1) La classe scomposta
La scuola scomposta, o meglio, la “classe scomposta” nasce da un’esperienza Didattica legata all’introduzione dei tablet in classe. La didattica promossa da questo modello assegna al docente il ruolo di ricercatore, si basa sullo sviluppo di competenze ed in particolare sulle competenze chiave europee e su quelle di cittadinanza definite a livello nazionale. Le attività si sviluppano attraverso le UDA (Unità di Apprendimento) secondo una prospettiva interdisciplinare e con il coinvolgimento diretto delle famiglie oltre che degli studenti. L’ambiente di apprendimento che caratterizza le classi scomposte è un luogo fatto di una componente fisica ma anche di una componente immateriale, in cui confluiscono diversi linguaggi, sistemi e modalità comunicative; è un ambiente integrato nel quale convergono le dinamiche di costruzione collaborativa delle conoscenze.
La destrutturazione che caratterizza la classe scomposta avviene a più livelli:
•• attraverso il superamento della relazione gerarchica precostituita che caratterizza il rapporto tra l’insegnante e gli studenti, a favore di una relazione più improntata sulla collaborazione e alla costruzione di un clima più disteso e improntato alla riflessione collettiva;
•• a livello di gruppo, che non è precostituito e fisso, ma muta in continuazione in funzione delle esigenze che si presentano scomponendosi e ricomponendosi in continuazione, mettendo in risalto le caratteristiche individuali di ogni studente che entrano a farne parte;
•• a livello di classe, che non è una monade isolata, ma che si confronta e collabora anche con le altre classi, dello stesso plesso o di plessi diversi del proprio istituto, o ancora con classi di altri istituti, interagendo sulla rete e creando comunità di apprendimento senza confini spaziali;
•• a livello spazio-temporale: l’aula tradizionale viene destrutturata costruendo un nuovo setting con postazioni diversificate mentre, a livello di orario, la tipica suddivisione oraria che caratterizza le singole discipline viene completamente trasformata.
Gli spazi chiusi delle aule e della scuola si trasformano dunque in un ambiente di apprendimento aperto verso l’esterno, utilizzando i dispositivi mobili per protendere idealmente all’infinito lo spazio a disposizione per apprendere, con la guida dell’insegnante che accompagna lo studente nell’esplorazione di questo spazio e lo rende sempre più consapevole ed autonomo, fornendogli metodi e regole da seguire per non perdersi e per evitare le insidie.
Bardi D. (2014), La classe scomposta, Nova Multimedia Editore, Milano.
2) Le aule disciplinari
Il concetto di aula disciplinare si contrappone a quello di aula tradizionale, concepita per una didattica di tipo trasmissivo. L’idea di “aule laboratorio disciplinari” è una di quelle che puntano maggiormente alla trasformazione degli ambienti di apprendimento in chiave innovativa. Queste aule hanno un setting funzionale alla disciplina a cui sono dedicate:
l’aula non è associata ad una classe specifica ma ad una disciplina, per cui gli studenti si spostano da un’aula all’altra sulla base della disciplina che devono seguire, mentre l’insegnante di quella disciplina rimane in quell’aula ed accoglie di volta in volta la classe che secondo l’orario prestabilito deve seguire quella materia. L’aula viene configurata in funzione delle esigenze del docente disciplinare al quale viene assegnata, il quale allestisce gli arredi, organizza gli spazi dell’aula, dispone le strumentazioni necessarie per proporre le attività della sua disciplina. L’aula diventa così un laboratorio, non soltanto per le discipline di indirizzo che necessitano tradizionalmente di uno spazio attrezzato, ma anche per le discipline di base.
CONFRONTO FRA CLASSE SCOMPOSTA E AULE DISCIPLINARI
3) La didattica laboratoriale
Il laboratorio è un ambiente in cui si propone una didattica attiva, costruttivista ed esperienziale, con un orientamento disciplinare o interdisciplinare. Il processo di apprendimento sollecitato dalla didattica laboratoriale avviene per scoperta, a partire dai problemi che l’insegnante pone agli studenti e in situazioni autentiche o vicine alla realtà, collegate a contesti di senso, che stimolano la curiosità e la voglia di ricercare, di esplorare e di condividere con gli altri l’esperienza.
Il Consiglio di classe dovrebbe cercare di diffondere iniziative di didattica laboratoriale in modo organico, suggerendo ai docenti propensi ad adottarla linee comuni su come attrezzare ed organizzare gli spazi; supportandoli nella progettazione di percorsi disciplinari o interdisciplinari che si sviluppano anche verticalmente, tenendo come riferimento i traguardi di competenza e i nuclei tematici definiti nei curricoli d’istituto;