune, delle quali, ben sette erano situate nel capoluogo, ovvero nel nuovo grande edificio scolastico, e di queste, sei appartenevano al primo triennio e solo una al secondo ciclo dell’appena avviata riforma. Ancora una curiosità, delle sei classi del primo ciclo di Pazzola, due erano maschili, due femminili e due miste; mentre l’unica classe del secondo ciclo era mista.

Troviamo la maestra Antonelli protagonista di  un ricordo raccolto nella recente pubblicazione, Il Colore dei Ricordi: “Mia mamma frequentava le scuole elementari dalla maestra Antonelli che era un’insigne insegnante ... Mia mamma si ricorda che quando è tornato Pierpaoli Guido dalla guerra di Libia è stato accolto alla stazione di Piazzola dagli amici, portato a spalla a mo’ di trionfo, ... e poi si è recato nelle scuole per raccontare la sua storia. Ed il ricordo di mia madre è questo, che come è entrato in classe la maestra ha detto: “Ragazzi, tutti in piedi perché qui entra un eroe” (cfr. Il Colore dei Ricordi).

Ed infatti, è puntualmente ricordato “l’eroe” Guido Pierpaoli nella lapide che fra il 1913 e il 1914 venne murata in uno dei locali all’interno dell’edificio per ricordare i “figli di Piazzola che, combatterono in Libia, onorarono la patria”.

Lapide che, sormontata da un pregevole fregio riporta gli anni della guerra, 1911, 1912, e incorniciato da magnificenti fronde di palma, olivo e alloro, lo stemma allora in vigore del comune di Piazzola; forse il più completo in termini araldici, nel quale si trovano raffigurati: nei quarti l’aquila dei Dente, il giglio contariniano, la ruota carrarese e la cometa cameriniana; mentre nell’ovale al centro è raffigurato il fiero leone rampante dei Belludi. Fra il 1920 e il 1921 vennero invece poste le due lapidi esterne per ricordare un evento ben più epocale e sanguinoso: la prima Guerra Mondiale, che in qualche modo coinvolse anche Piazzola sul Brenta e il “nostro” edificio, che venne adibito ad alloggio per truppe ed ufficiali in transito per il paese. Nella prima lapide è scolpito il lungo elenco dei soldati piazzolesi caduti per la patria, e nell’altra il celebre bollettino della vittoria del 4 novembre 1918.    

Dal momento dell’inaugurazione delle lapidi e per tutto il ventennio, il cortile della scuola, ma anche la parte dell’antistante Viale dei Contarini e parte della piazza non ancora efficacemente delimitata dai doppi filari di platani, divenne uno dei due centri, veri e propri “altari civili” ove venivano celebrate le ricorrenze patriottiche (l’altro era il monumento ai caduti, “A la virtù di nostra gente” inaugurato nel 1924 nel piazzale della rimembranza fra la stazione ferroviaria e il duomo parrocchiale). Anche al cospetto delle due lapidi, nel ricordo dei caduti e nella celebrazione del mito della Grande Guerra e di fronte a “piccole adunate oceaniche” di paese, il regime, attraverso i dirigenti locali, rafforzava il suo potere e permeava di se la vita dei piazzolesi.Una terza lapide venne infine aggiunta nella seconda metà degli anni quaranta per ricordare i caduti della seconda guerra mondiale. A dimostrazione del carattere globale del conflitto e di come esso abbia coinvolto direttamente anche la popolazione del paese, nella lapide è stata attuata una rigorosa distinzione tra i morti, differenziati tra militari caduti, militari dispersi, civili e partigiani. Fra i militari morti non sono stati compresi coloro che prestavano servizio sotto le insegne della Repubblica di Salò.Nel secondo dopoguerra le cerimonie nel ricordo dei caduti si svolsero nel piazzale della scuola ancora per qualche tempo, per mantenere più che altro un legame con i parenti defunti (fratelli e genitori, soprattutto), almeno fino alla metà degli anni ’70; successivamente divenne prevalente la celebrazione di fronte al monumento di Piazza IV novembre, più semplice anche da associare alla celebrazione religiosa nella vicina grande chiesa arcipretale.Le scuole elementari rimasero alloggiate nel “Negrelli” fino al 1934, quando trovarono una nuova e conveniete sede nel nuovo grande edificio poi intestato a “

Paolo Camerini” costruito oltre il passaggio a livello ferroviario, verso la fine del Viale dei Contarini, mentre nel“nostro” edificio lasciato così libero trovarono posto le scuole per l’avviamento professionale al lavoro: le “scoe de l’aviamento” è infatti la denominazione con la quale l’edificio rimase “incrostato” da allora nella memoria di generazioni di piazzolesi.Inizialmente, a partire dal 1938, le scuole per l’avviamento avevano un solo indirizzo agrario della durata di un biennio; mentre fu solo all’indomani della fine della guerra, nel 1947 che ebbero inizio anche i corsi di avviamento al lavoro industriale, sempre di durata biennale, mentre fu solo nel 1952 che l’Amministrazione comunale riuscì ad ottenere la trasformazione dei corsi da biennale a triennale, regolarizzando di fatto una situazione che in precedenza non dava titolo al rilascio ad alcuna abilitazione.I corsi professionali al lavoro rimasero nell’ edificio fino al 1962/1963, quando le scuole di avviamento vennero abolite a seguito della creazione della scuola media unificata e obbligatoria, che permetteva l’accesso alle scuole superiori. Non cessò invece di esistere l’addestramento professionale, in quanto nel 1962, su un terreno offerto dalla parrocchia nelle immediate adiacenze della chiesa parrocchiale, venne aperto il nuovo, adeguato e moderno e Centro di Addestramento (tuttora in attività), che permetteva un sbocco formativo al termine della scuola dell’obbligo.Nel 1972, con l’inaugurazione del nuovo plesso delle scuole medie, ora denominato “Luca Belludi”, il “Negrelli” venne nuovamente liberato, ma per essere subito utilizzato, stavolta come scuola superiore; nel 1970 avevano infatti preso avvio i corsi per ragioneria, dapprima con una sola sezione come succursale dell’Istutito “Girardi” di Cittadella, e poi in considerazione della notevole affluenza come istituto autonomo “Rolando da Piazzola”. Per quasi vent’anni l’edificio rimase sede (anche se ben presto insufficiente) dell’Istituto “Rolando”, finchè anche a quest’ultimo venne assegnata una sede moderna ed adeguata in Via Dante nell’area “ex concimi”.Dopo di allora l’istituto “Negrelli” – le “scoe de l’aviamento” non ebbero più alcun ruolo pubblico. L’edificio vecchio e lasciato a se stesso, senza alcuna manutenzione, venne ancora per qualche tempo utilizzato come sede di associazioni locali, o meglio più deposito di materiali, che vera e propria sede operative. Defiitivamentre abbandonato a fine anni ’90 del secolo scorso e in parte fatiscente, venne chiuso fino ai lavori di recupero del 2009/2010.