Calendario dell'orto
Calendario dell'orto
Quali piante antizanzare mettere nel giardino, o nell'orto, per allontanare le zanzare? Le piante possono esserci di grande aiuto contro le zanzare. In questo video vediamo una rassegna di piante antizanzare, vediamo anche l'uso della catambra e dell'idrocatambara.
Ecco il promemoria del mese da consultare:
SEMINE e TRAPIANTI. Cosa seminare.
LAVORI. Una checklist dei lavori da fare nell'orto.
FASI LUNARI. Il calendario agricolo del mese.
Un prato ecosostenibile:
con il MULCHING
Oggi parliamo di cura del prato, perché ci tengo a sottolineare l'importanza del mulching.
Mulching significa una gestione del prato dove l'erba non viene raccolta e asportata, ma viene sminuzzata durate il taglio e lasciata sul posto.
I vantaggi sono davvero tanti...
Non si preleva sostanza organica a ogni taglio: l'erba resta sul posto e torna ad arricchire il suolo.
L'erba sminuzzata copre il terreno come una pacciamatura, limitando la traspirazione.
L'acqua contenuta nell'erba resta al suolo
In poche parole con il mulching si ottiene un prato sano, senza doverlo concimare e con una minor necessità di irrigazione.
Inutile dire che risparmiare acqua di questi tempi è davvero importante.
Per fare mulching è necessario un taglio frequente e un tosaerba predisposto. Qui diventa importante la scelta di una macchina di qualità, capace di sminuzzare bene l'erba.
Io vi consiglio di dare un'occhiata al catalogo STIHL, azienda che sostiene da sempre Orto Da Coltivare e che promuove il taglio mulching da anni.
Trovate tosaerba mulching tra i tagliaerba STIHL e anche i robot iMOW che fanno tutto in autonomia.
Con l’arrivo di maggio nell’orto si intensificano i lavori di semine e trapianti già ampiamente avviati in aprile. In particolare è un buon periodo per la semina di fagioli, sia dei mangiatutto che di ogni specie da sgranare. Di questi ultimi le qualità che consiglierei sono i borlotti, particolarmente buoni se raccolti ancora teneri, i fagioli dall’occhio, cosiddetti per la macchia scura che hanno nel punto di attacco al baccello, sono piccoli ma molto buoni, inoltre non trascurerei i classici fagioli bianchi adatti ad essere consumati sia freschi che secchi. Si possono seminare anche carote, spinaci e porri, oltre alle insalate lattughe che è opportuno seminare in ogni mese per poterle raccogliere in tutto il periodo della primavera ed estate.
Semine di maggio
fagioli
carote
spinaci
porri
insalate
meloni
rapanelli
peperoncini
pomodori
mais
A maggio nell’orto si fanno tantissimi trapianti. Trapiantare gli ortaggi è un’operazione delicata e cruciale per la buona riuscita dell’orto. Passare da uno spazio angusto, ma protetto, al campo aperto, per le piantine cresciute in semenzaio è un trauma non da poco. Commettere errori in questa fase può decretare la morte delle piantine, il blocco o un rallentamento della loro crescita. Il trapianto ha conseguenze, nel bene e nel male, sul futuro dell’ortaggio che coltiviamo, perciò bisogna prestare la massima attenzione a questa operazione.
https://www.youtube.com/watch?v=focIhfgg1qI
Tra le varie coltivazioni da piantare tra fine inverno e primavera spiccano le patate. In genere la semina avviene a marzo, in zone a clima mite si può anticipare anche a febbraio.
La patata è un ortaggio particolare: si coltiva a partire dal tubero e anche il raccolto si forma sotto terra. Per questo motivo la cura del suolo è un aspetto importante per ottenere buoni risultati.
Vediamo quindi cosa fare per preparare l’aiuola dove seminare patate nel migliore dei modi. Un lavoro che conviene fare nell’orto a febbraio, un poco prima della semina, in particolare se non si è già fatta una lavorazione e una concimazione di fondo in periodo autunnale.
Ci sono 5 passaggi per preparare la piantagione di patate:
Scegliere dove piantare
Lavorare il terreno
Concimare il suolo
Scegliere le patate da semina
Attendere il periodo giusto
Un minimo di pianificazione deve precedere il lavoro vero e proprio. Quindi dobbiamo scegliere quale aiuola destinare alle nostre patate.
Ecco tre consigli:
Dimensioni. Se possibile non scegliere un’aiuola troppo piccola: per ottenere un buon raccolto serve più spazio rispetto ad altre colture.
Terreno adatto. Meglio scegliere un aiuola poco soggetta a ristagni d’acqua, che farebbero marcire i tuberi.
Rotazione colturale. Non si devono coltivare patate dove sono già state coltivate l’anno precedente, per evitare di incorrere in malattie come la peronospora della patata. Sarebbe meglio evitare anche aiuole recentemente coltivate a solanacee (pomodori, melanzane, peperoni) e possibilmente anche ad altri ortaggi a tubero o radice (carote, topinambur,…).
La prima cosa da fare per preparare il suolo è ripulire dal grosso delle erbe infestanti. Questo lavoro dipende dallo stato iniziale dell’appezzamento. Vangando elimineremo poi anche il grosso delle radici e dei sassi di dimensione medio grande. Tutto questo senza essere maniacali: le patate sono robuste e possono competere con qualche pianta spontanea o aggirare qualche sasso.
Passiamo poi alla vangatura. Le patate sono tuberi: in un terreno soffice e permeabile riescono agevolmente moltiplicarsi e produrre un raccolto di pezzatura soddisfacente. Inoltre è fondamentale garantire un buon drenaggio al suolo, altro aspetto favorito da una lavorazione profonda.
Per queste ragioni è importante un’ottima preparazione, dissodando in profondità con una forca vanga o una grelinette. La vangatura è meglio farla senza rivoltare la zolla, mantenendo la stratigrafia originaria del suolo.
Dopo aver vangato procediamo zappettando lo strato superficiale, in modo da affinare il letto di semina, dove in seguito verranno creati i solchi in cui piantare i tuberi.
Per ottenere un terreno soffice e ben strutturato è importante non solo una lavorazione meccanica, ma anche la presenza di sostanza organica. Per questone apportare sostanze ammendanti. Concimi e ammendanti si incorporano con la zappa, quindi possiamo distribuirli dopo aver vangato ma prima di zappettare.
Per avere tuberi di buona dimensione è utile preparare il suolo perché sia ben ammendato e concimato.
Il consiglio è di fare una buona concimazione di fondo, da predisporre almeno 10 giorni prima della semina, in cui apportare sostanza organica.
Per questo possiamo impiegare:
L’humus è particolarmente interessante, per le sue proprietà nel rigenerare il suolo e attivare microrganismi utili. Potete trovarlo qui. Per le patate va benissimo quello a vagliatura media, non occorre liquido e neppure fine.
Anche una spolverata di cenere di legna è molto positiva (senza eccesso), visto che apporta potassio, elemento nutritivo molto utile per questa coltura.
Quando poi andremo a piantare le patate possiamo rafforzare la concimazione con qualche manciata di stallatico pellettato, altre concimazioni si potranno poi fare in corso di coltivazione, vi consiglio di leggere l’approfondimento su come concimare le patate.
Una buona coltivazione di patate richiede anche di partire con la patata da seme giusta.
Ci sono varietà di patate più produttive, altre più resistenti alle malattie, altre ancora più adatte a una zona o a un tipo di terreno. Per approfondire il tema delle patate da semina si può leggere l’articolo sulle varietà di patate.
Il materiale di partenza deve essere sano e non portare con sé patologie, in particolare virosi.
Ecco una guida per imparare come fare l’orto con metodo biologico. Uno per uno i principali ortaggi, con una scheda di coltivazione per ogni coltura.
Questi consigli sono sempre nel solco della coltivazione bio, che utilizza esclusivamente prodotti naturali ed evita pesticidi chimici o altri trattamenti tossici.
La salvia (Salvia Officinalis) è una pianta che forma un bel cespuglio, viene coltivata per via del suo aroma e delle sue proprietà benefiche, che la rendono una delle erbe aromatiche più utilizzate in cucina e anche una pianta officinale decisamente interessante per il nostro benessere.
Come molte altre specie perenni per poterla mantenere ordinata e in salute è bene prestare alcune attenzioni di coltivazione, tra queste la potatura.
Potare significa tagliare alcune parti di pianta e nella salvia è un lavoro davvero molto semplice e veloce, alla portata di tutti. Scopriamo come e quando vale la pena tagliare i rami.
La salvia si pota per quattro motivi:
Per mantenere la pianta delle dimensioni desiderate. Il cespuglio di salvia può ingrandirsi un po’ troppo rispetto a quello che nel nostro giardino vorremmo e tagliare i rami per contenerla può avere senso.
Per mantenere la pianta sana. Eliminare rami secchi e parti malate ci consente di evitare problematiche di patologia e avere una salvia ringiovanita e più sana.
Raccogliere l’erba aromatica. A volte si tagliano rametti di salvia, per raccogliere velocemente più foglie oppure per fare una talea.
Stimolare una maggior produzione di foglie, se vogliamo raccogliere di più è utile svecchiare il cespuglio di salvia potando.
Nella potatura è molto importante scegliere il periodo giusto, per non sottoporre la pianta a tagli nei momenti in cui soffrirebbe maggiormente le ferite.
A questo proposito bisogna evitare di potare la salvia durante periodi troppo freddi: le gelate possono provocare problemi alle ferite da potatura. Evitiamo anche giornate piovose, che creano condizioni favorevoli ai patogeni.
Ha poco senso anche potare d’estate in piena attività della pianta, non è il caso di potare la salvia mentre fiorisce.
Io consiglio di potare due volte all’anno:
A inizio primavera
Dopo la fioritura (a fine estate)
La tradizione consiglia di potare in luna calante, personalmente non credo abbia senso stare a guardare la fase lunare prima di potare la salvia. Chi volesse farlo può trovare qui la luna di oggi.
Il momento ideale per una potatura è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Prima che la pianta cominci a sviluppare un’attività vegetativa più rigogliosa e a fiorire.
In questa fase consiglio una potatura molto semplice, che si limita a eliminare rami secchi o malati. Possiamo parlare di potatura di pulizia.
Il fatto che la pianta cominci a emettere foglioline ci aiuta a distinguere quali rami siano effettivamente secchi e quindi da togliere senza indugio e quali invece possiamo lasciare.
La salvia fiorisce durante l’estate, alla fine di questa stagione possiamo intervenire con una potatura più decisa, con lo scopo non solo di pulire la pianta, ma anche di contenere le sue dimensioni e di ringiovanire i rami, eliminando eventuali fusti vecchi. In questa fase spesso si decide di accorciare i rami troppo lunghi e troppo alti.
Svecchiare la pianta è molto utile a mantenerla produttiva e sana. Una buona potatura stimolerà nuovi getti. Anche il fatto di non avere cespugli troppo fitti aiuta a prevenire malattie come l’oidio, favorendo circolo d’aria tra i rami.
La potatura post fioritura è anche un buon momento per ridimensionare la pianta di salvia ed evitare che si allarghi o che si alzi troppo.
Nell’orto sul balcone spesso la salvia in vaso non necessita di molta potatura, visto che le dimensioni ridotte del contenitore possono condizionare la pianta a non formare una parte vegetativa troppo sviluppata, ma la dimensione tende a mantenersi coerente con l’apparato radicale limitato dal vaso.
A parte questo valgono le stesse regole della salvia in campo: si pota per ringiovanire il cespuglio e per tenerlo pulito dal secco.
Quando le piantine sono giovani non consiglio di potarle molto, in particolare in prossimità del trapianto. Meglio aspettare che radichino bene e che si sviluppino. Potando asportiamo foglie che sono fonte di energia per la pianta, tramite fotosintesi. L’unica operazione da fare in ogni caso è l’eliminazione del secco e di rami e foglie malate.
Raccogliendo è meglio non tagliare rami lignificati, limitandosi a foglie e al più giovani rametti verdi.
Quando si pota si asportano rami e foglie. Ovviamente le foglie possono essere utilizzate come aromatica.
Quando una potatura ci fornisce un surplus di foglie possiamo decidere di congelarle oppure essiccarle, perché si conservino. Oppure possiamo decidere di cucinare foglie di salvia fritte, davvero buonissime.
Dai rami potati si possono anche ottenere nuove piantine tramite talea.
Per coltivare la zucca correttamente bisogna scegliere il momento giusto per la semina, in modo che la pianta trovi le temperature giuste per crescere, fiorire e poi far maturare il tanto atteso frutto. Essendo una coltura piuttosto esigente è importante assegnargli un terreno ben concimato e lasciare il giusto spazio a ogni pianta.
La zucca è un ortaggio che si semina in primavera per raccogliere in autunno: il periodo che impiega a crescere, fruttificare e far maturare il frutto è lungo. Scegliere il momento giusto è condizione necessaria per un soddisfacente raccolto, secondo molti contadini anche la fase lunare può avere effetto.
Il seme di zucca germina con una temperatura di circa 25 gradi e la piantina soffre quando il termometro scende sotto ai 10 gradi, il freddo può farla morire o restare nana in maniera irreversibile. Per questo la zucca deve essere seminata in primavera, una volta che le temperature siano stabili. Se si vuole mettere il seme direttamente nell’orto è bene farlo a partire da aprile, per non incorrere in gelate tardive o freddo notturno che possa mettere in difficoltà la pianta. Si può decidere di anticipare la semina facendola in vasetti da tenere in un semenzaio riscaldato, in questo caso si può iniziare a coltivare la zucca mettendo i semi a marzo, il trapianto avverò poi tra aprile e maggio.
Dopo la semina si vede emergere il germoglio entro 10/15 giorni. Il ciclo colturale della zucca è lungo rispetto a quello di molti altri ortaggi: una zucca impiega quattro o cinque mesi dalla semina alla raccolta. Per questo anche se la semina è primaverile si sta coltivando un ortaggio tipicamente autunnale, che verrà pronto tra settembre e ottobre.
Come per la maggior parte delle verdure da frutto la zucca andrebbe seminata in luna crescente, se vogliamo prendere in considerazione l’influsso lunare. Questa non è una prescrizione vincolante, la zucca cresce anche se viene seminata in luna calante, si tratta di decidere se seguire una tradizione contadina millenaria oppure no.
Bisogna specificare che non esistono prove scientifiche dell’effettivo impulso della luna, anche se è prassi molto diffusa in agricoltura quella di guardare il calendario lunare per decidere quando effettuare le semine, ancora oggi la maggior parte dei contadini tiene in considerazione la fase lunare.
https://www.boscodiogigia.it/2021/12/11/rigenerare-il-suolo-imitando-il-bosco/
L’aglio è una coltivazione che non dovrebbe mancare in ogni buon orto per molti motivi. Oltre a essere ottimo in cucina e ricco di benefiche proprietà per l’organismo è anche un’ottima consociazione per le altre piante orticole. Infatti molti insetti e batteri che possono attaccare le nostre colture trovano sgradita la presenza dell’aglio nell’orto e vengono tenute lontane da questa coltura.
https://www.ortodacoltivare.it/coltivare/semina/aglio-spicchi.html#Come_piantare_gli_spicchi
Calendario 2021 - semine, fasi lunari, lavori in campo
www.ortodacoltivare.it/wp-content/uploads/2017/03/odc-2021-calendario.pdf
Il calendario lunare è uno strumento che permette ai contadini di capire qual è il momento ideale per effettuare i lavori di cui necessita l’orto. Si tratta di un semplice calendario, arricchito però con le fasi lunari e i suggerimenti dei lavori da effettuare nel campo, a seconda dei mesi. In questo modo, i contadini che lo desiderano, potranno consultarlo per decidere il momento giusto per la semina e il trapianto dei loro ortaggi, quando effettuare le potature, e come organizzare tutte quelle operazioni tecniche che permettono alle piante di produrre frutti sani e gustosi e di farlo in modo abbondante. Con questo utile strumento, potrete quindi muovervi nel vostro orto per tutti i 365 giorni dell’anno.
Coltivare con impegno, ma senza fare alcuna fatica e in stretto rapporto con la natura. Non possiamo pensare niente di più bello e importante. Questo è l’insegnamento lasciato da Ruth Stout, coltivatrice poco conosciuta in Italia, ma che in America ha saputo lasciare un segno importante, con i suoi libri e prima di tutto con la sua esperienza pratica di orto naturale, gestito “senza spaccarsi la schiena”.
A 60 anni di distanza dalla sua pubblicazione arriva in Italia il libro “L’Orto Senza Fatica”, un testo fondamentale per capire il metodo Stout.
https://www.ortodacoltivare.it/calendario/settembre-2021.html
Lo zafferaneto inizia quando si piantano i bulbi nel terreno, lavoro da fare in estate, in genere durante il mese di agosto, oppure a inizio settembre.
In realtà un buon coltivatore dovrebbe cominciare i lavori ben prima, in particolare per la preparazione del terreno, il momento dell’impianto resta però l’inizio vero e proprio di una coltivazione di crocus sativus.
Le zucchine sono uno dei grandi protagonisti dell’orto in estate. A partire da giugno queste piante cucurbitacee entrano in produzione e se le trattiamo bene possono darci una produzione abbondante per tutto il periodo estivo.
Si tratta di piante esigenti: richiedono spazio, concime, acqua, impollinazione. Se non prestiamo attenzione è facile che sia ammalino, in particolare sono soggette al mal bianco (oidio) e alle virosi.
Scopriamo quali sono i lavori da fare per prenderci cura delle piante di zucchina durante la loro fase produttiva, in particolare nei mesi di luglio e agosto. Tra i vari segreti dell’orto biologico ci sono alcuni trattamenti naturali che possiamo fare per prevenire problemi e mantenere le piante in salute.
La raccolta delle zucchine
La prima cosa da fare per avere piante di zucchine produttive è raccogliere i frutti regolarmente.
La zucchina si raccoglie acerba, prima che i semi al suo interno siano sviluppati.
La pianta ha come obiettivo la continuazione della specie continua a investire energie per portare un frutto a maturazione il suo scopo è arrivare a formare un frutto con semi maturi. Nel momento in cui ci dimentichiamo di raccogliere per qualche giorni e riesce a far maturare completamente alcune zucchine, la pianta perde lo stimolo a produrre.
Raccolta dei fiori e impollinazione
Oltre alle zucchine possiamo fare anche un raccolto di fiori, attenzione però a riconoscere i fiori maschili da quelli femminili, per prendere solo i maschili, lasciandone qualcuno per impollinare. Solo così possiamo raccogliere sia fiori che frutti.
Tutto questo è spiegato nel post su come cogliere i fiori, o ancora più semplicemente nel breve video che segue:
Le zucchine sono piante che richiedono un buon apporto d’acqua, nei mesi caldi è importante irrigare con costanza (ma senza mai esagerare e provocare ristagni d’acqua).
L’ideale sarebbe avere un impianto a goccia che possa mantenere il suolo umido gradualmente. In caso contrario ricordiamoci di direzionare l’acqua al terreno (senza bagnare le grandi foglie) e di annaffiare nelle ore serali o al mattino presto.
La pianta di zucchine sviluppata copre bene il terreno, grazie alle ampie dimensioni delle sue foglie. Tuttavia vista la lunghezza del ciclo colturale è bene sarchiare periodicamente, in particolare a giugno e luglio per tenere il suolo pulito dalle infestanti.
Un’ottima alternativa è la pacciamatura, tecnica utilissima anche a mantenere più a lungo il suolo umido.
La pianta di zucchine è esigente in fatto di sostanze nutritive, oltre a una buona concimazione di fondo è positivo intervenire con apporti in corso di coltivazione, che devono essere a base di fertilizzanti assimilabili in tempo breve.
Possiamo usare il classico stallatico pellettato, farne un concime liquido fai da te, e integrare possibilmente con macerato di ortica, consolida o tarassaco per apportare elementi minerali utili
Le piante di zucchine vanno periodicamente controllate per individuare anomalie dovute a patogeni, in modo da intervenire tempestivamente per contrastare eventuali avversità.
Conviene conoscere le principali problematiche (abbiamo dedicato un post alle malattie della zucchina).
Tra le varie malattie è importante citare il “mal bianco” ovvero l’oidio: lo riconosciamo facilmente per la patina polverosa biancastra che si forma sulle foglie. I trattamenti biologici che possiamo attuare sono vari, il più semplice è con bicarbonato di sodio ( o meglio ancora il bicarbonato di potassio ).
Trattamenti naturali preventivi
Per mantenere la pianta in salute consiglio di impiegare alcuni rimedi naturali a scopo preventivo, che possono diminuire i problemi estivi delle zucchine:
Decotto di aglio. Per tenere a bada gli afidi e in generale vari altri insetti parassiti.
Macerato o decotto di equiseto. Corroborante molto utile a fortificare le difese delle piante dalle malattie fungine.
Zeolite micronizzata. Polvere di roccia da distribuire sulle foglie, porta diversi vantaggi, tra cui un importante contributo alla prevenzione delle malattie. La stessa funzione è svolta dalla polvere di caolino.
Oltre agli accorgimenti già citati in estate possiamo fare attenzione anche agli insetti (in particolare agli afidi, che sono anche vettori di virosi).
Le zucchine a differenza di altre cucurbitacee non vanno potate o cimate. Se le coltiviamo in verticale (alcune varietà si prestano bene), ricordiamoci di verificare periodicamente che si arrampichino correttamente sui tutori.
Se vogliamo avere piante di basilico rigogliose e sane è molto importante innaffiarle nel modo giusto, con costanza ma senza mai esagerare.
L’acqua è fondamentale per le piante, il basilico in particolare è una specie particolarmente sensibile alla siccità, ma anche al ristagno idrico. Essendo una specie che si coltiva nei mesi estivi le piantine di basilico devono essere bagnate quasi ogni giorno.
Vediamo quindi come innaffiare il basilico nel modo giusto, in modo da farlo crescere bene, provando anche a capire come decidere la quantità d’acqua necessaria a questa pianta coltivata in vaso oppure in campo e quanto spesso dobbiamo bagnare.
Prima di parlare di quanta acqua serve al nostro basilico è bene dare due semplici regolette per irrigare nel modo giusto.
La prima è non bagnare le foglie. Se innaffiamo sulle foglie possiamo favorire la formazione di malattie fungine, che proliferano in condizioni di umidità eccessiva. L’acqua deve essere disponibile all’apparato radicale delle piante, per cui bisogna direzionare il getto verso il suolo, evitando di bagnare la parte aerea. Il metodo di irrigazione può essere con innaffiatoio, canna dell’acqua o con impianto di irrigazione gocciolante, l’importante è che sia studiato in modo da evitare di irrorare le foglie.
La seconda regola è di non irrigare nelle ore calde, in particolare durante l’estate. Quando il sole è alto l’acqua finisce per evaporare prima di essere assorbita dal terreno, vanificando l’irrigazione. Possiamo scegliere di bagnare il basilico alla sera oppure alla mattina presto. Bagnando la sera sarà minore lo spreco d’acqua per traspirazione, ma avremo maggior persistenza dell’umidità, questo potrebbe favorire malattie come fusarium e peronospora.
L’irrigazione a goccia rappresenta il miglior sistema per bagnare il basilico, perché fornisce acqua molto gradualmente, permettendo di assorbirla nel migliore dei modi.
Se vogliamo in estate raccogliere angurie dolci e sugose è importante saper dare a questa pianta cucurbitacea i giusti nutrienti. La concimazione incide molto sulla produzione di tutte le piante coltivate, in termini di resa ma anche di qualità, quindi di sapore.
L’anguria, come fragola e melone, è uno dei frutti che si ricavano dall’orto e non dal frutteto. D’estate è particolarmente economico da acquistare, ma il vero valore aggiunto di avere angurie di propria coltivazione sta nell’avere frutti più sani e più buoni, per l’assenza di residui chimici e per il gusto particolarmente dolce che possiamo ottenere.
Come fare quindi a raccogliere angurie numerose, buone di sapore, ma allo stesso tempo provenienti da coltivazione biologica? Tra le cure colturali più importanti c’è proprio la concimazione: vediamo quindi come gestirla in modo efficace e semplice: quali fertilizzanti usare e quale momento specifico.
L’anguria, come tutte le altre specie vegetali, richiede soprattutto i macroelementi (azoto, fosforo e potassio) in quantità maggiore rispetto agli altri, ovvero i “mesoelementi”: magnesio, calcio e zolfo e tutti i microelementi, anche questi sono indispensabili ma in dosi molto ridotte.
Si tratta di una pianta piuttosto esigente in termini di nutrienti, ci ricambierà con generosità producendo frutti di grande dimensione.
Per il sapore zuccherino dei frutti, è fondamentale in particolare una buona disponibilità di potassio, richiesto in dose doppia rispetto all’azoto e presente nel compost e nel letame, ma in quantità inferiore. Risulta quindi utile un’integrazione.
Per la coltivazione di tutti gli ortaggi è fondamentale iniziare con una buona cura del terreno: il suolo non è soltanto un substrato in cui mettere a radicare le piantine, si tratta di un organismo ricco di vita, se è in salute e fertile può garantire il sostentamento delle colture.
Questo presuppone la distribuzione e il reintegro della preziosa sostanza organica, quella materia che serve a migliorare le proprietà fisiche e chimiche del suolo, ma anche quelle biologiche, stimolando la presenza e la moltiplicazione di innumerevoli organismi diversi che rendono disponibili gli elementi nutritivi per le radici delle piante.
La sostanza organica al terreno coltivato si apporta mediante compost e letame maturi, e anche mediante i sovesci. Un contributo ulteriore proviene anche dalla decomposizione in loco dei residui colturali, delle erbe infestanti estirpate e della paglia da pacciamatura.
Il compost, se disponibile, deve essere distribuito in una quantità generosa, circa 2-3 kg/mq, e considerando che contiene più azoto rispetto al letame (circa 1% contro lo 0,5% del letame bovino), con questa dose di compost si possono sopperire alle esigenze di azoto di più colture, anche quelle autunnali che seguiranno l’anguria nella rotazione.
Con il letame la quantità può essere aumentata anche a 4 kg/mq ma bisogna anche considerare la natura del terreno: se è sciolto se ne usa un po’ di più, se argilloso la dose può essere ridotta.
Compost e letame contengono anche fosforo, potassio, magnesio e tanti altri micronutrienti.
Ma affinché l’effetto ammendante del compost e del letame sia efficace, bisogna rispettare alcuni accorgimenti:
Distribuzione omogenea su tutta la superficie: non bisogna concentrare gli ammendanti nelle buchette del trapianto, poiché le radici si espanderanno ben oltre quel piccolo volume iniziale. Ma soprattutto è bene ricordare che con la distribuzione di questo materiale si offre nutrimento a tutti i microrganismi terricoli e quindi è importante che la sua presenza sia uniforme nel suolo.
Incorporazione nei primi strati di suolo, mediante zappatura e rastrellatura, in modo che i nutrienti restino nei primi 20 cm di suolo, 30 al massimo, dove si trova la maggior parte delle radici e dei microrganismi capace di mineralizzarli per il loro assorbimento. L’usanza di interrare gli ammendanti in fondo con la vanga non è utile per questa ragione.
Distribuzione tempestiva: lo spargimento dell’ammendante può essere realizzato nell’autunno precedente, oppure all’inizio della primavera al momento della lavorazione del terreno. Letamare troppo a ridosso del trapianto dell’anguria, ovvero tra la seconda metà di aprile e l’inizio di maggio, è un tardi, e se il terreno non disponesse di una fertilità residua sufficiente lasciata dalle colture precedenti, l’anguria potrebbe non averne abbastanza all’inizio del proprio ciclo.
Se non si dispone di compost o letame, si possono utilizzare concimi che si trovano in commercio, molti dei quali sono di derivazione naturale (organica, minerale o mista) e di solito riportano la dicitura “ammesso in agricoltura biologica” sulla confezione.
Si trovano prodotti a base di stallatico, sfuso o in pellets, a base di sottoprodotti della macellazione come le farine di sangue e di ossa e farine di alghe, di roccia, e altro.
Per essere certi di apportare un buon quantitativo di potassio, è bene leggere attentamente la composizione sulla confezione del concime e sceglierne uno che ne contenga.
Tipici concimi ricchi di potassio sono le borlande e la cenere di legna, che possono quindi essere utili ai fini di integrare questo importante elemento, che influisce sul sapore delle nostre angurie.
Durante la coltivazione dell’anguria possiamo rafforzare la concimazione usando macerati fai da te, completamente naturali.
Tipici macerati fertilizzanti si ottengono da ortica o da consolida, piante ricche di elementi nutritivi utili. In particolare, per l’anguria è molto utile quello di consolida proprio perché è particolarmente dotato di potassio.
Sono ulteriori apporti di fertilizzanti, non sostituiscono la concimazione di fondo ma aiutano la pianta in fase di crescita e fruttificazione. I macerati sono da distribuire mentre di annaffia, come fertirrigazione, possono essere somministrati più volte durante il ciclo di sviluppo.
I biostimolanti sono particolari sostanze che aiutano le piante ad assimilare meglio il nutrimento a loro disposizione, stimolando, tra le altre cose, la crescita radicale.
Tra i biostimolanti più noti vi sono i prodotti basati sulle micorrize, funghi benefici che instaurano una simbiosi radicale da cui ricevono zuccheri in cambio di uno stimolo alla crescita e maggiore protezione dai patogeni. Sono prodotti validi anche per le angurie. Se ne trovano in formati granulari, che in questo caso possono essere messi nelle buchette del trapianto, o soluzioni in cui immergere le radici prima della messa a dimora delle piantine, ma anche prodotti da distribuire in fasi successive.
I nutrienti contenuti nel compost e nei fertilizzanti si rendono disponibili grazie all’acqua che li solubilizza e li veicola nelle radici. Va da sé che con la siccità la pianta soffre sia la carenza idrica sia quella di nutrienti, quindi è importante una regolare irrigazione.
Nella coltivazione dell’anguria bagnare il giusto è molto importante, in fase di fruttificazione in particolare non si deve esagerare con l’acqua, per mantenere una qualità del frutto, ma al tempo stesso non si deve far seccare il terreno.
LETTURA CONSIGLIATA: COLTIVARE ANGURIE
A giugno nell’orto si iniziano finalmente a vedere gli ortaggi estivi: arrivano a maturazione zucchine, pomodori, peperoni e melanzane ed è una grande emozione. Le temperature si alzano, per cui non serve più seminare al riparo in semenzaio, si possono mettere i semi in campo direttamente o in vasetti tenuti all’aperto.
In questo 2021 caratterizzato da un aprile freddo, che in alcune zone ha fatto danni da gelata rilevanti, gli orti sono messi in modo molto diverso a seconda delle zone.
Ma giugno non è solo mese di raccolti, bisogna anche fare attenzione a mantenere e preparare l’orto per i mesi che verranno, per questo si fanno ancora semine e trapianti, chi vuole seguire le fasi lunari come da tradizione troverà qui di seguito le indicazioni e il calendario di giugno 2021.
Con l’arrivo del caldo attenzione all’irrigazione: chi non ha acqua corrente deve curare che le riserve di acqua piovana siano piene, perché a breve inizia l’estate vera con precipitazioni più scarse.
Cosa seminare a giugno. Giugno è un mese di semina piuttosto ricco, si possono piantare fagioli, cavoli, porri, finocchi, varie insalate e tante altre verdure ancora. Nel dettaglio potete leggere l’articolo dedicato alle semine di giugno.
I lavori nell’orto di giugno. Giugno è il mese in cui comincia il vero caldo dell’estate, per questo è importante fare la pacciamatura e irrigare al bisogno. Molte piante orticole importanti raggiungono buone dimensioni: è il momento di pensare a tutori e sostegni, predisporre reti anti grandine e rincalzare le patate. Nel dettaglio ecco la lista dei lavori di giugno.
Il mese di giugno nel 2021 comincia con alcuni giorni di luna calante, che è indicata dalla tradizione per le semine di ortaggi da bulbo e radice, ma anche per tutti quegli ortaggi da foglia che non si vuole vadano in semente prima del tempo. La fase calante culmina il 10 giugno nel giorno di luna nuova e dopo il novilunio inizia la fase crescente, secondo la tradizione contadina possiamo approfittarne per piantare ortaggi da frutto, quali zucchine e pomodori. Il 24 giugno ci sarà la luna piena e il mese si chiude come era iniziato, ossia con luna in fase calante, fase lunare che proseguirà a inizio luglio.
Calendario delle fasi lunari di giugno 2021:
1-9 giugno: fase di luna calante
10 giugno: luna piena (novilunio)
11-23 giugno: luna crescente
24 giugno: luna piena (plenilunio)
25-30 giugno: luna calante
Parlare di trattamenti nell’orto e sulle piante da frutto può spaventare, non senza motivo. Insetticidi e fungicidi sono a tutti gli effetti dei veleni, che vengono impiegati per colpire parassiti nocivi ma hanno spesso ricadute sull’ambiente, contaminando il terreno o eliminando anche forme di vita preziose come insetti utili o microrganismi positivi.
Anche metodi consentiti in agricoltura biologica non sono esenti da problematiche, per fare esempi semplici: l’insetticida bio più diffuso è il piretro, che uccide anche le api, l’anticrittogamico bio per eccellenza è il rame, un metallo pesante che si accumula nel terreno. Senza demonizzare questi trattamenti, è necessario avereè necessario avere consapevolezza delle conseguenze.
Come possiamo fare quindi per avere un buon raccolto e al tempo stesso evitare di impiegare sostanze nocive? Proviamo a riflettere su questa domanda. Vi suggerisco intanto alcuni trattamenti totalmente naturali, da usare come preventivi e corroboranti delle difese delle piante. Attenzione: non sono la soluzione di tutti i problemi, ma fanno parte di una serie di buone pratiche che aiutano molto una coltivazione sempre più ecosostenibile.
Per mantenere l’orto sano è necessario a volte intervenire: non viviamo in un giardino dell’eden e l’impatto delle attività umane hanno portato squilibri dove alcune patologie e alcuni insetti nocivi sono riusciti ad adattarsi e proliferare.
Non bisogna demonizzare i trattamenti biologici, ma al tempo stesso non possiamo pensare che essendo bio non abbiano conseguenze, è importante avere cognizione di causa, puntando a ridurre l’impiego di veleni il più possibile e operando in modo responsabile quando li utilizziamo. Ad esempio trattare nelle ore serali ed evitare le piante fiorite sono accorgimenti importanti per non disturbare gli impollinatori.
Per poter fare meno trattamenti contro malattie e insetti bisogna cercare di ricreare un ambiente sano nel nostro orto, tramite buone pratiche di coltivazione: una ricchezza di biodiversità, un suolo vivo e fertile, piante resistenti e in ottima salute, sono ingredienti che permetteranno sicuramente di avere minori problemi e quindi di ridurre gli interventi impattanti. Tra le varie buone pratiche ci sono anche dei preparati che possono aiutarci.
Oltre agli interventi per rimediare a un problema in corso, coltivando si fanno spesso trattamenti a titolo preventivo. Possiamo a questo scopo di prevenzione anche impiegare una serie di sostanze e di preparazioni totalmente naturali, alcune sono anche semplici da autoprodurle a costo zero tramite infusi o macerati vegetali.
Dobbiamo essere consapevoli che non si tratta di rimedi miracolosi, che ci danno la sicurezza di non incorrere in alcun problema. Semplicemente il loro utilizzo fa parte di quella serie di buone pratiche agricole che aiutano a mantenere sano ed equilibrato il nostro spazio coltivato.
I trattamenti che non hanno impatto negativo sull’ambiente sono quelli che non operano con funzione di veleno (uccidere insetti oppure uccidere microrganismi), ma che agiscono in modo differente.
Azione repellente. Sostanze che hanno un’essenza sgradita ad alcuni insetti e ci possono aiutare a tenerli lontani semplicemente con la loro puzza. Ad esempio questo effetto possiamo ottenerlo con preparati a base di aglio, cipolla, pomodoro, rabarbaro, quassio, peperoncino.
Azione corroborante. Sostanze che potenziano le “difese immunitarie” della pianta, rendendola meno soggetta a patogeni, ad esempio propoli, lecitina, equiseto.
Azione basata sulle condizioni ambientali e fisiche. Ad esempio la polvere di roccia crea una patina sulla pianta che scoraggia gli insetti e al tempo stesso assorbe umidità, creando condizioni poco favorevoli alle patologie, oppure l’inserimento di funghi come il tricoderma, che colonizzano l’ambiente e fanno da antagonisti di altri microrganismi patogeni. Anche le barriere polverose (cenere, fondo di caffè) usate per tenere lontane le limacce hanno un’azione di barriera fisica.
Ecco un piccolo elenco non esaustivo di trattamenti ecologici che possiamo usare a scopo preventivo o come come corroboranti per rafforzare le piante.
La gran parte dei preparati preventivi deve essere spruzzata sulla parte aerea della pianta, in modo uniforme. Per questo motivo è bene impiegare una pompa a spalla oppure un atomizzatore. Attenzione particolare al fatto che il serbatoio della pompa con cui irroriamo sia ben pulito, non è il caso di mischiare ai nostri macerati naturali residui di pesticidi o altre sostanze chimiche che possono risultare da un uso precedente dell’attrezzo.
Bisogna dare i trattamenti nel momento giusto: inutile ad esempio usare un macerato di pomodoro contro la cavolaia in periodi in cui l’insetto non si manifesta, allo stesso modo è poco utile un impiego tardivo, su piante già infestate di larve.
Ricordiamoci che gran parte dei trattamenti vengono facilmente dilavati da piogge e agenti climatici, è utile quindi guardare il meteo prima di nebulizzarli e in molti casi è opportuno ripetere più volte il trattamento.
Maggio è il mese in cui di solito arriva il primo vero caldo, se a marzo e ad aprile ci possono esser gelate tardive a rovinare piantine appena seminate o trapiantate, in maggio difficilmente si verificano e possiamo stare più tranquilli… Per quanto il clima sia sempre più imprevedibile.
Quindi un po’ in tutta Italia a maggio l’orto comincia a viaggiare a pieno regime e si ultimano i trapianti di quelli che saranno i protagonisti dell’orto estivo.
Nel 2021, ancora purtroppo funestato dal corona virus, la situazione degli orti a maggio è molto variegata in Italia, abbiamo avuto una primavera secca, un marzo piuttosto caldo e poi un ritorno di freddo in aprile, con gelate che hanno fatto anche danni notevoli. C’è quindi chi dovrà rifare magari alcuni trapianti, per rimpiazzare piantine danneggiate dal gelo. In ogni caso è tempo di fare diversi lavori in campo e quindi giungerà utile questo promemoria e calendario con fasi lunari del mese.
Le semine di maggio: il mese di maggio è un mese in cui il caldo favorisce la germinazione di molte piante, tuttavia quelle che hanno un ciclo più lungo come peperoncini e melanzane risultano più produttive se seminate in precedenza, in modo da godere di più tempo prima del freddo invernale, in questi casi piuttosto che partire dal seme in ritardo conviene comprare le piantine da trapiantare. Ecco comunque tutte le semine del mese di maggio.
I lavori di maggio. In questo mese il caldo e le piogge di aprile possono favorire una forte crescita delle erbe infestanti, un gran lavoro di maggio è quindi la sarchiatura. E’ anche il mese in cui diradare le piantine troppo vicine, eseguire la pacciamatura dove si vuol farla e predisporre i sostegni per gli ortaggi che iniziano a crescere. Ecco l’elenco dei lavori da fare nell’orto a maggio.
Due consigli utili:
A maggio ci sono veramente molte erbe spontanee che nascono nell’orto, per fronteggiarle in modo ergonomico e veloce può esservi utile il frangizolle sarchiatore. Non dimentichiamoci però della tecnica della pacciamatura, che spesso è la risposta migliore.
Questo mese è importante intercettare alcuni insetti nocivi prima che dilaghino, si può fare col trappolaggio alimentare Tap Trap, un metodo naturale che evita di dover impiegare pesticidi.
Nel mese di maggio del calendario lunare 2021 la luna inizia in fase calante, eredità di aprile. Si arriva martedì 11 maggio al giorno di luna nuova e in seguito al plenilunio si passa alla fase crescebte, che riguarda tutta la parte centrale del mese, colmando anche l’ultimo quarto e arrivando a luna piena per mercoledì 26 maggio. Da qui inizia una nuova fase calante che ci accompagna fino alla luna nuova di giugno.
Se vogliamo seguire la tradizione contadina quindi le semine di ortaggi da frutto vanno fatte a metà mese durante la fase crescente, mentre prima dell’11 e dopo il 26 è tempo di semine per radici e tuberi, oltre che per quelle colture da foglia che non si vuole veder andare a seme e che quindi si ritiene indicato seminare in calante. Ricordo che l’influsso lunare non è scientificamente provato.
Calendario delle fasi lunari di maggio 2021:
01-10 maggio: luna calante
11 maggio: luna nuova
12-25 maggio: luna crescente
26 maggio: luna piena
27-31 maggio: luna calante
Sono in molti a richiedere informazioni sulla coltivazione biodinamica, si tratta di un metodo molto interessante ma sinceramente io non mi sento preparato a parlarne in modo compiuto. Il sistema di calendario delle semine in biodinamica non tiene conto della sola posizione della luna, ma anche di altre influenze cosmiche.
Quindi mi limito in questo post a un semplice calendario di maggio con le “classiche” fasi lunari, tralascio le indicazioni relative alle semine biodinamiche, per cui vi rimando a testi specializzati come ad esempio il calendario di Maria Thun.
Aprile è un mese di primavera inoltrata, dove le temperature generalmente iniziano a essere calde e temperate. In questo periodo diminuisce il rischio di gelate tardive e anche le coltivazioni che temono il freddo possono finalmente essere piantate direttamente in pieno campo in gran parte d’Italia. Per questo motivo è grandissima la varietà di ortaggi che possiamo seminare in campo.
https://www.ortodacoltivare.it/calendario/le-semine-di-aprile.html
Seminare carote: come e quando. Tutorial di coltivazione orto
Nel mese di marzo entrano nel vivo i lavori di semina per l’orto primaverile, sia in pieno campo che in semenzaio. In pieno campo, con il suolo più asciutto, è più facile effettuare le lavorazioni del terreno. Inoltre, anche la temperatura negli strati superficiali è più favorevole alla germinazione dei semi. In semenzaio, però, le semine di marzo sono più semplici, in quanto la protezione dalle basse temperature va fatta solo di notte. Le semine di questo mese interessano anche gli ortaggi a lungo ciclo che andranno a far parte del nostro orto per i mesi a venire. Vediamo quindi cosa seminare a marzo direttamente nell’orto o passando per il semenzaio. Il tutto senza dimenticare di dare un’occhiata al calendario lunare del mese.
Seminare verdure a foglia
In primo luogo, possiamo piantare i semi di due verdure a foglia molto amate dagli ortolani, ovvero la bietola e gli spinaci. La tecnica di semina è quella a spaglio, con leggero interramento del seme, usando un rastrello, e il successivo diradamento dei germogli, lasciano una piantina ogni 5-10 cm.
Altre semine dirette sono quelle di rucola, valerianella ed erba cipollina. In questo caso non occorre nemmeno diradare i germogli, in quanto sono piantine che crescono bene anche molto ravvicinate.
Siamo invece un po’ in ritardo per seminare le fave, in quanto tendono a rovinarsi facilmente con il caldo (a cui andranno incontro nel momento della raccolta estiva, se seminate a marzo).
Nelle zone più calde possiamo invece iniziare a seminare i fagiolini e seminare fagioli, colture che invece si avvantaggiano del clima mite.
Il mese di marzo è il periodo migliore per la semina delle patate, una delle coltivazioni che dà maggiori soddisfazioni nell’orto domestico.
Dopo aver preparato con cura il terreno, le patate da seme si mettono a dimora in dei solchi. In sostanza, la patata viene adagiata a 10/15 cm di profondità nel solco e questo viene poi richiuso.
Le distanze di semina sono di 25-30 cm tra una patata e l’altra, con 60 cm tra le file.
È di fondamentale importanza rispettare le rotazioni colturali e non seminare le patate nella stessa parcella dell’orto della stagione precedente. Non rispettando la rotazione, c’è maggior rischio di infestazioni di dorifora e tignola della patata.
Altri ortaggi da seminare a marzo direttamente nell’orto sono carote, rape rosse, ravanelli. Si tratta di piante che producono i loro frutti ingrossati al di sotto del terreno. Per una buona riuscita della semina (quindi della coltivazione) bisogna preparare il suolo lavorandolo finemente, almeno nella porzione superficiale (primi 20-25 cm). In terreni troppo compatti e/o argillosi la parte sotterranea non riesce ad ingrossarsi. Per renderli più adatti, si può quindi pensare di aggiungere e ammendare al suolo sabbia di fiume e torba. Anche in questo caso, la semina si effettua a spaglio. Non appena emersi i germogli, occorre effettuare il diradamento.
Il semenzaio di marzo è davvero ricco, in quanto si possono seminare nei contenitori sia ortaggi a cespo (vari tipi di lattuga, indivia liscia, puntarella, ecc) che ortaggi a lungo ciclo di una certa consistenza.
Prendiamo l’esempio della coltivazione dei pomodori, che tutti i contadini praticano nel proprio orto. Dal momento della semina una piantina impiega dai 35 ai 45 giorni per essere pronta al trapianto. Seminando il 1 di marzo, quindi, avremo piantine disponibili nella seconda metà di aprile. La domanda che dovete farvi è questa: posso piantare i pomodori nell’orto il 15 di aprile? Se la risposta è positiva, in quanto i terreni sono sufficientemente caldi e nella zona non ci sono ritorni di gelo, si può procedere con la semina a marzo, in semenzaio. Se invece la vostra esperienza passata vi suggerisce che è rischioso fare un trapianto in campo in aprile, allora è meglio far slittare il momento della semina di un mese.
Discorso analogo possiamo farlo per gli altri ortaggi a lungo ciclo da seminare: zucchine, cetrioli, zucca, melanzane, peperoncini, peperoni.
Oltre a verdure e ortaggi, marzo è un ottimo periodo per la semina di piante aromatiche e officinali. Le aromatiche sono: basilico, prezzemolo, menta piperita, origano.
Le officinali, invece, sono: timo, lavanda, maggiorana, salvia, aneto, melissa.
La crescita in semenzaio avviene di norma in contenitori alveolari in polistirolo o, comunque, in spazi di terreno limitato. In pratica, quando la piantina ha raggiunto una certa dimensione, bisogna subito trapiantarla nell’orto, altrimenti c’è il concreto rischio che le radici si rovinino e la pianta deperisca. Per allungare il tempo di permanenza in semenzaio, si può però optare per la semina in piccoli vasetti di 10-14 cm di diametro. In questo modo avremo più tempo per tenere protette le nostre piantine prima del trapianto.
Ovviamente, seminare nei vasetti è più oneroso in termini di quantità di terriccio e necessità d’irrigazione, luce e spazio, tutti parametri da considerare per un’ottima riuscita delle semine.
Orto sul balcone in primavera: quali lavori fare e cosa seminare
Il corniolo è una pianta considerata tra i frutti minori, che può essere comunque molto interessante da piantare in giardino o in un contesto di frutteto misto, fino ad arrivare alla food forest.
Si tratta di una pianta da frutto e ornamentale, meno comune rispetto ai fruttiferi più noti, ma molto positiva nell’aumentare la biodiversità del frutteto. Essendo una specie di origine europea è molto ben acclimatabile nel nostro paese, dove la possiamo infatti trovare quasi ovunque, si presta quindi a essere coltivata senza grandi difficoltà.
Stiamo parlando quindi di uno di quei frutti antichi che meritano una riscoperta, come il gelso, il giuggiolo, il corbezzolo e il nespolo europeo.
Il corniolo (Cornus mas) è una specie molto longeva e a foglia caduca, appartenente alla famiglia botanica delle Cornacee. Si tratta di un piccolo albero di taglia bassa, che arriva ad un massimo di 8 metri di altezza, di cui a primavera vediamo spuntare molto presto le infiorescenze minute di colore giallo, abbondanti e piacevoli da vedersi.
Dopo la fioritura appaiono anche le foglie, che hanno forma ovale, sono acuminate in cima e hanno un colore verde brillante.
I frutti sono delle drupe rosse di 2 cm di lunghezza, hanno un nocciolo interno e si chiamano corniole. Iniziano a maturare ad agosto ma la maturazione è scalare e può protrarsi fino ad ottobre.
Il legno è molto duro e resistente e trova utilizzo in falegnameria: un tempo per esempio veniva usato dai contadini per la creazione dei manici degli attrezzi.
La pianta ha una notevole attitudine pollonifera, caratteristica che le permette di moltiplicarsi facilmente in natura. Tuttavia, le varietà che si acquistano in genere sono innestate e mostrano questa tendenza in misura inferiore.
Il corniolo, come anticipato, cresce senza problemi nel nostro paese ed è piuttosto adattabile come clima e come suolo. Lo possiamo trovare anche su terreni ricchi di scheletro, si trova particolarmente bene in quelli che abbondano di calcare, e può crescere anche in montagna fino ai 1400 metri circa slm.
Per quanto riguarda l’esposizione, possono andare bene sia il pieno sole sia la mezz’ombra.
Per coltivare un esemplare di corniolo si inizia, generalmente, dal trapianto di una piantina di 2 o 3 anni di età. Nel luogo prescelto del giardino, del frutteto, ma anche ai margini dell’orto, si deve scavare una buca abbastanza fonda, affinché le radici trovino terra smossa che consenta la loro crescita.
Nella fase di trapianto è buona cosa somministrare la concimazione di fondo, basata su compost maturo o letame maturo abbondanti, da mescolare agli strati superficiali della terra della buca. Non è utile, infatti, gettare questi ammendanti direttamente sul fondo della buca, poiché le radici si troveranno soprattutto negli strati superiori e di conseguenza non beneficerebbero di questa concimazione.
La pianta deve essere inserita nella buca ben diritta ed eventualmente legata ad un palo come tutore, da mantenere almeno per il primo anno, come protezione dai venti forti che potrebbero sradicarla. Si deve poi premere delicatamente la terra alla base della pianta e somministrare una prima dose di acqua per favorire l’attecchimento.
Il periodo ottimale per il trapianto è l’autunno o l’inizio della primavera. Se acquistiamo la pianta con una zolla di terra possiamo anche pensare di trapiantarla a primavera già avviata.
La pianta del corniolo è molto rustica e semplice da coltivare, questo frutto antico richiede pochi accorgimenti che però è bene non far mancare.
Essendo una pianta da frutto perenne è bene tornare a concimare il corniolo periodicamente. Ogni anno a primavera possiamo provvedere a distribuire dello stallatico sotto tutta la proiezione della chioma. Se si utilizza lo stallatico pellettato, le dosi devono essere molto più ridotte rispetto a quello che si consiglia per il compost, e quindi 3-4etti al mq.
Per una sola pianta di questo frutto minore non vale la pena allestire un impianto a goccia, a meno che questa non si trovi in un filare insieme ad altre sue simili o ad altri fruttiferi.
In ogni caso delle irrigazioni dovranno essere somministrate, soprattutto nei primi anni di vita della pianta e durante la stagione calda, a maggior ragione se accompagnata da siccità. Ogni tanto invece che irrigare con la sola acqua, conviene irrigare con un macerato di ortica o di equiseto, in modo da apportare anche dei nutrienti aggiuntivi.
Per limitare la nascita dell’erba spontanea la pacciamatura è sempre una pratica utile. Possiamo realizzarla attorno alla pianta di corniolo con materiale naturale, per esempio la paglia, o se non disponibile, l’erba tagliata del giardino.
In questi casi, lo strato per essere efficace deve essere spesso almeno 10 cm, altrimenti l’erba da sotto spunterà comunque. Altrimenti si possono utilizzare dei teli, o anche materiali come i sacchi di juta o cartoni.
Le potature di questa specie non sono impegnative, e possono limitarsi a tagli parsimoniosi, volti soprattutto ad eliminare i rami secchi, danneggiati, sfoltire quelli troppo intricati e mantenere una forma armoniosa della pianta.
Abbiamo già citato l’attitudine pollonifera del corniolo, è importante tenere disciplinata la pianta da questo punto di vista con opportuni tagli.
Per la coltivazione in vaso è preferibile farsi consigliare una varietà di corniolo poco vigorosa, da trapiantare comunque in un contenitore capiente. Come quasi tutte le piante da frutto la coltivazione in balcone non è ottimale, ma è possibile.
Bisogna scegliere del buon terriccio, da concimare con compost o stallatico e irrigare con maggiore frequenza rispetto ad una coltivazione in piena terra. Ogni anno il terriccio dovrà essere rabboccato e saranno da valutare dei periodici rinvasi in contenitori più voluminosi.
Il corniolo può essere attaccato dalla cocciniglia del corniolo (Eulecanium corni), che troviamo soprattutto alla pagina inferiore delle foglie, ai piccioli dei frutti e in inverno ai rami. Un segno della presenza di questa cocciniglia è la presenza di melata appiccicosa, oltre che il deperimento della pianta dovuto alle punture di suzione. Valgono i classici rimedi biologici contro le cocciniglie, possiamo provare ad allontanare questo parassita mediante macerati di felce, oppure, se si ha soltanto una pianta, pulendo le foglie colpite con cotone imbevuto di alcol.
Tra le patologie fungine citiamo le Maculature fogliari causate da Phyllostica corniola. Possiamo provare a prevenire la malattia mediante macerati di equiseto o propoli irrorati sulla vegetazione, ovvero prodotti corroboranti che donano una generica azione rinforzante e protettiva alle piante.
Le corniole, che si raccolgono da agosto ad ottobre, in passato erano molto utilizzate, sia come alimento sia per usi terapeutici. Coltivare un albero di corniolo è un modo per riscoprire questo frutto antico, che difficilmente possiamo reperire dal fruttivendolo o al supermercato e che sarà una curiosità da far assaggiare anche a parenti e amici.
Le corniole mangiate tali e quali hanno un sapore acidulo, a meno che non siano molto mature, ma in compenso sono ricchissime di vitamina C che si mantiene soprattutto al consumo crudo.
Le corniole si prestano bene alla trasformazione in marmellate, gelatine, canditi, o anche conservate in salamoia come le olive. Trovano anche utilizzo per la preparazione di liquori o per insaporire le grappe.