Luigi Bottazzo

Luigi Bottazzo, un grande musicista, un compositore e un insegnante conosciuto ed apprezzato in Italia e in Europa. Personaggio di gran fama un po’ dimenticato. Ma non del tutto.

Luigi Bottazzo è nato a Presina, frazione del comune di Piazzola (Padova), il 9 luglio 1845. Rimane cieco all'età di nove anni per un incidente in una officina di fabbro, fu ospite dell'Istituto dei ciechi fondato a Padova dall'abate L. Configliachi, ed ivi ricevette l'educazione musicale avendo come maestri Giovanni Andrich per il pianoforte, Giacomo Carlutti per l'organo, Melchiorre Balbi per il contrappunto. A quindici anni si distinse per i primi lavori musicali e, appena ventenne, venne nominato insegnante effettivo di armonia, contrappunto e organo nello stesso istituto; nel 1865 accettò anche il posto di organista nella chiesa di S. Croce. Il 10 febbr. 1872 divenne organista della basilica del Santo, e nel 1895 assunse altresì l'insegnamento dell'organo nell'istituto musicale di Padova, su invito di Cesare Pollini.

Bottazzo acquistò fama nel campo della musica ecclesiastica, a cavallo dei due secoli,  per la sua appartenenza a quel "movimento ceciliano" che si proponeva di bandire dalle chiese ogni musica che apparisse di sapore profano, e che in effetti riuscì a estromettere le grandi musiche dei maestri romani (quali, per es., Gaetano Capocci e Filippo Moriconi), segnando di conseguenza la morte di molte gloriose cantorie (a Roma ve n'erano oltre un centinaio).Bottazzo aderì al movimento ceciliano con piena convinzione: uomo profondamente religioso e pieno di venerazione per gli ecclesiastici, fu influenzato soprattutto da un discorso programmatico dell'abate Ambrogio Amelli, pronunciato a Venezia nel 1874. Da allora non cessò di sostenere ardentemente le idee ceciliane con la parola, con la penna e con l'esempio.

Bottazzo si esercitò nella musica da camera (per pianoforte solo, per canto e pianoforte, per violino e altri strumenti, per piccola orchestra) e da chiesa (per organo, per voci e organo, per voci sole), e le sue composizioni stampate da vari editori in Italia e all'estero oltrepassano le 500. Moltissime, tuttavia, sono rimaste inedite. Particolarmente interessante è la sua produzione di Messe (circa una quarantina, scritte con un organico variabile da una a quattro voci, per lo più con accompagnamento d'organo o armonium), di Mottetti,Antifone,Responsori,Inni e Salmi, destinati al servizio liturgico delle principali festività dell'anno. Per il catalogo completo delle sue opere si veda la terza appendice al suo scritto Memorie storiche sulla riforma della musica sacra in Italia, a cura della vedova, Padova [1926], ristampato in Note d'arch. per la storia musicale, IV (1927), pp. 210-255.

Da un punto di vista critico, non si può fare a meno di rilevare nelle composizioni del B. un'abilità tecnica e contrappuntistica che a volte può dare l'impressione di sterile scolasticismo: d'altra parte questo atteggiamento è comprensibile se si considera che tutta la sua opera rispecchia i caratteri dell'ideale ceciliano, ossia è concepita in vista di una reazione forse eccessiva alle forme del tempo, così dense di appassionata e drammatica vitalità. Fu inoltre desiderio del B. quello di contribuire alla creazione di musiche di andamento più popolare, tali da poter essere eseguite anche dalle cantorie di chiese più modeste. Nondimeno egli si distingue dagli altri ceciliani per una più sentita musicalità, cui non vanno disgiunte doti di serietà stilistica e di buon gusto. Anche nei procedimenti rigorosamente canonici si scopre una buona fluidità melodica: è per questo che le musiche sacre del B. incontrarono bene spesso il favore popolare, specialmente nelle campagne.

Il B. fu organista colto e distinto, e alla letteratura organistica ha recato un notevole contributo di studi e di composizioni. A lui va sicuramente debitrice la riforma del suono dell'organo in Italia (che in quel tempo tendeva più all'imitazione dell'orchestra che alla ieraticità propria dello strumento). In diverse conferenze (degna di particolare memoria è quella tenuta a Milano nel dicembre 1897) egli trattò del modo di suonare l'organo e del repertorio che a tale strumento meglio si addice. Anche nelle sue composizioni organistiche, con pedale obbligato o senza, mostra severità e chiarezza di stile, tanto che alcune di esse furono accolte come modello per gli allievi dei conservatori musicali in talune città della Germania.

È merito indiscusso del B. quello di aver formato numerosi allievi (più di trecento), fra i quali molti divennero musicisti o musicologi di valore, come Raffaele Casimiri, Pietro Branchina, Ermenegildo Paccagnella, Salvatore Nicolosi. L'organo, la sua struttura meccanica e fonica, il modo di suonarlo durante le sacre funzioni, la formazione e l'organizzazione delle scholae cantorum parrocchiali, l'accompagnamento del canto gregoriano, il diatonismo dei modi ecclesiastici: questi furono gli argomenti prediletti delle sue lezioni, dense di dottrina ma esposte con parola semplice e bonariamente arguta.

Dei suoi scritti meritano particolare ricordo: L'organista di chiesa. Breve metodo per organo, Milano s.d., in collaborazione con O. Ravanello; L'armonium quale strumento liturgico. Metodo teorico-pratico..., Torino 1901; Metodo di canto corale ad uso delle scholae cantorum, ibid. 1905; L'allievo al piano. Metodo teorico-pratico per imparare a suonare il pianoforte, ibid. 1901; Sul vero significato di due termini musicali, Padova 1902; Brevi nozioni sulle forme musicali, ibid. s.d.; Studi sulla periodologia musicale, ibid. s.d.; e Metodo teorico-pratico di armonia, ibid. s.d., entrambe pubblicate postume.

Il B. visse solitario e laborioso fino agli ottanta anni, socio delle maggiori istituzioni musicali, decorato di molte onorificenze.

Morì a Padova, il 29 dic. 1924

A Presina, frazione del comune di Piazzola sul Brenta, dove Luigi è nato nel 1845, la Piazza del paese e la nuova Scuola Elementare inaugurata nel 1992, sono a lui dedicate.