SCIENZE

Gregor Mendel

 20 luglio 1822 6 gennaio 1884 

Gregor Johann Mendel nasce a Hynčice (Cecoslovacchia, oggi Repubblica ceca) il giorno 20 luglio 1822. Biologo, matematico e frate agostiniano, per i suoi esperimenti sulle piante di piselli e per le sue osservazioni sui caratteri ereditari è considerato nel mondo scientifico il precursore della moderna genetica.

Il piccolo Johann cresce in un'epoca in cui il suo paese è parte dell'Impero austriaco. Ha due sorelle, la minore Veronika e Theresia, figli di un contadino. Durante l'infanzia il ragazzo lavora come giardiniere, ma fin dall'adolescenza sogna un grande futuro per sé. Decide di intraprendere gli studi iscrivendosi al ginnasio di Troppau (oggi Opava), dopo il quale frequenta per due anni un istituto filosofico ad Olmütz (oggi Olomouc). La permanenza nella nuova città risulta però difficile: Mendel ha pochi soldi, non ha un tetto e ha il problema della lingua.

Nel 1843 entra nel monastero di San Tommaso a Brunn (oggi Brno), accolto dai frati agostiniani e dall'abate Cyrill Napp. Il monastero privilegia l'impegno accademico alla preghiera, considerando lo studio come la più alta forma di orazione. Mendel coglie così l'opportunità di dedicarsi allo studio delle sue discipline preferite, la matematica, la meteorologia e soprattutto la botanica. In questo contesto consegue le lauree in biologia e in matematica.

Il 6 agosto 1847, dopo cinque anni, viene ordinato sacerdote, assumendo il nome Gregor. Due anni più tardi inizia l'attività di insegnante in una scuola media a Znaim (oggi Znojmo); qui tenta più volte di superare l'esame per diventare professore, e vi riesce solo dopo diverse bocciature.

Nel 1851 Napp concede a Mendel la possibilità di iscriversi all'Università imperiale di Vienna. Sfrutta pienamente l'occasione e diventa in breve tempo assistente presso l'istituto di fisica, ruolo solitamente riservato agli studenti migliori.

Due anni dopo conosce Andreas von Ettingshausen e Franz Unger; la loro influenza è fondamentale per le scoperte di Mendel. Il primo gli spiega la teoria combinatoria, il secondo gli illustra le tecniche più avanzate di impollinazione artificiale.

Dopo anni trascorsi a Vienna, Gregor Mendel nel luglio del 1853 torna al monastero come professore, principalmente di fisica, matematica e biologia. Qui sviluppa le sue doti di ricercatore e scienziato. Mendel ama anche dedicarsi alla meteorologia, pubblicando diversi lavori in questo ambito; si dedica altresì all'orto dell'abbazia, luogo in cui scopre le caratteristiche variabili delle piante, e grazie alla cui esperienza svelerà - in seguito a diversi anni di lavoro - i meccanismi dell'ereditarietà.

Gregor Mendel compie esperimenti coltivando piante e analizzando risultati per sette lunghi anni; le piante di piselli coinvolte sono quasi 28.000; impiega poi due anni per elaborare i suoi risultati scientifici, che portano a tre generalizzazioni che in campo scientifico - in modo specifico in quello genetico - assumono un valore storico: oggi sono note come le "Leggi dell'ereditarietà di Mendel".

Il concetto base concepito è molto innovativo: Mendel deduce che l'ereditarietà è un fenomeno dovuto ad agenti specifici contenuti nei genitori, al contrario di quanto creduto fino a quel tempo. Tuttavia non si può ancora parlare di genetica, ed è improprio pensare a Mendel come padre di questa branchia della scienza.

Mendel quindi dopo sette anni di selezione identifica sette "Linee pure": sette varietà di pisello che differiscono per caratteri estremamente visibili (forma del seme: liscio o rugoso; colore del seme giallo o verde). Le caratteristiche di questa pianta si prestano particolarmente allo studio, unitamente a un semplice sistema riproduttivo, grazie al quale il monaco può impollinare a piacimento i suoi vegetali. Opera con un vastissimo numero di esemplari proprio perché conosce le leggi della probabilità, le quali si manifestano coinvolgendo grandi numeri.

All'inizio del 1865 Mendel ha l'occasione di esporre il suo lavoro di una vita a un pubblico di circa quaranta persone, che comprende biologi, chimici, botanici e medici; tiene due conferenze rispettivamente l'8 febbraio e l'8 marzo. Nessuno però pare riuscire a comprendere l'importanza del suo lavoro. L'anno successivo pubblica i suoi risultati facendo stampare quaranta copie che invia agli scienziati più importanti del continente. L'unica persona che però sembra interessarsi al suo operato è Karl Wilhelm von Nägeli, professore di botanica dell'università di Monaco, con il quale rimane in contatto per molto tempo.

Mendel per primo applica la matematica, in particolare la statistica e il calcolo delle probabilità, allo studio dell'ereditarietà biologica. Trentacinque anni dopo la scoperta delle leggi mendeliane, saranno l'olandese Hugo de Vries, il tedesco Carl Correns e l'austriaco Erich von Tschermak (dopo essere giunti alle stesse conclusioni di Mendel) a riconoscere il merito a Gregor Mendel. L'opera di Mendel riesce quindi ad ottenere il posto le spetta nella storia della scienza, solo nel 1900.

Negli ultimi anni di vita Mendel è amareggiato dai fallimenti personali e professionali, in quanto non riesce più a riprodurre lo stesso rapporto statistico con altre piante. Ad ogni modo non perde il suo umorismo così come il suo amore per i nipotini, che vede crescere di giorno in giorno.

Investito del ruolo di abate, deve impiegare tutte le sue energie in una dura lotta contro il governo austriaco che, per ridurre il dissesto finanziario, ha promulgato una legge che impone ingenti tasse ai monasteri. A causa del suo rifiuto di pagare le tasse il governo fa in modo che Mendel venga gradualmente isolato.

Gregor Mendel muore a Brno causa di una nefrite acuta - detta malattia di Bright - il giorno 6 gennaio 1884, all'età di 61 anni.

La scienza dell'ereditarietà riceve il nome di genetica nel 1906 ad opera di William Bateson; il termine "gene" viene introdotto ancora più tardi, nel 1909, da Wilhem Johansen.

Agli inizi del Novecento, con la riscoperta delle teorie di Mendel, queste vengono messe in relazione in qualche misura alle ipotesi evoluzionistiche di Charles Darwin; si arriva così alla nascita della cosiddetta "sintesi moderna", ovvero la teoria evolutiva più autorevole, che rimarrà in auge fino agli anni Settanta. Questa teoria postulava la graduale selezione dei caratteri più favorevoli, alla luce delle teorie genetiche, seguendo un adattamento delle specie all'ambiente.

Margherita Hack

12 giugno 1922 - 29 giugno 2013

Nata a Firenze il 12 giugno 1922, Margherita Hack è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana. Il suo nome è legato a doppio filo alla scienza astrofisica mondiale. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha svolto un'importante attività di divulgazione e ha dato un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle.

Nasce in una famiglia in cui il padre, di religione protestante, lavora come contabile e la madre, cattolica, diplomata all'Accademia di belle arti, è miniaturista presso la prestigiosa Galleria d'arte degli Uffizi. I genitori, entrambi critici e non soddisfatti ognuno della propria appartenenza religiosa, aderiscono alle dottrine teosofiche instaurando rapporti con un ambiente che in futuro sarà loro di sostegno durante i momenti difficili.

Non simpatizzanti del regime fascista di Mussolini, sono vittime di discriminazioni. Sono inoltre vegetariani convinti e trasmetteranno questa filosofia alla figlia Margherita.

Frequenta il liceo classico e inizia a praticare pallacanestro e atletica, ottenendo discreti risultati a livello nazionale nel salto in alto. Nel 1943 all'Università di Firenze, dove frequenta la Facoltà di Fisica, dopo dieci anni ritrova l'amico di infanzia Aldo, che sposa l'anno successivo.

Nel 1945, a guerra finita, Margherita Hack si laurea con una tesi di astrofisica relativa a una ricerca sulle cefeidi, una classe di stelle variabili. Il lavoro viene condotto presso l'Osservatorio astronomico di Arcetri, luogo presso il quale inizia a occuparsi di spettroscopia stellare, che diventerà il suo principale campo di ricerca.

Inizia un periodo di precariato come assistente presso lo stesso Osservatorio e come insegnante presso l'Istituto di Ottica dell'Università di Firenze. Nel 1947 la Ducati, industria milanese che inizia a occuparsi di ottica, le offre il primo impiego. Margherita accetta, si trasferisce con la famiglia, mo dopo un solo anno sente l'esigenza di tornare al "suo" ambiente universitario, a Firenze.

Dal 1948 al 1951 insegna astronomia in qualità di assistente. Nel 1954 ottiene la libera docenza e, appoggiata e spinta del marito, inizia la sua attività di divulgatrice scientifica, collaborando con la carta stampata. Margherita chiede ed ottiene il trasferimento all'Osservatorio di Merate, vicino Lecco, una succursale dello storico Osservatorio di Brera.

Nello stesso periodo tiene corsi di astrofisica e di radioastronomia presso l'Istituto di Fisica dell'Università di Milano. Inizia a collaborare con università straniere in qualità di ricercatore in visita. Accompagnata dal marito, che la segue in ogni spostamento, collabora con l'Università di Berkeley (California), l'Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey), l'Institut d'Astrophysique di Parigi (Francia), gli Osservatori di Utrecht e Groningen (Olanda) e l'Università di Città del Messico.

E' il 1964 quando diviene professore ordinario, ottenendo la cattedra di astronomia presso l'Istituto di Fisica teorica dell'Università di Trieste. In qualità di professore ordinario assume l'incarico della direzione dell'Osservatorio astronomico. La sua gestione durerà per più di vent'anni, fino al 1987, e darà nuova linfa ad un'istituzione che in Italia era ultima sia per numero di dipendenti e ricercatori, che per qualità della strumentazione scientifica, arrivando a darle risononza anche in campo internazionale.

L'enorme sviluppo delle attività didattiche e di ricerca che Margherita Hack ha promosso in università, ha fatto nascere nel 1980 un "Istituto di Astronomia" che è stato poi sostituito nel 1985 da un "Dipartimento di Astronomia", che la scienziata ha diretto fino al 1990.

Dal 1982 Margherita Hack ha inoltre curato una stretta collaborazione con la sezione astrofisica della 'Scuola internazionale superiore di studi avanzati' (Sissa).

Ha alternato la stesura di testi scientifici universitari, alla scrittura di testi a carattere divulgativo. Il trattato "Stellar Spettroscopy", scritto a Berkeley nel 1959 assieme a Otto Struve(1897-1963) è considerato ancora oggi un testo fondamentale.

Nel tempo ha collaborato con numerosi giornali e periodici specializzati, fondando nel 1978 la rivista "L'Astronomia" di cui sarà direttore per tutta la vita. Nel 1980 ha ricevuto il premio "Accademia dei Lincei" e nel 1987 il premio "Cultura della Presidenza del Consiglio".

Margherita Hack è stata membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society.

Nel 1992 ha terminato la carriera di professore universitario per motivi di anzianità, continuando tuttavia l'attività di ricerca. Nel 1993 è stata eletta consigliere comunale a Trieste. In pensione dal 1997, ha comunque continuato a dirigere il "Centro Interuniversitario Regionale per l'Astrofisica e la Cosmologia" (CIRAC) di Trieste, dedicandosi a incontri e conferenze al fine di "diffondere la conoscenza dell'Astronomia e una mentalità scientifica e razionale".

Margherita Hack si è spenta a Trieste il 29 giugno 2013 all'età di 91 anni.

Il 5 giugno è la giornata mondiale dell’ambiente

L’edizione 2022 della giornata mondiale dell’ambiente, che si celebra il 5 giugno di ogni anno, si intitola “Only One Earth“: nella nostra galassia ci sono miliardi di pianeti ma solo una Terra.

La campagna di quest’anno richiede un’azione collettiva e trasformativa su scala globale per proteggere e ripristinare il nostro pianeta.

https://www.snpambiente.it/2022/06/01/il-5-giugno-e-la-giornata-mondiale-dellambiente/

Giornata mondiale delle api 17/05

Lo scopo della Giornata Mondiale delle Api è quello di aumentare la consapevolezza di tutti riguardo all’importanza delle api e dell’apicoltura. Le api sono degli impollinatori importantissimi, il cui lavoro quotidiano consente la riproduzione di circa il 90% delle piante selvatiche e del 70% delle colture alimentari. Inoltre, volando di fiore in fiore assicurano un’agricoltura sostenibile, la biodiversità e contribuiscono al contenimento dei cambiamenti climatici e alla conservazione degli ecosistemi. 

12 Maggio: Giornata internazionale della salute delle piante 

La storia della Giornata della Terra e il cambiamento climatico: il 52esimo anniversario dell’Earth Day


Per molto tempo la Giornata della Terra, soprattutto prima che il cambiamento climatico fosse così universalmente riconosciuto, rimase un evento relegato alle scuole ed alle comunità degli Stati Uniti. Solo nel 1990 iniziarono a celebrarsi i primi eventi ed iniziative mondiali dell’Earth Day

All’epoca, ben 141 Paesi decisero di porre finalmente l’accento in maniera importante sulle conseguenze catastrofiche che potrebbero avere comportamenti del tutto irresponsabili. L’evento ebbe una mobilitazione enorme: furono oltre 200 milioni le persone che aderirono in tutto il mondo segnando anche l’inizio dei primi gesti di salvaguardia del nostro Pianeta. Gli eventi per la Giornata della Terra ebbero un grandissimo impatto soprattutto in merito al tema del riciclo aprendo al tempo stesso la strada al Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992. Grazie ad Internet, nel 2000 la Giornata della Terra coinvolse 183 Paesi e centinaia di milioni di persone.

Ma come sarà il 52esimo anniversario dell’Earth Day? Quest’anno, in occasione della Giornata della Terra 2022 non mancheranno le iniziative promosse dalle associazioni ambientaliste, a partire da Legambiente che propone un pacchetto di 10 impegni per il futuro che andranno a coinvolgere governo e cittadini. A proposito dei cittadini, l’auspicio è che siano sempre più attenti ad una spesa intelligente, a uno stile di vita sano e sostenibile, al riciclo, agli orti urbani, contribuendo concretamente a salvaguardare il nostro Pianeta.

Le iniziative in tutta Italia per la Giornata della Terra 2022 e contro il cambiamento climatico

Quest’anno, in occasione della Giornata della Terra del 22 aprile 2022, lo slogan scelto e che chiama tutti all’azione sarà “#investinourplanet”, ovvero “investire sul nostro pianeta” a prendere coscienza, tra gli altri problemi, del All’epoca, ben 141 Paesi decisero di porre finalmente l’accento in maniera importante sulle conseguenze catastrofiche che potrebbero avere comportamenti del tutto irresponsabili. L’evento ebbe una mobilitazione enorme: furono oltre 200 milioni le persone che aderirono in tutto il mondo segnando anche l’inizio dei primi gesti di salvaguardia del nostro Pianeta. Gli eventi per la Giornata della Terra ebbero un grandissimo impatto soprattutto in merito al tema del riciclo aprendo al tempo stesso la strada al Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992. Grazie ad Internet, nel 2000 la Giornata della Terra coinvolse 183 Paesi e centinaia di milioni di persone.

Ma come sarà il 52esimo anniversario dell’Earth Day? Quest’anno, in occasione della Giornata della Terra 2022 non mancheranno le iniziative promosse dalle associazioni ambientaliste, a partire da Legambiente che propone un pacchetto di 10 impegni per il futuro che andranno a coinvolgere governo e cittadini. A proposito dei cittadini, l’auspicio è che siano sempre più attenti ad una spesa intelligente, a uno stile di vita sano e sostenibile, al riciclo, agli orti urbani, contribuendo concretamente a salvaguardare il nostro Pianeta.cambiamento climatico. Ciò significa prendere coscienza pienamente di ciò che da anni sostengono i maggiori scienziati, ovvero che ci ritroviamo a vivere gli effetti di un cambiamento climatico senza precedenti e che le cose saranno destinate a peggiorare se non si interverrà in maniera concreta adottando iniziative serie mirate alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. In che modo? Ad esempio riducendo l’inquinamento e il riscaldamento globale. Perchè, come si legge sul sito ufficiale della manifestazione, “un futuro green è un futuro prospero”.

Tante le iniziative e gli impegni concreti a favore del cambiamento climatico per questa Giornata della Terra 2022, per la quale si mobilita anche Nespresso che lancia la Foresta Nespresso, la prima di soli alberi di caffè, in collaborazione con Treedom, piattaforma online che permette di piantare alberi a distanza e seguirne la loro crescita e gli aggiornamenti sui progetti agroforestali di cui fanno parte. A mobilitarsi è anche l’Unicef: protagonisti della Giornata della Terra 2022 saranno anche i bambini. Nel mondo circa un miliardo di bambini è a rischio “estremamente elevato” per gli impatti della crisi climatica. A tal fine Unicef torna nelle piazze d’Italia con la campagna “Cambiamo Aria- uniti per un mondo sostenibile”, a sostegno dell’impegno dei giovani sul cambiamento climatico.


https://www.ilsussidiario.net/news/cambiamento-climatico-giornata-della-terra-2022-storia-earth-day-22-aprile/2328444/

Edagricole propone

WEBINAR 22 APRILE 2022 ORE 14.00-15.30

INVITO IN OCCASIONE DELLA

“GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA

FOCUS: Gli azotofissatori liberi e simbionti

Partecipa al webinar gratuito "Gli azotofissatori liberi e simbionti" - 22 aprile 2022 | 14.00-15.30 

Rachel Carson

Rachel Louise Carson nasce a Springdale in Pennsylvania nel 1907. Si dedica fin da bambina all’osservazione della natura, studia biologia al College e zoologia alla John Hopkins University. È la prima a prevedere gli effetti dannosi delle tecniche dell’agricoltura industriale, come l’utilizzo del DDT, vietato anni dopo proprio grazie alla sua battaglia, e la prima a denunciare così diffusamente i danni causati dall’intervento incontrollato dell’uomo sull’ambiente.

Rachel raggiunge il successo nel 1951 con The Sea Around Us (Il mare attorno a noi), un libro sulla conoscenza e la bellezza del mare che rimane per quasi due anni tra i best sellers del New York Times. Poi, a partire dagli anni ’50, allarmata dalla situazione drammatica legata ai danni alla natura causati dell’uso di veleni in agricoltura, si dedica al progetto più importante della sua vita: la denuncia dell’abuso della chimica e la difesa degli uccelli e del mondo naturale, che porterà, appunto, alla pubblicazione di Primavera silenziosa. I durissimi attacchi delle multinazionali della chimica e di una parte dei media, della scienza e della politica non la fermano. Rachel porta sino in fondo la sua azione, con risultati eccezionali.

Rachel Carson muore nel 1964 per le conseguenze di un tumore al seno. A 16 anni dalla sua morte le viene assegnata la Medaglia Presidenziale della libertà, l’onorificenza civile più alta prevista negli Stati Uniti.

“La storia di Rachel Carson è umanamente toccante ed è anche un manuale di cose da fare, oggi, qui, nei nostri giorni. Ci sono tematiche come quelle della cittadinanza attiva o del rapporto scienza-politica che sono di grande e problematica attualità, per non parlare del sense of wonder, il tema della meraviglia, che Rachel sviluppa parallelamente al lavoro sui pesticidi e che va letto in stretta relazione con quello.” (Danilo Selvaggi”).

Il Libro Silent Spring / Primavera Silenziosa

Nel gennaio del 1958 Rachel Carson riceve una lettera dal Massachussets. È della sua amica Olga Auckins: dopo il passaggio di un aereo che ha sparso DDT a pioggia, gli uccelli della sua oasi sono tutti morti. “Erano uccelli che avevano vissuto accanto a noi, si fidavano di noi e avevano costruito i loro nidi nei nostri alberi, anno dopo anno. Siamo preoccupati di trovare altri corpi.”

Come stanno la natura e gli uccelli degli ambienti agricoli italiani 60 anni dopo l’allarme lanciato Rachel Carson?

Trovi tutte le risposte nel dossier “Campagne Silenziose” che parla di agricoltura, salute e biodiversità. Vuoi saperne di più?ARICA IL DOSSIER

Rachel abbandona il progetto del suo libro successivo, che avrebbe riguardato il “senso di meraviglia” per la natura, e decide di buttarsi a capofitto in quello che diventerà la sua opera più importante. Per tre anni si dedica a un'imponente raccolta di casi, dati, informazioni - nonché a uno studio meticoloso che tocca chimica, biologia, zoologia, ecologia, entomologia, medicina, veterinaria, agricoltura. Quando finalmente il 27 settembre 1962 viene pubblicato il libro “Primavera silenziosa” (anticipato da alcuni stralci sul settimanale New Yorker) il clamore è enorme.

La rivoluzione ambientalista è cominciata, e non si fermerà. La battaglia di Rachel Carson contro l’abuso di pesticidi sarà centrale ma la sua opera andrà oltre. In Rachel dei pettirossi, il primo libro in Italia specificamente dedicato a Rachel Carson, Danilo Selvaggi illustra i tanti argomenti e significati trattati da Rachel nel libro e in generale nel suo lavoro, tra cui l’importantissimo tema della meraviglia. “Pochi temi, nella nostra realtà razionalizzata e spesso fredda, sono importanti come il cercare di dare al mondo il fascino che ha perso, o che forse, chissà, non ha ancora mai avuto” (Danilo Selvaggi).

L’opera di Rachel Carson è attuale oggi più che mai. Il rapporto tra agricoltura e ambiente, la bellezza e l'importanza degli uccelli canori, la necessità  di diminuire i pesticidi, il ricorso a metodi di controllo alternativi, la conoscenza e il senso di reverenza per la natura, il coinvolgimento della gente in una comunità di cittadinanza e impegno ambientali, sono temi che ritroviamo nella nostra attualità come obiettivi da perseguire per una vera, autentica transizione ecologica.

Campagne Silenziose

Come stanno la natura e gli uccelli di ambiente agricolo? L’attualità concreta dell’opera di Rachel Carson, e in particolare i temi dell’abuso di pesticidi e della necessità di un’agricoltura sana e attenta alla biodiversità, sono affrontati nel dossier tecnico della Lipu dal titolo Campagne silenziose. Gli uccelli, la biodiversità e l’agricoltura sessant'anni dopo Rachel Carson. Nel dossier analizziamo lo stato di salute degli uccelli di ambiente agricolo, i problemi causati alla biodiversità e alla salute umana dalle pratiche agricole industriali e le tante alternative possibili, per un’agricoltura migliore e una campagna finalmente ricca del canto degli uccelli

Scarica il dossier


 https://drive.google.com/file/d/199gvSfPNWIZB1e2ctqcRvyxA9_joIy-e/view



Giornate FAI di Primavera

Sabato 26 - domenica 27 marzo 2022

Le Giornate FAI compiono Trenta Primavere. Una festa, ma non solo: l’occasione per rinsaldare i valori del vivere civile testimoniati dal patrimonio culturale. In programma visite a contributo libero in oltre 700 luoghi inaccessibili o poco conosciuti in 400 città. 

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/

Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza 11 febbraio

La tutela dell'ambiente e della biodiversità è diventata finalmente parte integrante della Costituzione Italiana.

Con la modifica all’art. 9 della Costituzione, la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali “anche nell’interesse delle future generazioni” entrano di diritto tra i principi fondamentali della nostra Repubblica, mentre con la modifica dell’art. 41 della Costituzione si stabilisce che lo svolgimento della iniziativa economica privata non può svolgersi “…in modo da recare danno alla salute, all’ambiente”.

Finalmente la tutela dell’ambiente diventa un principio fondamentale della Repubblica a cui la legislazione futura si dovrà ispirare e a cui la legislazione passata si dovrà adeguare Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia 

A Pavia si accendono le "Lanterne scientifiche"


PAVIA\ aise\ - Dare risposte complesse a una realtà complessa. Questo, da sempre, è lo scopo della scienza, che mai come oggi risulta un antidoto al nostro senso di impotenza e alla semplificazione eccessiva. Su questo fil rouge a partire da giovedì 3 febbraio si snodano gli appuntamenti dalla rassegna del Collegio Ghislieri "Lanterne scientifiche: orientarsi nella complessità": cinque incontri con specialisti di diversi settori, organizzati e moderati da Carlo Alberto Redi, uno dei più grandi esperti di genomica funzionale e riprogrammazione genetica, professore Ordinario di Zoologia presso l'Università di Pavia, accademico dei Lincei, presidente del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi.

I cinque incontri gratuiti - in cui Redi dialoga con il filosofo Telmo Pievani, il matematico Piergiorgio Odifreddi, l'oncoematologo Paolo Ciceri, lo scrittore Marco Malvaldi e la storica Grazia Pagnotta - sono in programma dal vivo presso l'Aula Goldoniana del Collegio Ghislieri alle 18, previa prenotazione su Eventbrite (accesso con super green pass), ma è anche possibile seguirli in diretta streaming sul canale Youtube del Collegio.

"Viviamo nel millennio delle scienze della vita, dopo il secolo della fisica e il secolo della chimica. Con le conoscenze della biologia arriviamo sul pianeta (fecondazione assistita), lasciamo il pianeta (fine vita), ci curiamo (le staminali), mangiamo (ogm), eccetera - sottolinea Redi - Il CoVid è un'evidenza di quanto ancora dobbiamo imparare a comportarci; le decisioni al riguardo vanno assunte da noi con una presa di coscienza. Il cittadino di questo millennio è chi ha una minima conoscenza scientifica. La cittadinanza scientifica, passando attraverso la consapevolezza individuale, riesce anche a evitare gli ingorghi giuridici che stiamo vedendo in questi mesi, ad esempio sui vaccini; e soprattutto a evitare che si abbia paura di ciò che non si conosce".

Il Calendario della rassegna

Il 3 febbraio Fabio Ciceri e Paola Arosio presenteranno "Come batteremo il cancro. La sfida dell'immunoterapia e delle CAR-T" (Raffaello Cortina Editore 2021) - Discussant Carlo Alberto Redi.

Il 22 febbraio toccherà a Telmo Pievani e al suo "Serendipità: L'inatteso nella scienza" (Raffaello Cortina Editore) - Discussant Carlo Alberto Redi.

L’11 marzo spazio a Piergiorgio Odifreddi con "Sorella scimmia, fratello verme. Storie straordinarie di animali, scrittori e scienziati" (Rizzoli) - Discussant Carlo Alberto Redi e Manuela Monti.

Il 7 aprile Grazia Pagnotta presenterà "Prometeo a Fukushima. Storia dell'energia dall'antichità ad oggi" (Einaudi) - Discussant Carlo Alberto Redi.

Nell’ultimo appuntamento – la cui data è in via di definizione - Marco Malvaldi presenterà "La direzione del pensiero. Matematica e filosofia per distinguere cause e conseguenze" (Raffaello Cortina) - Discussant Carlo Alberto Redi.

Tutti gli appuntamenti sono in programma dal vivo presso l'Aula Goldoniana del Collegio Ghislieri alle 18, previa prenotazione su Eventbrite (accesso con super green pass). È possibile seguirli anche in diretta streaming sul canale Youtube del Collegio.

Il Collegio Ghislieri, fondato nel 1567 da papa Pio V e divenuto il primo collegio universitario misto d'Italia nel 1966, gode dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e opera sotto la supervisione del Ministero dell'Università e della Ricerca, che lo riconosce come Ente di alta qualificazione culturale. 

Edward Osborne Wilson 

Si è occupato di vari temi di ricerca, quali la mirmecologia (la branca dell'entomologia che studia le formiche), la biodiversità e la sua distribuzione, attraverso la formulazione della teoria della biogeografia insulare. È noto in particolare per la fondazione del programma di ricerca della sociobiologia. È autore di numerosi saggi, due dei quali hanno ottenuto il Premio Pulitzer per la saggistica.

Biografia

Wilson nacque a Birmingham, in Alabama, e crebbe tra l'Alabama e Washington; sin da bambino mostrò grande interesse per le scienze naturali. I suoi genitori, Edward e Inez Wilson, si separarono quando lui aveva sette anni; proprio in quel periodo si danneggiò gli occhi in un incidente. Il giovane Wilson, assieme al padre, cambiò residenza in molte città, conservando la passione per l'osservazione degli animali.

Conseguì il bachelor e il master in biologia presso la Università dell'Alabama, e ottenne un dottorato di ricerca in biologia presso la Harvard University[1].

Studi

Sociobiologia

Wilson è il fondatore della sociobiologia, intesa come lo studio sistematico dell'evoluzione biologica del comportamento sociale.

Stabilì che la sociobiologia dovesse diventare un nuovo campo di ricerca scientifico, basato sulle teorie evoluzionistiche darwiniane. Intuì come il comportamento degli animali (quindi anche dell'uomo) fosse il prodotto dell'interazione tra l'ereditarietà genetica e degli stimoli ambientali.

Wilson fece lunghi studi sistematici sul comportamento degli insetti, ed in particolar modo delle formiche. Uno degli obiettivi primari dello studioso è stato quello di fondare un campo di indagine a metà strada tra le scienze della natura e le discipline sociali.

Definì la natura umana come un insieme di regole epigenetiche, un modello genetico dello sviluppo mentale, profetizzando che l'etica sarebbe stata presto rifondata su basi neurobiologiche, auspicando la convergenza di idee in discipline diverse quali filosofia, biologia e evoluzione che chiamò "consilienza"[2].

Per quanto riguarda l'ambito religioso, Wilson descrisse la sua posizione di deista[3], definendola come un percorso lontano dagli schemi tradizionali. Wilson sostenne la teoria che la credenza in Dio, o i rituali delle religioni, siano il prodotto dell'evoluzione[4]. Per questo motivo la scienza, secondo Wilson, deve collaborare con la religione, e stabilire un accordo con essa.

Le idee sociobiologiche di Wilson sono state oggetto di varie critiche, da parte di esponenti liberali e conservatori, favorevoli all'idea che il comportamento umano sia basato sulla componente culturale. È stato variamente accusato, sovente su base ideologica, di razzismo, misoginia ed eugenetica[5].

Formiche in lotta tra fede e ateismo

E. O. Wilson definisce le sue idee anche con un particolare romanzo, Anthill: A Novel ("Formicaio"), che è stato tra i casi letterari e sociologici dell'anno negli Stati Uniti (2010). Nel romanzo le formiche discutono circa l'esistenza di esseri soprannaturali che per esse sono gli uomini. Gli uomini in questo caso sono immaginati come Dio: esse discutono della ambivalenza della sua presenza.

La posizione di Wilson sulla fede in Dio è in generale differente da quella di un altro importante divulgatore della sociobiologia, lo zoologo e ateo militante britannico Richard Dawkins. Wilson fa apparire, attraverso la descrizione delle formiche, che la fede in Dio non è semplicemente falsa ma «è vera in senso darwiniano», in quanto produce coesione sociale e quell'«altruismo che è necessario per la sopravvivenza delle società umane». È pure possibile che la religione non abbia solo un'utilità funzionale. Wilson afferma di non considerarsi né ateo né agnostico ma «un deista provvisorio. Questo significa che voglio considerare la possibilità di una Causa Ultima. Ma non siamo veramente vicini a capire di che cosa possa trattarsi».

Nel romanzo mette in scena una contrapposizione fra formiche atee e credenti. Le prime negano, le altre affermano l'esistenza di dèi nella forma di «alberi che si muovono», divinità capricciose che possono portare alle formiche magnifici doni oppure distruggerle senza motivo. Hanno ragione le formiche credenti. Gli «alberi che si muovono» esistono: sono gli uomini, divinità benevole che quando lasciano sulle rive del lago i resti dei loro picnic elargiscono alle formiche un'abbondanza inattesa. La dinamica ricorda quelle del Culto del cargo dell'Oceania, dove i nativi scambiano per navi degli dèi quelle europee che portano aiuti alimentari.

Ma quando, proprio grazie a quest'abbondanza, gli insetti si moltiplicano in modo considerato fastidioso gli uomini li distruggono senza preavviso con lanciafiamme e insetticidi. Le formiche atee dunque hanno torto. Tuttavia, anche quelle credenti non hanno completamente ragione perché gli «alberi che si muovono» non sono entità soprannaturali. Ma il fatto che gli uomini non sono dèi non prova che gli dèi non esistono. Con questa duplice visione, il pensiero e la sociobiologia conservano tutta la loro irriducibile ambiguità[6].

Vita privata

Wilson e sua moglie, Irene, risiedevano a Lexington, Massachusetts. È morto nella vicina Burlington il 26 dicembre 2021, all'età di 92 anni.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Scienze Scoperto in Italia un intero branco di dinosauri

Un branco di dinosauri perfettamente conservati, scoperto in un sito archeologico in prossimità di Trieste, aiuta a riscrivere una storia di milioni di anni fa.

https://www.focus.it/scienza/scienze/scoperto-in-italia-un-intero-branco-di-dinosauri

FESTIVAL DELLE SCIENZE ROMA 2021

SFIDE

DA LUN 22 NOV A DOM 28 NOV

https://www.auditorium.com/rassegna/festival_delle_scienze_roma_2021-24621.html

Aiutano a mitigare la calura estiva, regolano il flusso delle acque piovane, aumentano il valore degli immobili, assorbono CO2 contrastando così il cambiamento climatico, trattengono numerose sostanze inquinanti, contengono l’inquinamento atmosferico e acustico, creano preziose zone d’ombra, sono l’habitat ideale per tante specie di uccelli e piccola fauna selvatica. Popolano parchi, giardini pubblici, viali, aiuole e orti, rendendo più belle le nostre città. Sono gli alberi, esseri viventi vitali per la nostra sopravvivenza, a cui sabato 21 novembre si dedica la Giornata Nazionale e che di recente sono stati oggetto di un importante provvedimento da parte del Governo. Il “Decreto clima”, infatti, con un emendamento presentato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, stanzia 30 milioni per finanziare, in due anni, progetti di forestazione urbana. Per gli alberi, però, la vita nei centri urbani non è sempre facile: secondo molte amministrazioni locali rappresentano “un rischio per la pubblica incolumità” o tolgono spazio a strade e parcheggi. 

Che cos’è un “medicane”

                                                                                                     25/10/2021

I medicane (dall’inglese “mediterranean hurricane”, si legge quindi ‘medichein’) sono un fenomeno relativamente raro, ma comunque non una novità per il Mediterraneo. Dal secondo dopoguerra a oggi ne sono stati registrati un centinaio, con una intensificazione negli ultimi anni probabilmente anche a causa del cambiamento climatico. Si verificano con maggior frequenza in autunno, quando la temperatura superficiale del mare è ancora abbastanza elevata, tale da alimentare i sistemi dei cicloni tropicali mediterranei.

Gli uragani e le tempeste che si formano sugli oceani, come quelli che interessano la costa orientale degli Stati Uniti a fine estate, ricevono buona parte della loro energia dalla temperatura superficiale del mare: quando raggiunge o supera i 26 °C attiva i processi che portano alla formazione di correnti ascensionali e di discesa nella perturbazione. Anche i medicane sono alimentati dalla temperatura superficiale marina, ma questa può essere sensibilmente inferiore (spesso tra i 15 e i 26 °C) nei bassi strati della perturbazione, che viene in parte resa instabile dall’afflusso di venti freddi in quota.

Un medicane è riconoscibile dalle immagini satellitari per la forma a spirale delimitata dalle nubi e un centro (occhio) ben distinguibile e stabile. Produce temporali e piogge abbondanti con forti raffiche di vento.

Il diametro è in genere compreso tra i 200 e i 400 chilometri, mentre la durata varia molto a seconda delle circostanze ed è comunque inferiore a quella degli uragani oceanici. Un medicane esaurisce buona parte della propria energia in un paio di giorni, specialmente quando lascia la superficie marina e inizia a passare sopra al suolo.

Nel settembre del 2020 il medicane Ianos interessò la parte orientale del Mediterraneo, portando forti venti e piogge sulla Grecia, causando allagamenti e alluvioni in diverse aree del paese.

Le piogge molto intense di inizio settimana nell’area di Catania erano state causate da un fronte di bassa pressione, che aveva favorito lo sviluppo delle perturbazioni, ma non si trattava di un ciclone tropicale. Il medicane in formazione in queste ore tra Malta e Sicilia si sta dirigendo verso nord-ovest e potrebbe quindi interessare parte della Sicilia orientale e della Calabria meridionale. Calcolarne con precisione la traiettoria è difficile perché, a differenza degli uragani atlantici spinti da venti molto forti e distinguibili, i medicane si spostano con correnti più deboli.

COP26

31 ottobre - 12 novembre 2021

PULIAMO IL MONDO 

24, 25 e 26 settembre 2021 

https://www.puliamoilmondo.it/

Tutto sulla Food Forest!

NEL MONDO DELLA FOOD FOREST CON STEFANO SOLDATI il giorno 8 settembre 2021 2021https://www.youtube.com/watch?v=k4f8GWlKqls


Paesaggio rurale storico

Il 'Paesaggio collinare policolturale di Pienza e Montepulciano', nel Senese, ha ottenuto il riconoscimento di Paesaggio rurale storico, con l'iscrizione nell'apposito registro nazionale che fa capo al ministero delle Politiche agricole e forestali.

Il risultato, spiega una nota del Comune di Montepulciano, certificato in una riunione del 31 maggio alla presenza del ministro Stefano Patuanelli, "è frutto del lungo e accurato lavoro svolto dai referenti scientifici Stefano Biagiotti, Andrea Iacomoni e Filippo Masina per conto dell'Università Telematica Pegaso, e consente di esaltare le qualità del paesaggio collinare circostante i centri storici di Pienza, Monticchiello e Montepulciano, caratterizzato dalla presenza di colture storiche, quali i vigneti e gli oliveti, ma non solo, che hanno disegnato un mosaico paesaggistico di riconosciuta bellezza. La candidatura, promossa dai Comuni di Montepulciano e Pienza, ha raccolto due distinti progetti di iscrizione nel registro inizialmente separati, ma in seguito uniti grazie alla volontà delle due amministrazioni, elogiate dallo stesso ministero per aver saputo unire le forze su un progetto così importante.

"Il progetto" - commentano Michele Angiolini, sindaco di Montepulciano, e Manolo Garosi, primo cittadino di Pienza -giunge alla sua conclusione dopo un lungo iter iniziato durante il precedente mandato, che ha visto la piena collaborazione tra le amministrazioni comunali di Montepulciano e Pienza. Siamo pienamente soddisfatti di questo risultato che aggiunge valore a un paesaggio che caratterizza in maniera molto particolare il nostro territorio, rendendolo famoso in tutto il mondo".

L'iscrizione nel registro, si spiega ancora, "consentirà in futuro ai due Comuni proponenti, nonché alle stesse aziende del territorio, di fregiarsi di un apposito marchio di Paesaggio rurale storico attualmente in fase di predisposizione, strumento di attrattiva per i visitatori e ulteriore leva commerciale per i prodotti locali". 

L’iscrizione, spiega poi una nota della Regione Toscana, "è avvenuta alla presenza del ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli che ha dichiarato che le aree iscritte nel registro nazionale saranno oggetto di finanziamenti ad hoc nell’ambito della prossima Pac per la conservazione e la valorizzazione degli assetti paesaggistici tradizionali".

Di "riconoscimento che ci rende orgogliosi e rende onore ai nostri agricoltori e ai nostri amministratori" ha parlato la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Toscana Stefania Saccardi. "Negli anni - ha aggiunto - hanno saputo mantenere l’ integrità e valorizzare i caratteri identitari tipici di questi territori che presentano solo sporadici fenomeni di abbandono e evidenziano invece il mantenimento delle caratteristiche peculiari di un paesaggio policolturale che svolge anche una funzione di valore aggiunto non riproducibile dalla concorrenza per lo sviluppo del territorio rurale. Bene dunque hanno lavorato i custodi di questo nostro patrimonio che con questo riconoscimento conferma, anzi rafforza, il suo valore”.

In Toscana sono iscritti al registro nazionale, anche il paesaggio della Bonifica della Valdichiana, il paesaggio policolturale di Trequanda, quello rurale storico di Lamole, il paesaggio olivicolo di Fibbianello e quello silvo pastorale di Moscheta. La Toscana, si spiega ancora, "è la prima regione d’Italia per paesaggi iscritti nel registro. Dalla lista nazionale sia accede al programma Unesco, o al Programma Fao dedicato alla conservazione del patrimonio agricolo mondiale.

Giornata mondiale degli oceani

8 giugno

https://www.wwf.it/news/notizie/?23420/8-giugno-Giornata-mondiale-degli-oceani&gclid

www.greenpeace.org/italy/tag/mare/?gclid

https://www.rinnovabili.it/ambiente/acqua/giornata-mondiale-degli-oceani-2021/

Giornata Mondiale dell’Ambiente: 5 giugno  

“Ripristino degli Ecosistemi”: il tema scelto per il 2021   

Il 5 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata dell’Ambiente, ma perché è stata scelta proprio questa data?  La ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1972, per ricordare la  Conferenza sull’Ambiente che si è svolta a Stoccolma dal 5 a 16 giugno 1972. Durante la Conferenza di Stoccolma, infatti, venne delineato il Programma Ambiente delle Nazioni Unite. A questa importante celebrazione aderiscono oltre 100 Paesi del mondo, tra cui l’Italia.

La Giornata mondiale dell’ambiente nasce, quindi, con lo scopo di spingere tutti ad una maggiore presa di consapevolezza e a prenderci cura concretamente del nostro Pianeta. È un’occasione preziosa per ricordarci che ognuno di noi può fare qualcosa per essere parte del cambiamento di cui la Terra ha bisogno, oggi più che mai.

Leggi anche: 12 cose da fare non solo nella Giornata dell’Ambiente

“Ripristino degli Ecosistemi”: il tema scelto per il 2021 

L’edizione 2021 della Giornata dell’ambiente è di cruciale importanza. Infatti, il tema individuato per quest’anno è il “Ripristino degli Ecosistemi”, con l’obiettivo di prevenire, fermare e invertire i danni inflitti agli ecosistemi della Terra, cercando dunque di passare dallo sfruttamento della natura alla sua guarigione. Proprio il 5 giugno verrà inaugurato il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema, introdotto con la missione globale di far rivivere miliardi di ettari, dalle foreste ai terreni agricoli, dalla cima delle montagne alle profondità del mare.

In vista della Giornata dell’Ambiente, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha messo a disposizione due preziosi strumenti:

Giornata mondiale della biodiversità - 22 maggio

La Giornata mondiale della biodiversità (in inglese International Day for Biological Diversity) è una festività proclamata nel 2000 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per celebrare l'adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica (Convention on Biological Diversity). Viene celebrata ogni anno il 22 maggio, dedicata alla difesa e alla tutela della biodiversità. 

www.wwf.it/parchi/?47421/Il-22-maggio--la-Giornata-Mondiale-della-Biodiversita&gclid www.greenpeace.org/italy/storia/11586/giornata-mondiale-della-biodiversita www.rinnovabili.it/ambiente/biodiversita/giornata-mondiale-della-biodiversita-2021/ www.isprambiente.gov.it/it/evidenza/giornata-mondiale-della-biodiversita 

Giornata Mondiale delle Api  -   20 maggio

Le Nazioni Unite dedicano una giornata alle api per ricordarci il loro ruolo vitale nella sopravvivenza degli ecosistemi e della vita umana. E per indicarci alcune semplici pratiche con cui combattere la silenziosa strage dei piccoli impollinatori

Bee engaged è lo slogan della Giornata mondiale delle api 2021

Si festeggia il 20 maggio la Giornata mondiale delle api 2021 (World Bee Day 2021), appuntamento internazionale nato per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori. Una 24 ore fortemente voluta dalle Nazioni Unite e che raccoglierà al suo interno incontri, progetti e nuovi impegni a tutela di queste specie.

L’Assemblea generale dell’ONU ha creato l’evento nel 2017 scegliendo come data della ricorrenza annuale il 20 maggio, giorno di nascita dello sloveno Anton Janša (1734-1773), pioniere dell’apicoltura moderna. E sebbene il World Bee Day abbia davvero pochi anni alle spalle, l’urgenza con cui è stato lanciato continua a crescere. Come sottolineato anche nella risoluzione ONU del 2017, gli effetti diretti e indiretti delle attività antropiche minacciano quotidianamente api e altri impollinatori.

E mentre l’umanità fa sempre più affidamento su pratiche agricole intensive e pesticidi, inquinando e stravolgendo l’uso del suolo, aumentano di pari passo anche i parassiti, le malattie e i danni dei cambiamenti climatici a carico di questi animali. Al punto che oggi, quasi il 35% degli impollinatori invertebrati, in particolare api e farfalle, e circa il 17% di quelli vertebrati, come i pipistrelli, rischia l’estinzione a livello globale.

Perdere queste specie non significa solo ridurre la biodiversità planetaria. A livello globale il 90% circa delle specie floreali selvatiche dipende, interamente o almeno in parte, dall’impollinazione animale. Una dipendenza che lega oltre il 75% delle colture alimentari del mondo e il 35% delle terre agricole globali, contribuendo attivamente alla nostra sicurezza alimentare. “Le api, gli impollinatori e molti altri insetti stanno diminuendo in maniera critica”, spiegano le Nazioni Unite. “Grazie alla Giornata mondiale delle api, possiamo aumentare la consapevolezza sul loro ruolo essenziale nel mantenere la salute delle persone e del pianeta e sulle numerose sfide che devono affrontare. Abbiamo un’opportunità per promuovere azioni che proteggano gli impollinatori e migliorino i loro habitat […] sostenendo uno sviluppo sostenibile dell’apicoltura”.

Come proteggere le api?

Il tema della Giornata mondiale delle api 2021 è “Bee engaged – Build Back Better for Bees”, gioco di parole che invita all’azione per ricostruire un ambiente migliore. Non solo slogan. L’ONU ha stilato anche una lista di azioni semplici per cittadini, agricoltori e responsabili politici con cui aumentare la partecipazione al problema.

Azioni individuali:

Azioni per gli agricoltori:

Azioni politiche

22 aprile

Giornata Mondiale della Terra 


L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile  

unric.org/it/agenda-2030/ 


Una scelta al giorno 2021 - Giornata della Terra 2021: creiamo una cultura di sostenibilità in rete 


www.youtube.com/watch?v=aCX_OJYBfwk

Un albero per il futuro 

Creare un grande bosco diffuso. Un progetto nazionale di educazione ambientale dei Carabinieri della Biodiversità rivolto alle scuole.  Solo nel 2021 saranno distribuite gratuitamente circa 60.000 piante boschive autoctone. 

Un’occasione per avvicinare concretamente i giovani alle tematiche ambientali e contribuire a ridurre i cambiamenti climatici anche da casa.

Per richiedere gli alberi scrivere a unalberoperilfuturo@carabinieri.it

www.carabinieri.it/cittadino/informazioni/eventi/un-albero-per-il-futuro

 palermo.gds.it/video/cronaca/2021/04/15/lalbero-falcone-rivivra-nelle-scuole-ditalia-nasce-il-bosco-della-legalita-9a8e269d-ff8e-46fd-b3a0-83c6327a96cf/ 

22 marzo, Giornata mondiale dell’acqua:

Unità di Apprendimento e decalogo per evitare lo spreco

www.orizzontescuola.it/22-marzo-2021-giornata-mondiale-dellacqua-unita-di-apprendimento-e-decalogo-per-evitare-lo-spreco/ 

Nature Italy: una casa per la scienza

Nata da poco Nature Italy è una nuova rivista digitale dedicata alla ricerca in Italia e alla comunità scientifica italiana. In doppia lingua, italiano e inglese, mette in luce i risultati più interessanti e di maggiore impatto della scienza italiana, segue la politica della ricerca del Paese e offre a ricercatrici e ricercatori italiani una nuova piattaforma per dibattere e far sentire la loro voce. www.nature.com/articles/d43978-020-00015-0 

European Brain Research Institute

Rita Levi-Montalcini

https://www.ebri.it/

Rita Levi-Montalcini Rita Levi-Montalcini ha dedicato la sua vita alla ricerca, affrontando con tenacia ogni ostacolo, dalle discriminazioni razziali a una concezione arcaica del ruolo della donna nella società e nella scienza. All’età di 93 anni ha fondato un Istituto di ricerca internazionale dedicato interamente allo studio del cervello, l’EBRI. 

Anne McLaren

Genetista britannica

Anne McLaren, considerata una delle più importanti scienziate del XX secolo nell’ambito della biologia dello sviluppo, il cui lavoro fu fondamentale per lo sviluppo delle tecnologie per la fecondazione in vitro, oggi avrebbe compiuto 94 anni.

McLaren nacque a Londra il 26 aprile del 1927. Da bambina ebbe un piccolo ruolo nel cinema, quando recitò nel film di fantascienza del 1936 La vita futura (Things to Come) di William Cameron Menzies, tratto da un romanzo di H. G. Wells. In una scena, ambientata nel futuro, il personaggio che interpretava suo nonno le parlava del progresso raggiunto dalla tecnologia spaziale grazie a cui erano stati portati i topi sulla Luna. Nel corso degli anni, McLaren ha ricordato come quella esperienza avesse contribuito a far nascere in lei l’amore per la scienza.

Studiò zoologia all’università di Oxford e ottenne in seguito un dottorato allo University College di Londra. Grazie ai suoi studi sugli embrioni di topo in vitro, assieme al suo collega John Biggers, dimostrò la possibilità di creare embrioni sani al di fuori dell’utero materno.

Nel 1958 pubblicò il suo più importante lavoro sulla fecondazione in vitro (IVF), che negli anni successivi divenne un testo fondamentale per lo sviluppo dell’embriologia. Grazie ai suoi studi entrò nel 1982 nel Comitato Warnock, un ente governativo dedicato allo sviluppo di politiche relative ai progressi della tecnologia della fecondazione in vitro e dell’embriologia.

Il comitato produsse un rapporto che ebbe un ruolo essenziale nella promulgazione del Human Fertilisation and Embryology Act, una legge sulla fecondazione in vitro approvata nel 1990 dal Parlamento britannico che permetteva la coltura in vitro di embrioni umani fino al quattordicesimo giorno successivo alla fecondazione.

Dal 1992 al 1996 ricoprì la carica di vicepresidente della Royal Society, il più antico e prestigioso ente di ricerca scientifico britannico, diventando la prima donna nella storia ad avere un ruolo dirigenziale al suo interno. Dal 1993 al 1994 fu inoltre presidente dell’Associazione britannica per l’avanzamento della scienza, una società nata per promuovere la ricerca scientifica nel Regno Unito. Morì il 7 luglio 2007 in un incidente stradale, mentre viaggiava da Cambridge a Londra assieme all’ex marito Donald Michie.

 Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio onlus

Organizzazione no-profit per la tutela di alberi, foreste, giardini e paesaggi, per la divulgazione scientifica e culturale e per l'educazione ambientale

www.conalpa.it/perche-piantare-alberi-ecco-un-decalogo-dei-benefici/ 

10 motivi per piantare un albero

Le piante rappresentano il migliore organismo capace di limitare l’aumento della CO2. Attraverso il processo della fotosintesi un albero trasforma l’acqua e l’anidride carbonica in ossigeno, utilizzando l’energia proveniente dai raggi solari. Una pianta adulta produce in un anno una quantità di ossigeno che copre il fabbisogno annuo di 10 persone.

 

Una pianta adulta, a seconda della specie, è in grado di assorbire dai 20 ai 50 chili di anidride carbonica. Inoltre la stessa pianta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili. Un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno e non è cosa da poco se consideriamo che in una città come Milano, in cui sono presenti 1.700 ettari di verde, significa togliere dall’aria 30 tonnellate di polveri sottili.

 

Gli alberi svolgono una funzione molto importante anche per il ciclo dell’acqua. Le chiome e i fusti funzionano come “imbuti” che rallentano il flusso dell’acqua e la fanno filtrare delicatamente attraverso il suolo approvvigionando le falde freatiche e garantendo stabili forniture per tutto l’anno, anche nelle stagioni più aride. Attraverso il fusto un albero può raccogliere fino a cinque volte l’acqua che cade fuori dalla chioma. Inoltre gli alberi filtrano l’acqua che entra nei fiumi, nei laghi, nei corsi d’acqua e nelle falde sotterranee, aumentando la qualità di questa risorsa vitale.

 

Gli alberi interagiscono positivamente con tutti gli elementi climatici: temperatura, umidità, pressione atmosferica, precipitazioni, venti.

Grazie alla loro funzione di “depuratore naturale dell’aria”, gli alberi aiutano a mitigare l’effetto serra assorbendo l’anidride carbonica e le altre emissioni di origine antropica che contribuiscono a modificare il clima. Inoltre attraverso il processo di evaporazione, un albero può traspirare fino a 400 litri di acqua e ciò si traduce in un raffreddamento equivalente a circa 20 condizionatori d’aria casalinghi. Secondo l’EPA, grazie all’ombra e al fenomeno di evapotraspirazione gli alberi possono arrivare a ridurre le temperature estive dai 2 ai 9 gradi centigradi. Inoltre, le aree boscate durante il giorno si riscaldano più lentamente rispetto alle aree urbane ed il calore assorbito dal terreno viene rilasciato più lentamente. Gli alberi concorrono sempre a migliorare il microclima: d’estate contengono l’aumento delle temperature, mentre d’inverno mitigano i venti più freddi.

 

La presenza di alberi è la più efficace opera di protezione del suolo e di riduzione del rischio idraulico. Le radici degli alberi consolidano il terreno, impedendo frane, valanghe ed erosione mentre le chiome trattengono la pioggia e ne riducono la forza, aumentando il tempo che le acque impiegano per giungere al corso d’acqua recettore. Immagazzinando acqua, gli alberi rafforzano la resistenza nei confronti della siccità e, mitigando le condizioni di eccessiva calura durante la stagione estiva, prevengono il rischio incendi.

 

Sugli alberi, nelle chiome e nelle cortecce vivono innumerevoli animali, come insetti, piccoli invertebrati, uccelli, roditori, e vari tipi di muschi. Tutto un mondo che va protetto e salvaguardato.

 

Alberi e piante sono delle barriere fonoassorbenti naturali: fasce di vegetazione poste lungo le strade possono ridurre i rumori del 70-80%. La riduzione dell’inquinamento acustico è il risultato di due effetti: l’effetto schermo dato dalle foglie, che trasformano l’energia sonora o la deviano, e l’effetto assorbente dovuto al terreno, che assorbe le onde dirette radenti al suolo o le riflettono con conseguente perdita di energia. L’attenuazione prodotta dalle barriere naturali dipende naturalmente dalla profondità e altezza dello schermo protettivo, dall’ampiezza e robustezza del fogliame, dalla densità della chioma e dalla durata della fogliazione. Le piante solitamente utilizzate per queste barriere naturali sono le sempreverdi alta densità di fogliame e rapida crescita.

 

Dal bosco si raccoglie il legno, che è materia prima rinnovabile, impiegata sia in cicli produttivi molto diversificati (le costruzioni, l’arredamento, gli imballaggi, etc.) sia per la produzione di energia (calore ed energia elettrica). Le implicazioni economiche di questo settore sono molto evidenti se si considera che lungo tutta la filiera del legno sono coinvolti i selvicoltori, i boscaioli, le segherie, le falegnamerie, i commercianti. Inoltre l’industria italiana del legno è una vera eccellenza in Europa, sia rispetto alla qualità, che all’innovazione e alla ricerca e ciò rappresenta un valore economico molto importante per l’intero paese

 

Il bosco è un ambiente molto importante per il benessere fisico e psichico delle persone: la purezza dell’aria e i profumi, la suggestione degli ambienti e dei panorami, il contatto con la flora e la fauna selvatica, la lontananza dai rumori meccanici e la quiete dei suoni naturali, la presenza di luoghi in cui misurare la propria capacità di resistenza fisica sono tutte qualità rigeneratrici largamente profuse dal bosco. Si sta diffondendo anche in Italia la pratica del Forest Bathing o “Bagno nella Foresta” che consiste nel camminare immersi nel bosco, abbandonando per qualche ora i cellulari, computer e tablet per connettersi con la natura e con sé stessi. L’usanza è nata in Giappone, ma in Italia possiamo parlare più semplicemente di “silvoterapia” che consiglia varie pratiche come abbracciare un albero, soggiornare in luoghi boschivi, fare camminate nel bosco o pratica lo corsa e lo sport in luoghi alberati. Respirare l’aria dei boschi è considerato un rimedio davvero benefico in quanto attiva la circolazione sanguigna, facilita la respirazione, favorisce il rilassamento e abbassa i livelli di ansia e stress. Anche i cromatismi e gli odori degli alberi possono trovare applicazioni di tipo terapeutico. L’aromaterapia infatti utilizza gli olii essenziali, ma sono i fiori e le foglie a trasmettere direttamente l’odore che il cervello traduce in emozioni.

Gli alberi sono dei veri e propri monumenti della natura e costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, da conoscere e tutelare. L’ex Corpo Forestale dello Stato ha censito in Italia oltre 22.000 alberi monumentali, esemplari che hanno un’età di almeno duecentocinquanta anni ma che in molti casi sono molto più antichi. Questi alberi sono equamente distribuiti tra Nord, Centro e Sud Italia, alcuni hanno un’importanza particolare per essere eccezionalmente vecchi o legati a particolari miti e leggende, altri per esser stati al centro di episodi storici o per essere legati a episodi della vita di uomini illustri. In molti casi sono considerati veri “testimoni del tempo” tanto da essere tutelati per legge.

Gli alberi portano nel proprio tronco i segni del tempo, temperature, siccità, sostanze nutritive, segnalano i cambiamenti delle stagioni e misurano la salute del nostro pianeta. Una volta piantato, un albero con tutta probabilità sopravvivrà a noi e ai nostri figli, rappresentando così un autentico lascito per l’intera comunità.


Consigli di lettura 


L'incredibile vita della più simpatica, ribelle e spettinata astrofisica di tutta la Va Lattea, Margherita Hack.

«Ogni risposta non è che il punto di partenza per un'altra domanda.» Questo per lei era il motore della ricerca. E, da campionessa di salto in alto, voleva sempre alzare un pochino di più l'asticella del sapere.

Nata in Via delle Cento Stelle a Firenze il 12 giugno 1922, Margherita Hack non poteva che diventare un'astrofisica di fama mondiale. Eppure lei non ha mai creduto al destino: credeva invece nel merito, nella possibilità di realizzare i propri sogni. Lei che di sogni ne aveva tantissimi: dall'atletica, in cui sperava di conquistare una medaglia alle Olimpiadi, alla bici, con la quale fu amore a prima vista, fino alle stelle, scoperte a scuola un po' per caso e che le hanno illuminato il cammino fino ad arrivare alla guida dell'osservatorio astronomico di Trieste, prima direttrice donna in Italia. Margherita non si nascondeva, esprimeva le sue opinioni, si batteva per una società migliore, in difesa dei diritti dei più deboli. Una vita straordinariamente semplice la sua, vissuta nel segno della verità e dell'ironia, con lo sguardo sempre rivolto al futuro. 

«Nel bosco non esistono confini, diceva mio padre. Lo ripeteva spesso come una formula da mandare a memoria, rivelatrice di una qualche verità che avremmo capito solo molto tempo dopo, una volta diventati adulti.»

«La scrittura di Manzon ha l'incedere di una camminata fatta con occhio curioso e passo sicuro: mette a fuoco un dettaglio, allarga lo sguardo all'orizzonte, quindi si butta a precipizio nel racconto, infine guarda indietro, al cammino fatto, alla storia in divenire...» – Severino Colombo, la Lettura

«Ho trovato tanto sollievo, in questo racconto magistrale» – Concita De Gregorio, D - La Repubblica

La narratrice di questa storia è cresciuta in una terra di confine, educata a uno spirito internazionalista dal padre, un pacifista di origini slave che credeva nel libero scambio delle persone, nelle lingue straniere mescolate senza regole e nelle camminate nel bosco. È proprio durante quelle lunghe passeggiate, fatte perlopiù in silenzio o scambiando osservazioni sulle tracce di un cerbiatto o una lepre, che il padre spiega alla figlia che non esistono confini, che il bosco è di tutti, non si divide per nazionalità come una cartina geografica: «hai mai visto una betulla ritrarre i rami per non sconfinare in territorio straniero?». Eppure lei, affascinata e al tempo stesso spaventata, si accorge che i boschi di là sono diversi, più scuri, popolati da orsi: di là c'è la nazione con uno degli eserciti più forti al mondo, una terra di uomini sanguinari con il coltello tra i denti e la barba da pastore, come la descrive la gente della sua città di mare, che sembra aver capito poco della grandezza di quel popolo. Nel giorno del suo sedicesimo compleanno, la protagonista – che a differenza del fratello non teme le temperature da neve e dimostra una certa attitudine allo scivolamento tra i pali da slalom – riceve dal padre un biglietto per assistere alle Olimpiadi invernali di Sarajevo. Il 5 febbraio 1984 partono in macchina per quello che sarà un viaggio rivelatorio, durante il quale si farà largo in lei un sentimento nuovo, un senso di appartenenza strano, un'epifania che culminerà con un fuoripista notturno, a rotta di collo, tra i boschi fitti del Trebević, in compagnia di Luka...

Il volume descrive i diversi tipi di ortensia, a partire dalla classificazione e dall’aspetto morfologico, e ne racconta, con linguaggio semplice ma scientificamente corretto, tutte le modalità di coltivazione: ambiente, terreno, messa a dimora, irrigazione, concimazione, potatura e riproduzione.

Un capitolo è dedicato a malattie e parassiti, da combattere anche con metodi di lotta biologica, un altro alla storia e agli usi insoliti della pianta.

La seconda parte del libro, dedicata alle singole specie e varietà, illustra i consigli specifici di coltivazione e presenta con foto suggestive le più belle ortensie disponibili in commercio.

Indice: Le hydrangeae, parte generale - Come riconoscere le ortensie: aspetti morfologici - Coltivare le ortensie - Avversità - Ortensie: usi e curiosità - Le hydrangeae più belle.

Rita Paoli, per vent’anni vivaista e punto di riferimento per i collezionisti, collabora oggi con Pollici Rosa, un gruppo di donne vivaiste che tratta piante rare, e con il vivaio “Le Rose di Firenze”.

Alberta Ballati, vivaista, nel 2013 fonda, con Rita e altre vivaiste, Pollici Rosa, un progetto che porta avanti anche attualmente.

Valeria Galgani, da sempre appassionata di piante e giardini, nel 2016 decide di fare della passione un lavoro, seguendo corsi professionali di progettazione di giardini privati. Da 3 anni collabora con Alberta e Rita al progetto Pollici Rosa.

Le erbe selvatiche, ricche di principi attivi e di insoliti sapori sono risorse naturali da cui l'uomo ha sempre attinto cibo.

Saper distinguere le varie erbe, sapere dove trovarle, quando raccoglierle, come utilizzarle al meglio è molto utile e anche divertente, anche per riscoprire tradizioni e ritrovare le nostre radici.

L'uso delle erbe selvatiche , fuori dal marasma del superfluo e dell' ipertecnologico che domina il quotidiano ci riporta all'antica semplicità contadina, ci fa recuperare antichi saperi e sapori.

Le erbe citate nel volume sono accessibili a tutti, basta sapere dove cercarle nei luoghi che prediligono, riconoscerle e raccoglierle e consumarle nel modo giusto. Le erbe hanno proprietà indispensabili per l'uomo , proponendo l'uso di erbe spontanee che da generazioni sono state utilizzate sulle nostre tavole, tutto ciò pensando a un futuro possibile e diverso, senza vane nostalgie. 

L'Erba corre quando vuole – Quaderno di campagna di una donna di città

è un libro-diario scritto con abilità da Laura Bianchi, giornalista di moda milanese, cittadina del mondo e che la sola natura che conosce, fino a un certo punto della sua vita sempre in movimento, è quella dei set fotografici.

Il perché del titolo lo scoprirete leggendo il libro, ma 'l'erba che corre' potrebbe essere anche la vita che, a un certo punto prende, per fatalità, per decisione, o per una serie di congiunture un corso inaspettato, fino a quel momento lontano da noi, forse solo apparentemente?

Tutto parte da Laura che si innamora di un pezzo di paesaggio bello e selvaggio, lo acquista, e a poco alla volta risistema il terreno e impara a conoscere piante, fiori e gli abitanti del luogo. Ognuno (vegetali e umani)con caratteristiche ben precise, tutti entrano a fra parte della sua vita.

Intraprende gli studi di botanica e cresce la necessità di non abbandonare più quello che diventa un giardino e un punto di ritrovo per persone e animali, uno spazio aperto a tutti. Laura ci conduce alla scoperta dei successi e insuccessi botanici, degli esperimenti, delle scoperte, della danza col decespugliatore tra i fili d’erba per poter vedere "finalmente il mare".

Oltre al giardino c'è anche “la grotta”, una minuscola casa di pietra scavata tra le terrazze a secco del paesaggio ligure. E poi c'è Chef Marc, il compagno francese, che sperimenta in cucina e propone menù ispirati da orto e bosco utilizzando quello che Laura coltiva, vegetali ma anche fiori.

Il racconto si snoda durante la ‘prima primavera’: quella del virus che, senza volerlo, ha regalato un’intera stagione di isolamento, voluto e forzato, in quel posto che finalmente si chiama casa.

Quella casa da dove, forse, non ci si allontanerà più troppo. L'Erba corre quando vuole ci porta a conosocere piante e fiori ma non solo è una testimonianza per chi sogna di "invertire la rotta"... e la natura ci insegna, ancora una volta, moltissimo.

Laura Bianchi: comasca, vive in bilico tra Rapallo e Milano. Giornalista di moda da vent’anni, ha lavorato nelle redazioni di Elle, Velvet e in seguito D La Repubblica. Per dar voce alla sua passione, lì inizia a scrivere di giardinaggio, dopo essersi formata alla Scuola Agraria del Parco di Monza. Da quasi dieci anni cura e coltiva in solitaria un grande terreno terrazzato, affacciato sul Golfo del Tigullio, e solo in questo giardino saggio e selvaggio si sente veramente a casa.

Una ricercatrice fuggita dall'Ungheria che viene degradata dalla prestigiosa università americana in cui lavora per il pessimo carattere e perché gli studi a cui ha consacrato la vita sembrano condurre in un vicolo cieco. Un incontro alla fotocopiatrice con uno scienziato che passa tutto il tempo libero a curare gatti randagi. Anni e anni di studi coronati da un articolo scientifico che passa totalmente inosservato.

Aziende di biotecnologie sospese nel limbo tra l'innovazione e il fallimento, guidate da geni visionari poco meno che avventurieri o da scienziati che fin da bambini sognano di sconfiggere il cancro. Poi, all'improvviso, la peggiore pandemia degli ultimi cento anni. È in questo scenario e con questi protagonisti che si compie la "formidabile impresa" che dà il titolo al nuovo libro di Roberto Burioni: l'impiego di una molecola instabile e difficile da maneggiare - l'RNA messaggero che nelle nostre cellule trasporta le istruzioni del DNA per produrre una proteina - per ottenere a tempo di record vaccini estremamente efficaci contro il COVID-19 e, in un futuro che di fatto è già iniziato, rivoluzionare la cura e la prevenzione di malattie come l'AIDS, la sclerosi multipla, il cancro. La rivoluzione dell'mRNA è l'ennesima dimostrazione dell'importanza per il progresso umano della "scienza inutile", la ricerca pura mossa soltanto da curiosità e sete di conoscenza. Così questo libro diventa un inno appassionato alla scienza che ci salva (e ci riempie) la vita e una galleria di storie avvincenti, idee geniali, nobili intenti e bassezze umane di personaggi fuori del comune: Theodore Maiman che, a partire dalle teorie di Einstein, costruisce il primo laser e lo considera "una soluzione in cerca di un problema", James Watson e Rosalind Franklin impegnati nella corsa per scoprire la struttura del DNA, Jonas Salk, Albert Sabin e il vaccino antipolio, fino al cristallografo polacco che, intingendo per sbaglio il suo pennino non nel calamaio ma in un crogiolo pieno di stagno fuso, ha reso possibile, decenni più tardi, la nascita dei semiconduttori e dell'elettronica. 

Una storia prima della Storia: dall'esplosione del Big Bang alla comparsa dell'essere umano. Quattro miliardi e mezzo di anni costellati di cataclismi e rinascite, raccontati come se fossero un appassionante romanzo di fantascienza. 

Siamo abituati ad associare l’esistenza della Terra a quella della nostra specie: Homo sapiens. Eppure gli esseri umani, benché lo abbiano modificato piú di qualsiasi altro animale, abitano il pianeta da poche migliaia di anni, un lasso di tempo irrisorio se guardato dalla prospettiva del momento in cui tutto è cominciato. Di quello che è successo prima che i nostri lontani antenati comparissero non sappiamo molto, a parte qualche infantile ricordo in stile Jurassic Park il resto è oscuro. Si tratta invece di un periodo di cambiamenti entusiasmanti, tra esplosioni nucleari e glaciazioni, metalli pesanti che evaporano e altri che sedimentano nel nucleo e fondono, tra terre che emergono e si spostano e altre che vengono sommerse e spariscono per sempre. Una storia cosí lontana da apparire misteriosa e affascinante quanto un racconto inventato; fatta di creature dimenticate che a queste mutazioni si sono adattate, sopravvivendo per milioni e milioni di anni, resistendo a radiazioni, temperature estreme, inondazioni: evolvendosi. Una storia di cui non abbiamo alcuna memoria, ma che ha reso possibile il nostro improbabile avvento, e che ci rivela il fragile e meraviglioso equilibrio su cui si è sempre retta la vita. 

Darwin va in città. Come la giungla urbana influenza l'evoluzione 

Grazie agli adattamenti evolutivi che emergono a una velocità senza precedenti, le piante e gli animali stanno sviluppando nuove caratteristiche e abitudini negli ambienti che l’uomo ha creato con cemento e acciaio. Siamo all’inizio di un nuovo capitolo nella storia della vita, in cui emergeranno forme di vita mai viste prima.

In futuro una vasta porzione del globo sarà urbanizzata. Dove andrà a finire la natura? In città, come ci racconta Menno Schilthuizen in questo sorprendente libro. Un numero sempre maggiore di specie selvatiche ritaglia per sé nuove nicchie nei centri abitati, mentre l’evoluzione sta compiendo, davanti ai nostri occhi, una svolta straordinaria. Gli animali urbanizzati mostrano comportamenti sempre più intraprendenti, ma non solo: nei piccioni cittadini il piumaggio sta diventando più resistente alle tossine, le piante erbacee che spuntano dalle spaccature dei marciapiedi producono nuovi tipi di semi.

Le sagome di centomila falchi che volano oltre la luna. Lo spettacolo mozzafiato nel cielo sopra di noi.


Negli ultimi due decenni, la conoscenza delle abilità che consentono agli uccelli di attraversare oceani immensi, scavalcare in volo le montagne più alte o volare per diversi mesi consecutivi senza mai posarsi è letteralmente esplosa. Ciò che abbiamo imparato, il fatto che miliardi di uccelli circumnavigano il globo volando per decine di migliaia di chilometri tra i due emisferi ogni anno, è a dir poco straordinario. La migrazione degli uccelli implica una resistenza al limite della comprensione umana: un piovanello grande quanto un passero vola ininterrottamente dal Canada al Venezuela, l'equivalente di 126 maratone consecutive, senza assumere cibo, acqua e senza alcun riposo, evita la disidratazione "consumando" l'acqua presente nei propri tessuti muscolari e, per orientarsi, impiega il campo magnetico terrestre grazie a una forma di entanglement quantistico che mise in difficoltà lo stesso Einstein. Queste e altre scoperte raccontano sia la meraviglia delle migrazioni degli uccelli sia la loro dimensione globale, dalle piane fangose del Mar Giallo in Cina fino alle remote montagne dell'India nordorientale. Con questo saggio naturalistico mozzafiato, Scott Weidensaul presenta ai lettori anche gli scienziati che cercano di proteggere le rotte migratorie globali dagli effetti del cambiamento climatico e da altre sfide ambientali.


Arricchito dalle splendide illustrazioni di Kristen Orr, il libro è un racconto vivido, a tratti da pelle d'oca, scritto da una delle massime autorità nell'ambito della mirmecologia.

«I conflitti tra formiche fanno sembrare una piccola cosa battaglie come quelle di Waterloo o Gettysburg.»

Edward Wilson, uno dei più autorevoli scienziati al mondo, ci porta in luoghi remoti come il Mozambico e la Nuova Guinea, ma anche nel giardino incolto dietro la casa di famiglia, raccontando la sua passione per le oltre quindicimila specie di formiche conosciute. Alternando osservazioni scientifiche e racconti emozionanti, Wilson si concentra in particolare su venticinque specie di formiche per spiegare in che modo questi organismi geneticamente superiori comunicano, distinguono odori e sapori e, soprattutto, lottano tra loro per dominare nell'ambiente naturale. Oltre a notare sarcasticamente che «i maschi sono più o meno spermatozoi volanti», Wilson illustra con straordinaria brillantezza i suoi contatti ravvicinati, a volte dolorosi, con le formiche di fuoco, le legionarie, le tagliafoglie e con specie ancora più esotiche.

La peonia è la pianta giusta che fa per te se desideri avere un giardino con splendidi fiori con una incredibile varietà di forme e colori


Nel volume sono descritte le peonie erbacee, arbustive e intersezionali o ibridi di Itoh


Tanti consigli e le accortezze necessarie per ottenere le fioriture più belle.


In Peonie, ricco di fotografie, viene presentata una scelta delle varietà e degli ibridi più notevoli per colore, profumo e tipo di utilizzo.

“La coltivazione elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l’esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione. Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la coltivazione elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell’umanità di controllare la vita. Nei processi naturali c’è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l’autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi. Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant’anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.” (Gian Carlo Cappello) 

Resistenza verde. Manuale di autodifesa ambientale

Francesco Ferrini, Ludovico Del Vecchio

Dopo la "La Terra salvata dagli alberi", Francesco Ferrini e Ludovico Del Vecchio propongono di passare dalle parole ai fatti, sporcandoci letteralmente le mani di terra per sanare quanto più possibile i mali provocati dall'inquinamento. La soluzione più efficace è piantare alberi; dunque gli autori ci guidano con indicazioni semplici e concrete (quali alberi scegliere, dove sistemarli, come procedere), abbinate a una riflessione sulla sostenibilità delle azioni quotidiane. Un volume pratico, ricco di informazioni utili; un libro appassionato che ci fa capire come ognuno di noi possa fare la propria parte, adottando un approccio diverso alla vita nella natura e nei futuri centri urbani. Un manuale di resistenza botanica tenace e inarrestabile per agire secondo regole sempre più ecologiche e intelligenti.

In queste pagine, chiare e puntuali, scopriamo aspetti inediti della storia dell'uomo, informazioni a tratti inquietanti che pure è quanto mai necessario conoscere. Ma capiamo anche quanto sia urgente una maggiore cooperazione globale verso una salute sostenibile se vogliamo rimettere l'umanità sul cammino virtuoso già intrapreso contro le infezioni.

«Il racconto brillante di ciò che potrebbe sembrare l’argomento più importante di questi anni, ma che Charles Kenny dimostra essere l’argomento più importante degli ultimi cinquemila anni. Con chiarezza, profondità e arguzia, Kenny ci offre il quadro generale delle pandemie e del loro sviluppo nella storia» – Steven Pinker, Harvard University, autore di Come funziona la mente

Se osserviamo lo sviluppo dell'umanità nello scorrere dei millenni, ci rendiamo conto che la vitalità degli imperi, di qualsiasi età e latitudine, è sempre stata influenzata da una costante ineludibile: le malattie infettive. Colpendo a ondate reiterate, questa «danza della peste» ha imposto il ritmo della crescita e del declino di ogni civiltà umana, nessuna esclusa. Charles Kenny analizza la grande Storia della nostra specie tramite la lente, spesso trascurata, delle infezioni. Un'esplorazione che va dai vecchi imperi dissolti a causa di nemici invisibili fino all'emergere del concetto di igiene e sanità pubblica, dalle rotte degli schiavi ai genocidi causati dal vaiolo, dalle quarantene nella storia delle migrazioni fino all'HIV e all'Ebola, dagli albori delle campagne vaccinali ai movimenti no-vax. Grazie ai progressi della medicina, nelle ultime generazioni pareva che l'umanità si fosse liberata dalla morsa dei cicli pandemici, dando vita a un mondo globalizzato e spensieratamente florido. Ma questo incredibile sviluppo è diventato precario proprio a causa degli insidiosi aspetti di una prosperità apparentemente senza limiti. Le fluttuazioni della popolazione, il commercio globale e il cambiamento climatico hanno reso l'umanità di nuovo vulnerabile alle epidemie, come ha dimostrato fin troppo chiaramente il caso del Covid-19. 


Che cosa accadrebbe se l'umanità potesse alterare la sostanza stessa del codice genetico? Questa domanda è rimasta a lungo confinata al campo della fantascienza, ma tutto questo sta per cambiare, come ci rivela qui Kevin Davies.

Riscrivere l'umanità ci porta per mano all'interno dell'affascinante mondo di una nuova tecnica di editing genetico chiamata CRISPR, una potente cassetta degli attrezzi che permette di correggere il DNA di qualsiasi organismo, la cui scoperta è valsa a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna il Nobel per la chimica 2020. Davies aiuta il lettore a conoscere quella che è forse la più radicale conquista scientifica della nostra epoca, incontrando gli scienziati in prima linea nelle ricerche e i pazienti la cui storia commovente riporta il racconto a un livello più umano. L'autore chiarisce infatti le conseguenze che questa nuova tecnica può avere, risparmiando a milioni di persone gli effetti devastanti delle malattie ereditarie o i problemi che crea la disabilità.


https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera-la-lettura/20210912/281681143000774

Il libro racconta del genere Solanum, partendo dal pomodoro (Solanum lycopersicum), per passare alla patata (Solanum tuberosum) e alla melanzana (Solanum melongena). Sono descritte le principali vicende storiche, botaniche e non, le cultivar più interessanti e alcuni aspetti curiosi. Ampio spazio è dedicato al peperone e peperoncino (Capsicum) e al meno noto Physalis con alcune sorprendenti recenti scoperte. Il libro si chiude con le piante che hanno fatto meritare alla Solanaceae l'attributo di "famiglia delle ombre notturne" e le piante a frutti edibili tutte da scoprire. 

MICROALGHE (E CIANOBATTERI)

I MICRORGANISMI FOTOSINTETICI IN AGRICOLTURA

A CURA DI VINCENZO MICHELE SELLITTO

L’obiettivo del volume è approfondire il tema riguardante la tecnologia e l’uso dei microrganismi fotosintetici, su cui il mondo dell’agricoltura ripone grande fiducia, per migliorare lo stato di salute dei suoli e aumentare la performance delle colture.

Oltre a descrivere le più importanti classi di metaboliti algali e i loro principali usi industriali, nel volume è presente un'ampia documentazione sulle possibili applicazioni delle microalghe e dei cianobatteri nel settore agricolo e nei diversi sistemi colturali, sia come biostimolanti sia come agenti di biocontrollo.

Il volume si completa descrivendo le tecnologie di produzione delle colture algali e illustrando alcuni esempi pratici sul loro utilizzo per ripristinare la fertilità di suoli degradati e in agricol­tura protetta

L’oceano profondo è l’ecosistema più grande al mondo, ma è anche quello meno esplorato. Molte fra le creature sconosciute che abitano l’oscurità degli abissi comunicano tra loro emettendo luce tramite particolari reazioni chimiche. Lo spettacolare fenomeno della bioluminescenza, che ha da sempre affascinato l’umanità, resta tuttora uno dei campi della scienza più difficili da sondare. 

Con le sue immersioni pionieristiche, Edith Widder offre testimonianze uniche di prima mano su questi creatori di luce, trasmettendo al lettore tutto l’incanto di una «fiaba reale», in cui perfino un minuscolo flash annuncia la straordinaria esperienza della vita. Da questo memoir autobiografico emerge la gioia coinvolgente della scoperta di mondi sconosciuti: dagli organismi luminescenti che popolano le acque mesopelagiche ai fondali dell’oceano, preziosissimi archivi della Terra; dalla massiccia «migrazione verticale» di creature mozzafiato alla neve marina, che svolge una funzione essenziale nel sequestrare anidride carbonica. Lo studio dei dinoflagellati o del mitico calamaro gigante, che Widder riesce a documentare per la prima volta nel suo habitat naturale, è anche l’occasione per riflettere sulle sfide della scienza e le più fantasiose tecniche adottate per rendere possibili esplorazioni elettrizzanti e, talvolta, pericolose .Ora che gli oceani sono sempre più minacciati dall’inquinamento e dal cambiamento climatico, la biologia marina e l’ecologia visuale aprono prospettive del tutto inedite. La bioluminescenza infatti svela non solo i misteri degli abissi ma anche come sia possibile la stessa vita sulla Terra. Un libro illuminante, in tutti i sensi, capace di stimolare la nostra capacità di guardare il mondo con autentica meraviglia.


Ecco alcuni titoli di libri che si trovano nella nostra biblioteca che parlano di piante e della loro coltivazione