Villa Paccagnella

Molto incerta è la documentazione su questa villa che è chiamata con il nome dei prorietari per gran parte del 900

Villa Contarini Paccagnella risale al Cinquecento e rappresenta un tipico esempio di Villa Veneta.

 

 

Venne innalzata dal ramo cadetto di una delle più illustri famiglie veneziane, quella di Giacomo Contarini che, per costruire questa sua dimora, prosciugò gran parte delle sue finanze e non riuscì a completarla. La dimora, scenograficamente posta a lato di un canale un tempo navigabile, passò quindi ai Da Ponte e poi ai Camerini e infine ai Paccagnella.

L’architettura della Villa di Presina appare analoga a molte altre del Palladio, anzi la più essenziale nella sua struttura.

Si ritiene sia stata costruita intorno al 1560, epoca in cui il lapicida Girolamo di Antonio da Palazzolo, ex collaboratore del Palladio, lavorava nella vicina Villa Contarini di Piazzola.

Fu un'altra villa fatta costruire su disegno del Palladio?

Da più parti si è proposto proprio il nome di Andrea Palladio, come artefice del disegno di questa villa, che certo non sfigurerebbe tra le sue opere. Mancano però riferimenti d’archivio, tranne un’informazione indiretta presente su una  mappa del 1788 del Businari, dove il sito di Villa di Isola è segnato come “Villa Palladio”. E’ probabile che questo signorile palazzo tipicamente cinquecentesco e palladiano, sia stato solo iniziato dal Palladio o da uno dei suoi collaboratori più stretti e poi condotto a termine nel Seicento.

 

La documentazione disponibile su Villa Paccagnella è scarsa e induttiva.

Sono i toponimi usati indiscriminatamente a creare confusione nella scelta dei documenti riguardanti questa villa.

Nel 1582 in alcuni documenti risulta di proprietà di Zaccaria Contarini una casa domenicale con brolo sia a Presina che Santa Colomba.

Poi risulta di proprietà nel 1661 a Simon Contarini, nel 1740 a Bernardo Corner fu Nicolò, nel 1778 ai fratelli Da Ponte.

Nel 1797 abbiamo i Cortuso che denunciano una casa domenicale e colonica a Santa Colomba e nel catasto napoleonico appare Presina-Santa Colomba.

Infine nel 1809 a Presina compare Lorenzo Grifalconi nella proprietà di una terza parte di casa domenicale.

 

 

Durante la seconda guerra mondiale la costruzione fu adibita dai tedeschi ad ospedale militare e gli affreschi che decoravano il salone a doppia altezza, per i quali è stato fatto il nome di Mattia Bortoloni, furono coperti da uno strato di calce.

Oggi il palazzo è di proprietà della famiglia padovana Paccagnella.

Altre notizie, non suffragate però dalla debita documentazione, riferiscono di un passaggio sotterraneo che correva dalla villa alla vicina chiesa di Santa Colomba e che durante la guerra dei Trent’anni (1618-1648) fu qui nascosto il tesoro di San Marco.

Una larga gradita abbellita da statue immette nella loggia di accesso alta e aperta, sostenuta da due lesene ai lati e da due colonne al centro, tutte con capitello ionico, sulle quali poggia la trabeazione e un elegante timpano con finestra tonda al centro.

L’armonioso portico aggetta sulla facciata equilibrata, scandita da semplici finestre quadrate a piano terra e all’ultimo piano, rettangolari al piano nobile; gli spigoli a bugnato sono ben correlati con le facciate.

Sul lato destro una piccola barchessa ad uso agricolo prolunga la costruzione, con quattro larghe arcate sovrapposte da finestre in corrispondenza del colmo, edificate in epoca successiva rispetto al corpo centrale.

L’elegante costruzione, bisognosa di urgenti restauri, denota una sapiente progettazione e rinvia alla facciata di Villa Emo di Fanzolo, opera del Palladio: similare l’impostazione generale, simili molti particolari edilizi (gradinata di accesso, loggia, finestre e timpano sommitale); la villa di Isola è ancora più slanciata, dove l’altra appare più larga e tozza. Analogie anche con Villa Badoera di Fratta Polesine, anch’essa del Palladio.

Del parco che si estendeva intorno alla villa, tutto serrato da muro, è oggi rimasta solo una porzione ridotta nelle dimensioni, ma si conservano ancora al suo interno piccoli gruppi marmorei e un antico pozzo.

La Villa, vincolata già dal 1971, versa in stato di gravissimo degrado ed è in pericolo di crollo.

Nel 2002 l’Istituto Regionale per le Ville Venete e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Veneto Orientale hanno stabilito, al fine di garantire la conservazione del bene culturale di sostituirsi al proprietario inadempiente e di intervenire sulla Villa Contarini Paccagnella per realizzarvi i lavori “di somma urgenza” giudicati indispensabili per garantire la stessa sopravvivenza della Villa.