Effetto sul metabolismo dei glicidi: aumentano la produzione di zuccheri partendo da aminoacidi ed antagonizzano l’azione ipoglicemizzante dell’insulina, con il risultato che la glicemia aumenta (effetto diabetogeno).
Effetto sul metabolismo dei lipidi: aumentano i lipidi e il colesterolo nel sangue, dopo una somministrazione prolungata e a dosi elevate. Ridistribuiscono il grasso sottocutaneo in senso centripeto e causano quindi la caratteristica obesità da steroidi, con faccia “a luna piena”, tronco ingrossato e arti relativamente sottili.
Effetto sul metabolismo proteico: consumano le riserve proteiche per aumentare glicidi e lipidi, per cui il bilancio azotato delle proteine diviene negativo, mentre aumenta il contenuto proteico dentro il fegato, a causa dell’aumentato turn over degli aminoacidi.
Effetto sul metabolismo dell’acqua e degli elettroliti: trattengono il sodio e aumentano l’eliminazione del potassio, sia a livello renale sia nelle ghiandole sudoripare, intestinali e salivari. Il risultato è che l’acqua viene “trattenuta” maggiormente nell’organismo (ottenendo il risultato di “gonfiare” il paziente).
Effetto sul sangue: diminuiscono gli eosinofili, che vengono sequestrati nella milza e nei polmoni. Aumentano invece i neutrofili, per iperproduzione midollare.
Effetto sull’apparato cardiocircolatorio: a dosi elevate provocano ipertensione arteriosa, sia aumentando il volume plasmatico sia sensibilizzando le arteriole all’azione dell’adrenalina e della noradrenalina. L’azione sinergica sulle due catecolamine suddette costituisce il motivo per cui i cortisonici sono considerati sostanze “dopanti” per chi fa attività sportiva agonistica: le prestazioni fisiche migliorano, ma è un miglioramento dovuto a sostanze chimiche e non ad allenamento, per cui il loro uso è proibito.
Effetto sul connettivo: diminuiscono la produzione di collagene ed inibiscono la ialuronidasi, con il risultato che diminuisce la difesa e la riparazione del connettivo.
Effetto sull’infiammazione: si ha una diminuzione della dilatazione dei capillari, riduzione dell’essudazione, rallentamento della formazione di fibrina e del movimento dei leucociti, riduzione o abolizione della produzione di anticorpi. Per questo i cortisonici sono tra i più potenti anti-infiammatori in commercio e si utilizzano anche nelle patologie infettive, in cui la componente infiammatoria è importante.
Effetto sul sistema nervoso centrale: provocano eccitabilità, con modificazioni dell’encefalogramma ed eventuale ricomparsa di fenomeni epilettici in pazienti affetti da tale malattia. Anche a livello psichiatrico possono produrre alterazioni, sia in senso eccitativo sia in senso depressivo. L’azione eccitante contribuisce ovviamente a rendere proibiti i cortisonici negli atleti.
Effetto sull’apparato gastrointestinale: stimolano la secrezione acida e la secrezione di pepsina nello stomaco, con diminuita formazione di muco gastrico. Il risultato è un’azione lesiva sulla parete gastrica, che può arrivare alla formazione di ulcere.
Effetto sulle ossa e sul Calcio: la matrice ossea viene ridotta, così come la formazione di nuovo osso, mentre il riassorbimento del vecchio osso rimane immodificato. Il risultato è l’induzione di una grave osteoporosi, con indebolimento della struttura ossea e facilità alle fratture.
Effetto su altri ormoni: sopprimono la secrezione del TSH, per cui talora si osservano miglioramenti della funzionalità tiroidea in pazienti affetti da malattia di Basedow e trattati con cortisonici. Aumentano inoltre l’azione dell’adrenalina e della noradrenalina, per cui vengono utilizzati in caso di shock.