Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Il Blog INGVterremoti è un canale di comunicazione dell’INGV nato nel maggio 2012 per diffondere le informazioni sull’attività sismica in corso, soprattutto in occasione di forti terremoti, sequenze sismiche e maremoti e sui risultati degli studi e ricerche dell’INGV.
Sul blog vengono pubblicati articoli sulla sismicità in Italia e nel mondo, in particolare in occasione di terremoti di magnitudo M≥4.0 avvenuti sul territorio nazionale. Inoltre sono presenti articoli di approfondimento e aggiornamenti durante le maggiori sequenze sismiche.
Lunedì, 11 Gennaio 2021
Paura questa notte nell'area flegrea per una scossa di terremoto avvertita dagli abitanti della zona che da sempre fa i conti con il bradisismo. La scossa, di magnitudo 1,8 sulla scala Ritcher, è avvenuta ad una profondità di 2170 metri e ha avuto... Articolo completo »
I sismi che hanno colpito l'Appennino centrale negli ultimi 10 anni sono stati accompagnati dalla risalita di anidride carbonica dalle profondità della crosta: lo ha scoperto un nuovo studio dell'INGV, individuando un potenziale fattore di innesco dei terremoti e un possibile metodo per il loro monitoraggio
I terremoti ricorrenti che colpiscono l’Appennino sono correlati alla risalita di anidride carbonica dalle profondità della crosta. È la conclusione di uno studio pubblicato su “Science Advances” da Giovanni Chiodini, Francesca Di Luccio, Guido Ventura dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Carlo Cardellini, dell’Università degli Studi di Perugia. Il risultato, ottenuto analizzando una serie temporale di dati di ben dieci anni, getta una luce non solo sui possibili eventi di innesco dei terremoti, ma anche sul ciclo globale del carbonio. Il modello consolidato di questo ciclo prevede che i carbonati, sali molto comuni contenuti in minerali e rocce, abbiano assorbito, in un lontano passato, l’anidride carbonica contenuta nell’atmosfera. Nel corso delle ere geologiche, le forze tettoniche possono portare i carbonati nelle profondità della crosta, dove l’anidride carbonica si può liberare, raccogliendosi in serbatoi sotterranei sotto pressione o disciogliendosi nelle falde acquifere. Da qui, può ritornare verso la superficie, attraverso sorgenti d’acqua o altre vie che si aprono negli strati rocciosi, per esempio nei sistemi di faglie lungo le quali si generano i terremoti.
Nel corso della notte di Domenica 6 Febbraio, esattamente alle 2:36, è stato registrato un Terremoto di Magnitudo 3.8, ad una profondità di circa 8 km, che ha interessato le coste della Versilia, con un impatto sulla scala Mercalli fino a IV.
Il terremoto, tutto sommato abbastanza insolito per la zona, è ben descrivibile analizzando l’assetto geologico che interessa le porzioni nord-occidentali della Toscana.
Le aree interne della Toscana rientrano in un regime marcatamente distensivo, ma queste faglie normali vengono spesso dislocate da piccoli sistemi trascorrenti, tra cui la note faglia della Meloria, che in alcuni settori possono assumere anche carattere compressivo.
Questi Terremoti quindi, anche seguendo lo storico degli eventi sismici, non sono una assoluta novità. La faglia della Meloria, più grande, può portare Terremoti fino ad una Magnitudo massima di 5, mentre le faglie più a Nord, ovvero quella nord Pisana e quella Versiliese (la responsabile del sisma), possono portare Terremoti fino ad una Magnitudo massima di 4 – 4.5
Dopo ogni terremoto c'è sempre qualcuno che lo aveva previsto: i Maya, la zia Santuzza, il cane del vicino. I previsori non si fidano della scienza, ma credono che i rospi scappino prima dei terremoti, che la Nato e le trivelle possano scatenarli, che gli scienziati sappiano prevederli ma non lo dicano perché odiano vincere i premi Nobel. Per orientarsi in ouesto groviglio di scienza e pseudoscienza, "sotto i nostri piedi" ci accompagna in un viaggio attraverso la storia dei terremoti e dei tentativi di prevederli, costellata da pochi acuti e tanti fallimenti. Storie di scienziati e filosofi (da Aristotele a Kant), di terremoti e terremotati (dalla Cina alla Russia, dalla California all'Aquila), di bizzarre teorie e personaggi pittoreschi. Fino al più recenti passi avanti compiuti dalla ricerca sismologica, che se non consentono ancora la previsione dei terremoti ci offrono però la conoscenza e gli strumenti per una fondamentale riduzione del rischio.
nella biblioteca della scuola lo trovi
Il vulcano dell’isola di La Palma ha eruttato provocando una enorme colonna di fumo, dopo giorni di scosse dovute a terremoti: via al piano di evacuazione per mille persone
Il vulcano Cumbre Vieja, sull’isola di La Palma, alle Canarie, ha cominciato ad eruttare provocando un’enorme colonna di fumo a cui ha fatto seguito una colata di lava. Quest’ultima in serata ha raggiunto le prime case alle pendici del cratere costringendo all’evacuazione di 5mila persone. L’eruzione è stata preceduta da un terremoto di grado 3.8, avvertito soprattutto nella zona di Las Manchas a El Paso. Lo sciame sismico provocato da attività vulcanica era iniziato giorni fa e aveva messo in allerta diversi comuni sull’isola delle Canarie
Il vulcano Cumbre Vieja è uno dei due vulcani presenti sull’isola. L’ultima eruzione registrata a La Palma risale all’ottobre del 1971 ma a risvegliarsi fu il Teneguìa, l’altra vetta, dopo un «sonno» durato poco meno di tre secoli. La colata lavica, 50 anni fa, andò avanti per tre settimane. A La Palma — una delle otto isole che formano l'arcipelago delle Canarie — vivono cira 85mila persone. Secondo le autorità locali, l'eruzione potrebbe portare a nuovi terremoti, alcuni dei quali potenzialmente in grado di danneggiare gli edifici.
L’eruzione è cominciata alle 15.12 (ora locale) del 19 settembre 2021, preceduta da una serie di scosse di terremoto (la più forte di magnitudo 3.8); assieme alla colonna di fumo è cominciata la fuoriuscita di magma. Sono sette le bocche attive. In alcune località è stato dichiarato lo stato di emergenza poiché il fiume incandescente sta proseguendo la sua corsa e ha inghiottito altre abitazioni e invaso le strade. I sismologi sull’isola hanno detto alla tv delle Canarie di non poter prevedere quanto durerà l’eruzione; il fenomeno è stato classificato come «attività stromboliana», caratterizzato dalla fuoriuscita fluida di lava più che da esplosioni.
Quello a 751 chilometri di profondità è il terremoto più profondo che gli scienziati abbiano mai rilevato. È avvenuto nel mantello inferiore, dove i sismologi pensavano non si potessero generare terremoti.